Retro-Recensione Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto

Un ritorno all’era Gamecube

Versione testata Gamecube.

Era un’uggiosa giornata d’Agosto quando ad una breve riunione in redazione abbiamo deciso di dedicarci ad un curioso progetto che vedeva ognuno degli editor impegnato in un’avventura d’altri tempi per la creazione di una nuova rubrica che siamo oggi pronti a presentarvi, stiamo parlando delle nostre Retro-Recensioni. Una volta a settimana, di domenica, a turno vi terremo compagnia con una recensione che vedrà protagonisti videogiochi d’altri tempi rimasti impressi nel nostro cuore per un motivo od un altro.

Oggi sarò io a tenervi compagnia con la Retro-Recensione di Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto, rilasciato su Nintendo Gamecube nell’aprile del 2005 e ad oggi uno dei pezzi più rari ed indiscutibilmente introvabili in lingua italiana sulla scena del piccolo cubo. Abbiamo dunque con cura aperto la nostra custodia, preso il mini-dvd numero 1 inserendolo all’interno del nostro Gamecube di colore rigorosamente nero e ci siamo dedicati a questa incredibile avventura targata Monolith Soft, che siamo adesso pronti a raccontarvi.

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Una breve presentazione, tanti dubbi

Il piacere di assaporare un vecchio menù di avvio d’altri tempi è stata una sensazione eccezionale, quelle due singole opzioni che ci permettono di avviare una nuova partita o di leggere un salvataggio sono per noi aria fresca di fronte ad immense impostazioni su titoli per PC od innumerevoli opzioni, per lo più inutili, su console. Passati gli effetti nostalgici dei vecchi menù di gioco avviamo una nuova partita e veniamo subito catapultati all’interno di una breve cut-scene che ci chiederà di inserire il nostro nome, in qualità di spirito guida di Kalas.

Passati i primi minuti di gioco ci risveglieremo all’interno di un’abitazione e capiremo dopo pochi istanti che dal punto di vista narrativo non vestiremo i panni di Kalas, di cui influenzeremo comunque le scelte, ma bensì quelli dello spirito guida a cui abbiamo precedentemente assegnato il nome; infatti la nostra telecamera, all’interno dei vari scenari, resterà fissa e sembrerà come se stessimo osservando Kalas dall’esterno, pur manovrandolo noi all’interno dei vari scenari di gioco.

Ciò che ci spingerà a muoverci all’interno del gioco sarà il desiderio di Kalas di vendicarsi dell’Impero di Alfard, colpevole della morte della famiglia del giovane. Ci fermeremo qui, non volendovi svelare altro in una delle trame più belle, a nostro avviso, mai viste nel mondo videoludico; possiamo comunquee dirvi che nel caso abbiate voglia di prendere in mano il gioco per la prima volta, ammesso che riusciate a trovarlo, non resterete delusi.

Un sistema di gioco un po’ particolare

Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto è, per chi non lo sapesse già, un RPG di ottima fattura nato dall’ormai studio di proprietà Nintendo, Monolith Soft. La particolarità del sistema di gioco di Baten Kaitos si basa sui Magnus, delle speciali carte capaci di contenere al loro interno qualsiasi tipo di oggetto, rendendo trasportabili dal nostro eroe non solo pesanti attrezzature, quali armi ed armature, ma anche impensabili oggetti come un fuoco ardente o degli alberelli di bambù. Ma non è tutto! Le menti geniali di Monolith Soft hanno ben pensato di far “degradare” i Magnus col passare del tempo ed infatti gli oggetti contenuti al loro interno subiranno diverse mutazioni, non sorprendetevi dunque se un fuoco ardente si andrà man mano spegnendo, o se del latte si solidificherà diventando formaggio… vi lasciamo dunque immaginare le infinite possibilità offerte dalle meccaniche del gioco nella ricerca e nell’ottenimento non solo di qualsiasi tipo di Magnus presente all’interno del gioco, ma anche nella soddisfazione dei requisiti necessari al completamento di una questo secondaria!

Gli appena presentati Magnus svolgeranno un ruolo importantissimo anche all’interno delle battaglie, ove saranno indispensabili per poter lottare contro i nemici che ci troveremo davanti; sarà possibile organizzare un mazzo di Magnus dal menù di gioco ed ogni giocatore avrà dei Magnus particolari solo da lui utilizzabili; la nostra cara maga Xelha, ad esempio, sarà l’unica in grado di utilizzare le magie, così come Kalas sarà l’unico personaggio in grado di utilizzare le spade, vi saranno tuttavia Magnus utilizzabili da tutti, come le lancie di bambù o i coltelli, tra i tanti altri Magnus disponibili.

Bisogna inoltre fare attenzione alle combinazioni di Magnus all’interno delle battaglie, sarà infatti possibile ottenere bonus combinando Magnus con lo stesso valore oppure creando delle scale, all’inizio del gioco sarà possibile utilizzare solo 2 Magnus per turno, ma col proseguire della storia sarà possibile trovare degli oggetti capaci di incrementarne il numero; sarà inoltre possibile, combinando diversi Magnus, ottenere a fine battaglia dei nuovi, speciali, Magnus.

Come in ogni RPG che si rispetti, anche in Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto otterremo punti esperienza vincendo le battaglie, tuttavia i level up andranno poi effettuati in uno speciale mondo accessibile esclusivamente dai fiori blu; avuto accesso al mondo speciale sarà possibile effettuare i level up disponibili e, nel caso avessimo trovato gli oggetti necessari, incrementare la capacità del mazzo dei nostri personaggi ed il numero di carte da essi utilizzabili in ogni turno della battaglia.

Un buon “vino” invecchiato bene

Seppur si tratti di un titolo con quasi dieci anni alle spalle, Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto riesce a difendersi egregiamente confrontandosi con produzioni più moderne, dal punto di vista grafico è innegabile che la pulizia sullo schermo dei nuovi titoli sia nettamente superiore, ma il titolo resta comunque godibilissimo e dettagliatissimo per un hardware che, vi ricordiamo, ha più di 10 anni di età. Numerosi saranno inoltre i brani che andranno a comporre la colonna sonora del titolo e che, per quanto ci riguarda, saranno altrettanto belli e piacevoli. Riuscirete difficilmente a dimenticarli, soprattutto considerando che di Battle Theme di questa fattura se ne riescono a trovare veramente pochi di questi tempi.

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Commento finale

Baten Kaitos: le ali eterne e l’oceano perduto è uno di quei titoli che ogni amante del genere degli RPG dovrebbe giocare almeno una volta nella sua vita; le diverse meccaniche di gioco che lo contraddistinguono dagli altri esponenti del genere ne fanno un vero e proprio capolavoro, capace di invecchiare egregiamente nel tempo e riuscendo, a quasi 10 anni di distanza, a stupire e divertire proprio come la prima volta. Un classico senza tempo da una delle software house più apprezzate dell’ultimo decennio. La speranza di vedere un porting in HD sulla nuova console di Nintendo non muore mai e speriamo che la compagnia si dia una svegliata nella ri-masterizzazione di queste piccole perle a molti sconosciute, vittime di una console non troppo conosciuta e di un marketing che ha visto pochissime copie distribuite non solo in Italia ma in tutta Europa.

Pro Contro 
– Meccaniche di gioco uniche e divertenti
– Sistema di battaglia semplice e profondo
– Longevo e pieno di contenuti secondari
– Mostra i segni dell’età
– Difficilmente reperibile in lingua italiana
  Voto Globale: 80 
 
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