Francia esempio da seguire.
Guidare per andare al lavoro? Per gran parte degli italiani è la normalità. Un recente sondaggio di GfK Eurisko mostra come ben 1 italiano su 2 usi l’automobile per recarsi nel luogo di lavoro almeno 5 volte a settimana, percorrendo in media fino a 33 km al giorno per un totale di tempo passato in auto che supera la mezz’ora giornaliera. Si parla di medie statistiche, ovviamente, essendo tali numeri a volte molto più elevati. Ma non si tratta di una scelta forzata: ben il 59% sceglie le quattro ruote per mera comodità. Se pensiamo alle nostre città, appare quasi ovvio collegare il gran numero di auto nelle ore di punta con l’inquinamento in città.
Un problema non solo italiano, ma comune a tanti altri grandi paesi mondiali, come per esempio in Francia. Il governo francese, nella persona di Ségolène Royal, attuale ministra per l’ecologia d’oltralpe, propone quindi un nuovo sistema per favorire il trasporto alternativo sulle due ruote. La ministra ha infatti annunciato delle misure interessanti per incoraggiare i pendolari a lasciare l’auto parcheggiata in garage e andare al lavoro in bicicletta, nel modo più convincente possibile: pagando in denaro. Attualmente, infatti, la percentuale di francesi che prendono la bici per spostarsi da casa al posto di lavoro è ferma al 5%, troppo poco per contrastare l’emergenza inquinamento sempre più presente.
L’indennizzo presentato dalla Royal equivarrà a 25 centesimi di euro per ogni chilometro percorso da casa al lavoro. Se contiamo per esempio una distanza di 5 km, per un totale di 10 km al giorno, in un mese si totalizzerebbe quindi un rimborso tra i 50 e i 60 euro circa. Per chi deve percorrere piccole e medie distanze, quindi, è un buon vantaggio economico, se si pensa anche al risparmio sul carburante e alle minori spese di manutenzione. Rimane un sistema poco pratico per chi viene da fuori città, ma tale soluzione diminuirebbe sostanzialmente il traffico nelle ore di punta.
A questa proposta si aggiunge un miglior sistema di circolazione a targhe alternate o ad accesso ristretto nell’area urbana parigina e in altri grandi centri e ovviamente altre iniziative già attuate per invitare al passaggio da motori ad alimentazione tradizionale a vetture elettriche. Dal 1° aprile 2015 chi sceglie una vettura elettrica o ibrida per sostituire un vecchio diesel in Francia otterrà un bonus di 3.700 euro, oltre ad un contributo massimo di 6.300 euro per acquisto o noleggio di autovetture con tale tecnologia. Iniziative che già danno i loro frutti, visto che nei primi mesi del 2015 sono state più di 50.000 le nuove auto elettriche francesi immatricolate. Si fa sempre più pressante la “sfida elettrica” per i grandi marchi, tra cui Toyota, Renault e persino Google impegnati a creare veicoli sempre più efficienti sia da un punto di vista di performance su strada che di comfort e automatizzazione alla guida.
E l’Italia? Su 27.083 punti di ricarica per auto elettriche installati in totale in Europa, il nostro paese ne presenta oggi appena 351, e gli incentivi previsti prima del 2015 sono stati bloccati dal Governo a tempo indeterminato. Vedremo se si riusciranno a prevedere incentivi ed indennizzi per incoraggiare il cambio all’energia elettrica su asfalto nell’ormai vicino 2016.