The Witcher: le nove principali differenze tra la serie Netflix e i libri

L’adattamento televisivo dei libri di Andrzej Sapkowski operato da Netflix e dalla showrunner Lauren Schmidt Hissrich è oramai sulla bocca di tutti. The witcher infatti è diventata in brevissimo tempo la serie televisiva più amata dai Netflixers di tutto il mondo e nonostante ci siano state alcune critiche (non vi nascondo che anche io ho trovato delle scelte narrative e di regia alquanto discutibili), lo show si è rivelato un successo, superando anche le più rosee aspettative della produzione.

Henry Cavill è praticamente perfetto per la parte del burbero dal cuore tenero, Geralt di Rivia. Tra l’altro vi consiglio caldamente di provare a seguire la serie in lingua originale per godervi appieno la voce di Cavill: praticamente identica al Geralt dei videogames di CdProjekt RED. Dopotutto Henry Cavill non ha mai fatto mistero di essersi ispirato al personaggio videoludico, da grande appassionato della serie. Tuttavia come abbiamo detto l’ispirazione per The Witcher di Netflix non viene dai videogames, ma direttamente dalla saga letteraria.

La maggior parte della prima stagione si ispira agli eventi descritti nelle due collezioni di racconti, “Il guardiano degli innocenti” e “La Spada del Destino” entrambi editi da Edizioni Nord,  anche se la showrunner Lauren Schmidt Hissrich ha ritenuto necessario, in questa prima stagione, approfondire alcune tematiche solo accennate nei libri, tralasciando altre sulle quali invece Sapkowski si è concentato. Vediamo allora insieme le principali differenze tra i libri e la serie Netflix.

Le nove principali differenze tra la serie e i libri

1 ) Linee temporali

La decisione degli sceneggiatori di affrontare in contemporanea più linee temporali, se da un lato ha confuso enormemente alcuni telespettatori (sopratutto quelli completamente a digiuno della storia e della lore delle avventure dello Strigo),  dall’altro ha permesso di approfondire immediatamente il contesto storico e geopolitico in cui le avventure di Geralt, Yennefer e Ciri si dipanano. Nella serie infatti, la caduta di Cintra, è l’elemento che scatena la serie di eventi che porterà Geralt e Ciri ad incontrarsi. Nei libri però tale avvenimento viene descritto solo nell’ultimo racconto della Spada del destino, il secondo volume della saga. Allo stesso modo, la morte della leonessa di Cintra, Calanthe, è solo accennata nei libri e priva del pathos conferito all’evento dalla serie Netflix.

Di questi fatti il lettore apprende solo tramite i racconti che Jaskier riporta a Geralt, quindi indirettamente. Quest’ultimo infatti, a differenza di quanto visto nella serie Netflix, non era presente durante l’assedio di Nilfgaard. Sostanzialmente tutta la storia di Geralt che si reca a corte per portare in salvo Ciri e finisce imprigionato è un’invenzione della Hissrich. La scelta di dedicare così tanta attenzione a questi momenti, tuttavia, si è rivelata quanto mai azzeccata perchè in questo modo abbiamo potuto vivere in prima persona i tragici eventi che fanno da prologo all’avventura. Allo stesso tempo abbiamo avuto modo di provare empatia verso Ciri, vedendo tutto quello che ha sopportato. Infine, già dall’inizio, la storia ci permette di conoscere Cahir [Eamon Farren], un personaggio fondamentale per l’intera economia del racconto, che nei libri viene approfondito soltanto molto più avanti nei libri.

2) I poteri di Ciri

Nella serie Netflix i poteri di Ciri sono più evidenti e più forti fin dall’inizio. Nei racconti di Sapkowsky ci sono alcuni accenni al fatto che Ciri ha delle abilità speciali, ma si tratta solo di una sorta di “istinto magico” o capacità premonitoria (es: quando Ciri avverte Geralt che stanno andando nella direzione sbagliata) o di resistenza al potere magico (ad esempio quando scopre di essere immune ai poteri delle acque di Brokilon). E’ solo nel libro “Il tempo della guerra” – il quarto – che si comprende il vero potere di Ciri.

La serie mescola un po’ le carte e dipinge una Ciri dotata di abilità indomabili e caotiche, prorpio come sua madre Pavetta a sua volta discendente da Lara Dorren, la leggendaria e potentissima Elfa che sposò un umano. Inoltre, sul finire della stagione (attenzione Spoiler) Ciri entra in trance e pronuncia la Profezia di Ithlinne Aegli aep Aevenien, una sorta di Ragnarok di cui tutti gli abitanti del continente sono ben consapevoli nella saga letteraria e che invece nel telefilm sembra appartenere solo ad un ristretto numero di persone.

