Recensione ReCore

La sopravvivenza secondo Inafune. 

Ci sono due momenti ben precisi nella storia di Xbox One che hanno decretato la “rivincita” della console di Microsoft nei confronti di PS4. Il primo  targato 2014, quando Platinum Games annunciò Scalebound. Il secondo invece è l’arrivo di Xbox Play Anywhere, il servizio che permette a chiunque acquisti un gioco (pubblicato da Microsoft) in versione digitale sul Windows Store di poterlo avviare sia su Xbox One che PC Windows 10. L’era del servizio è iniziata ufficialmente qualche giorno fa, ovvero il 16 settembre, quando il mercato europeo ha visto l’uscita di ReCore, titolo targato Armature e Comcept Studio, con Keiji Inafune alla direzione. ReCore è la storia di Joule, che si risveglia 200 anni dopo un sonno criogeno in una terra di nome Far Eden, quella che doveva essere una nuova salvezza per l’umanità. Non tutto è andato per il verso giusto e toccherà proprio alla nostra protagonista scavare nel passato per trovare la verità.

{media load=media,id=11211,width=853,align=center,display=inline}

Fin dai primi attimi, ReCore si dimostra molto spiazzante. Se Microsoft puntò tutto sul gioco di Inafune nel 2015, sembra che a pochi mesi dall’uscita abbia quasi deciso di ritirarsi e non di crederci più. In realtà il gioco è perfettamente funzionante e convincente. A partire fin da subito dal genere e dalle tante possibilità che vengono date al giocatore. ReCore è un platform duro e puro, di quelli che non si vedevano più da un bel po’ di tempo. Joule salta da una piattaforma all’altra, raggiunge e supera corridoi e stanze seguendo percorsi molto articolati, il tutto in una sorta di “open world”, che ci permette di esplorare le varie porzioni della mappa senza troppe domande. ReCore è però molto di più. È anche un dungeon crawler, uno shooter con qualche sbavatura e quasi un jRPG, con tante boss fight create in perfetto stile giapponese. Con Joule ci sarà sempre un percorso stabilito per risolvere una missione: si inizia raggiungendo un determinato dungeon, si esplora il territorio per aprire la porta (bot batterie o nuclei speciali) e si percorre dall’inizio alla fine, sbloccando man mano sembra nuovi obiettivi. Il tutto accompagnato dal commento del padre di Joule, che farà chiarezza su Far Eden e sulle sue rovine. Accanto a Joule troviamo i nucleobot, speciali compagni in grado di esserci di supporto durante la nostra avventura. Si inizia con Mack, un fedele cagnolino robot, ma presto ne arriveranno tanti altri. Non manca poi la possibilità di migliorarli, utilizzando il crafting. Raccogliere elementi in giro per la mappa e trovarli ci permette di costruire gambe e corpi migliori, così come potenziali grazie ai nuclei strappati dai nemici. Mischiati tra di loro, questi elementi rendono ReCore un titolo divertente, adatto veramente a tutti i tipi di giocatori.

ReCore è un enorme calderone di cose divertenti da fare, ma tutte brutalmente interrotte a metà, ad iniziare dal sistema di combattimento che è profondo e divertente, con tantissime opzioni per le battaglie: si può saltare, schivare il colpo, liberarsi da un attacco nemico con una serie di tasti e combinazioni diverse, si possono cambiare i colpi in base al tipo di nemico, estrarre rapidamente il nucleo per finirli il più in fretta possibile, inanellare una serie di combo e utilizzare il compagno per attaccare. Peccato però che sia tremendamente facile e raramente siamo morti in battaglia. Anche il sistema di crafting risulta limitato e ci permette di modificare sì qualcosa, ma senza esagerare. Sembra quasi Inafune e il suo team abbiano avuto paura di osare, limitando sensibilmente le possibilità date da questi due elementi. Limiti che però non sono presenti nel level design. In ReCore a brillare su tutto è sicuramente il design dei livelli e del mondo di gioco: enormi scheletri di strutture meccaniche sono riversate a terra, morenti e abbandonate oramai da due secoli. Le montagne svettano alte, quasi a proteggere quel territorio oramai ricoperto esclusivamente di sabbia. Il tutto con qualche abitante, che abita in strutture apposite in grado di resistere anche alle tremende tempeste (di sabbia) che ogni tanto fanno capolino nel mondo di gioco. Una sorta di deserto, che accoglie creature molto ostili e in grado di farci del male senza troppo preavviso.

Di ReCore si apprezza la cura e l’amore riservato dai suoi creatori in tutto quello che rappresenta. C’è una storia, drammatica, che parla della ricerca della verità; una protagonista in grado di lottare per quellla stessa ricerca, pronta a sacrificarsi senza lasciare spazio a se stessa; un mondo con un’anima propria, ostile e crudele. Eppure ReCore è schiavo dei suoi limiti, che gli impediscono di prendere il volo e spiccare verso l’olimpo dei videogiochi. Occasione sprecata? Noi preferiamo definirlo come un esperimento. In futuro l’eredità di Inafune potrà essere raccolta, migliorata perché rappresenta un punto di partenza per le future esclusive Xbox One e i multipiattaforma. A patto, ovviamente, di mantenere quell’amore che i creatori riverseranno durante la programmazione e la progettazione.

Commento finale

ReCore è un titolo semplice, accessibile a tutti, che nasconde un grande cuore. Inafune voleva raccontare una storia, senza sottovalutare il gameplay. Il “compitino” viene svolto senza troppi problemi, ma è troppo poco per definirlo un titolo in grado di soddisfare tutti al 100%. Rimane un prodotto divertente, in grado di intrattenere alla lunga. Perfetto per prendersi una pausa dai soliti shooter con poca anima e quei platform poco ispirati.

Pro Contro 
– Level design senza sbavature. 
– Combat system profondo e immersivo…
– Sistema di crafting ben realizzato…
– Qualche piccolo calo di frame rate.
– … ma troppo semplice. 
– … molto limitato.
  Voto Globale: 70 

Rispondi

Ultimi Articoli