Tutta la vita davanti: anteprima a La Sapienza e applausi per Virzì

Grande successo per ”Tutta la vita davanti”, ultimo lavoro del regista toscano Paolo Virzì. Ieri alla Sapienza di Roma numerosi gli applausi a fine proiezione.

La tragicommedia sul lavoro precario in Italia

Ieri, 25 Marzo, è stato proiettato, in anteprima per l’ università La Sapienza di Roma, il film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”.

La pellicola, tratta dal libro “Il mondo deve sapere” di Michela Murgia, che racconta in modo ironico la dura realtà di oggi dei lavoratori precari, ha tra i protagonisti Isabella Ragonese, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Elio Germano e Sabrina Ferilli. Marta (Isabella Ragonese) è novella laureata cum laude in filosofia teoretica e dopo una serie infinita di curricula vitae inviati alle più disparate case editrici e affini, si trova a lavorare in un team alquanto strampalato di telefoniste che vendono un elettrodomestico di dubbia utilità.

La coinquilina e collega Sonia ( Micaela Ramazzotti) è invece una svampita madre di una bambina che cresce senza alcun riferimento, sola con il suo cellulare, la sua “più che baby sitter” Marta e il Grande Fratello.

Ed è proprio questo fenomeno mediatico ad incuriosire Marta nei suoi primi giorni di lavoro. La ragazza trova, infatti, dei notevoli riscontri nel suo ambiente lavorativo. Una sorta di buon viso a cattivo gioco fino all’ultima eliminazione. E proprio di eliminazione si tratta. Un call center dove vige la continua e insistente disintegrazione delle coscienze e delle dignità altrui,in contrasto con la finta positività che si fa viva ogni mattina con un gioioso messaggio di buongiorno! sul cellulare da parte dalla loro “trainer” Daniela (Sabrina Ferilli) e un jingle adrenalinico non appena arrivate sul posto di lavoro.

“Un inferno di sottoccupazione ancora più beffardo – spiega Virzì – in quanto rivestito di scintillante modernità: telefonini, computer. Ma che riguarda davvero gli ‘ultimi della società’ “.

Stringendo amicizia col fragile venditore aziendale Lucio 2 (Elio Germano) e arrivando a conoscere da vicino le miserie familiari ed esistenziali del boss Claudio (Massimo Ghini) e di Daniela, Marta finisce col vuotare il sacco con il sindacalista Cgil Valerio Mastandrea, con conseguenze ai limiti dell’assurdo, ma reali.

La protagonista, a volte senza esserne totalmente consapevole, riesce a far emergere la crudeltà e la violenza- fisica e morale- che cresce all’interno di queste organizzazioni. Il risultato è una pellicola cruda e tagliente, con non pochi momenti di assoluti umorismo e ironia: “Io credo che qualcosa di buono dal film emerga – conclude il regista – ad esempio, nella solidarietà tra due persone diversissime come Marta e Sonia. O tra donne di tre generazioni diverse. Perché invece, anche sul lavoro, la malattia più terribile è la solitudine; se non è esperienza di relazione resta solo inciviltà. Aumenta il prodotto interno lordo, ma non la qualità della nostra vita” .

Come nelle più comuni favole a sfondo grigio, sono infatti i pochi, veri e sinceri sentimenti a vincere sull’ invidia della ex brava collega ormai detronizzata, sulla sete di potere e di amore coatto di una boss forse troppo fragile, sul continuo schernire chi non ha raggiunto l’obiettivo lavorativo giornaliero e così via.

Una jungla in cui è necessario saper sopravvivere e forse saper cambiare.
Pertanto, grande applauso della critica e del pubblico per quest’ ultima tragicomica opera virziniana che attende gli spettatori che non hanno privilegiato di questa anteprima venerdi 28 Marzo nelle sale italiane.

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