“Vi dico che il tempo della spada e dell’ascia si avvicina, il tempo della Tempesta del Lupo. Il tempo del Bianco Gelo e della Bianca Luce, il tempo della Follia e del Disprezzo, Tedd Deireadh, l’Era della Fine. Il mondo perirà nel ghiaccio e rinascerà sotto un nuovo sole. Rinato dal Sangue Antico, da Hen Ichaer, dal seme piantato. Un seme che non morirà ma brucerà tra le fiamme!

Ess’tuath esse! Così sia! Osservate i segni! Vi dico che questi segni verranno – la terra sarà inondata dal sangue di Aen Seidhe, il Sangue degli Elfi…”

3) La storia di Yennefer

La linea temporale di Yennefer è interamente frutto della penna della Hissrich. Nei libri infatti, la storia di Yennefer è soltanto accennata e mai approfondita veramente. La storia dell’assassinio della principessa neonata, la sua permanenza ad Aretuza ( la scuola per giovani maghe), il rapporto con la famiglia di origine e con Tissaia [MyAnna Buring] e tutta la storia assurda della trasformazione delle apprendiste in anguille è completamente inventata per la serie (ma perchè?!).

Yennefer nei libri è un personaggio misterioso e questo ha contribuito ad aumentarne il suo fascino anche per i lettori; nella saga invece conosciamo così tanto del suo passato (e delle sue forme) che parte del suo fascino ambiguo svanisce inesorabilmente. Le uniche cose che sappiamo di Yennefer nei libri ci vengono svelate nel racconto “L’ultimo desiderio“, in cui viene rivelato che Yen era gobba. Il suo tentativo di suicidio viene invece menzionato solo nel romanzo finale “La signora del Lago”; per il resto tutto ciò che si vede della vita di Yennefer prima che incontrasse Geralt nel quinto episodio della saga di Netflix è frutto dell’immaginazione degli sceneggiatori.

Yennefer ha effettivamente anche nei libri una relazione romantica con Istredd [Royce Pierreson] come descritto nel racconto “Un frammento di ghiaccio“, ma in quel racconto ci si concentra sulla loro relazione in una fase successiva della loro vita. Tuttavia anche questa scelta, sebbene come dicevamo abbia un po’ tolto il mistero dalla figura della maga di Vengerberg, ci ha permesso di affezionarci al personaggio, di comprendere ed accettare la sua ostilità verso tutto e tutti e, infine anche l’amore verso Geralt e il suo desiderio di maternità.

Quest’ultimo aspetto, tuttavia, avrebbe potuto essere trattato in modo migliore. Nei libri è solo un accenno, nello show invece si pone una grande attenzione a quest’aspetto, ma il tutto appare un po’ troppo affrettato: le motivazioni che spingono Yennefer ad allontanarsi dalla confraternita delle maghe “mi hanno tolto la possibilità di scegliere“, “voglio essere importante per qualcuno” , almeno sulla base di quanto abbiamo visto sino ad ora, non sembrano giustificare questa ossessione di Yen per la maternità.

4) La storia di Ciri

Dopo la fuga da Cintra nello show inizia il viaggio di Ciri. Tutta questa parte dopo la fuga di Ciri da Cahir fino a quando finalmente incontra Geralt non è presente nei libri. Il suo soggiorno a Brokilon, inoltre, avviene in circostanze diverse. Nel racconto “La Spada del destino“, Geralt incontra Ciri per la prima volta a Brokilon dove si era persa dopo essere scappata da una proposta di matrimonio in un regno vicino. Le driadi originariamente volevano che Ciri rimanesse e diventasse una di loro, ma quando lei si dimostra immune alle loro acque magiche, le driadi accettano di lasciare che il destino faccia il suo corso, permettendole di partire con Geralt. È allora che Geralt nega di accettare il suo destino e insiste nel voler restituire Ciri a Cintra piuttosto che rivendicare la sua figlia sorpresa.

Nei libri non vi è nessun Dara (Wilson Radjou-Pujalte), né un doppler che uccide Saccoditopo. Se da un lato ha senso che lo spettacolo abbia dovuto colmare le lacune tra la caduta di Cintra e il ritrovamento di Geralt da parte di Ciri, dall’altro questa parte dello show è la meno entusiasmante e approfondita di tutte.

5) La rinuncia alla fertilità

Nella serie The Witcher di Netflix, Yennefer sceglie di sacrificare il suo utero per diventare bella. L’infertilità e le lotte per affermare i propri “diritti di sangue” sono temi ricorrenti in tutti i libri. Driadi, elfi in giovane età, stregoni e maghi non sono in grado di riprodursi naturalmente. Ma mentre il libro accenna soltanto alle difficoltà che questo fatto ha creato – determinando nella sostanza l’estinzione del popolo Elfico, sopraffatto nei numeri da quello umano, dotato al contrario di grande forza riproduttiva) – non affronta mai la questione in modo così diretto come lo show ha fatto nel terzo episodio.

La sterilità delle streghe è sì dovuta alle mutazioni che subiscono, ma i libri lasciano poco chiaro come e perché queste diventino effettivamente sterili. La serie The Witcher ha riempito quel vuoto rivelando che il costo della trasformazione fisica di Yennefer è quello di sacrificare il suo utero.

6) Il personaggio di Triss

Triss (Anna Shaffer) svolge un ruolo fondamentale nello show e soprattutto nei giochi di CdPRojekt RED, ma in realtà nei libri la sua figura è molto più marginale. Mentre nella serie The Witcher ad esempio è lei che ingaggia Geralt per liberare la figlia di Foltest, re di Temeria, dalla maledizione, nella storia breve “The Witcher“, la persona che vuole che Geralt curi la striga è un personaggio marginale.

Nello show ci viene mostrata la battaglia di Sodden (a proposito: credete anche voi che sia stata decisamente meglio della battaglia di Winterfell?) e il ruolo svolto da Triss Merigold. In questa fase la serie apprfondisce il rapporto tra Triss e Yennefer e soprattutto (a giudicare dallo sguardo di Triss quadno parla del Witcher che ha salvato la principessa) di questa con Geralt. Un triangolo amoroso di cui siamo sicuri  scopriremo di più nella seconda stagione, che invece i libri danno per presupposto.

Resta indubbiamente la scelta di casting più discutibile di tutto l’adattamento, seppure anche Anya Chalotra differisca notevolmente dalla descrizione di Yennefer. Nonostante questo, l’attrice ha saputo convincere per la sua interpretazione, mentre il personaggio di Triss resta costantemente molto distante, non solo nelle fattezze, soprattutto dalla sua controparte videoludica.

7) L’ultimo desiderio

Yennefer e Geralt litigano per l’ultimo desiderio espresso da quest’ultimo nel racconto “L’ultimo desiderio“. Nel libro non viene mai svelato il contenuto dell’ultima richiesta fatta da Geralt al Jinn per salvare Yennefer. A differenza di quanto accade nella serie Netflix, Yennefer sente quale sia l’ultimo desiderio di Geralt quando lo esprime – e la sua reazione fornisce un’idea di quanto sia stupefacente quel desiderio. “Non so se esiste una tale Forza in natura che possa esaudire un tale desiderio. Ma se esiste, allora lui  si è condannato, condannato a me“, dice Yen a Geralt. Ciò spiega anche perché i due subito dopo il combattimento con il Jinn hanno un rapporto e avviano una relazione. La cosa nella serie appare, almeno all’inizio, un po’ forzata e banale.

In The Witcher di Netflix Yennefer non ascolta direttamente il desiderio espresso da Geralt al Jinn, e se anche non viene detto apertamente si capisce che Geralt nello show ha desiderato che Yennefer si innamorasse di lui, in qualche modo. A questo punto Yennefer, dubitando che i suoi sentimenti siano reali, litiga con Geralt e lo abbandona. Tuttavia è altamente improbabile che Geralt abbia desiderato qualcosa di così semplice, o manipolativo; lo strigo ha un codice morale piuttosto ferreo e francamente appare un po’ fuori dal personaggio un desiderio del genere.

8) La battaglia di Sodden

Nel libro la battaglia di Sodden non viene mai descritta compiutamente, ma viene fatto continuo riferimento ad essa come uno degli eventi che segnarono per sempre la storia del Continente e della magia. Non solo per l’enorme sacrificio compiuto dall’ordine dei maghi per combattere Nilfgaard, ma anche perchè questa dà origine agli eventi politici che faranno da sfondo alle avventure di Ciri e Geralt. Dopo di essa inoltre viene fondata la loggia delle maghe in sostituzione del Concilio e le maghe non saranno più viste di buon occhio a corte.

Durante la lunga fase di ricerca di Yennefer da parte di Geralt, quest’ultimo visita Sodden temendo di vedere il suo nome tra quelli elencati sull’obelisco commemorativo, ed è durante questo viaggio che la Morte gli fa visita. Lo show accenna solo a questo evento nelle scene del sogno di Geralt e dell’incubo che questi ha e condivide con Ciri.

9) L’infanzia di Geralt

Lo show svela alcune informazioni sull’infanzia di Geralt nella forma di flashback/delirio che questi ha dopo il morso di un Ghoul. In queste visioni ci viene presentata anche sua madre Visenna, una maga guaritrice. Non è ben chiaro se Geralt abbia realmente incontrato Visenna e lei lo abbia guarito o sia tutto il frutto del suo delirio come lo show lascia intendere. C’è da dire che, anche se il viandante in quella scena affermi che non c’era nessuna donna con lui quella notte, non dobbiamo dimenticare che Visenna è una maga, anche abbastanza potente.

Un incontro simile avviene anche nei libri ma Geralt non riesce mai a vedere completamente e così chiaramente sua madre. Nello show inoltre c’è un riferimento al fatto che Visenna conoscesse già il destino di Geralt e ci sono anche indizi che lei possa aver scelto di farlo diventare un witcher per il ruolo che questi era destinato a svolgere. Tutti questi elementi sono completamente assenti nei libri.

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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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