Recensione Datura


Un viaggio dark

Lo schermo sfuma e lascia intravedere un lettino di ambulanza. Siamo distesi con un lenzuolo su di esso e una dottoressa è indaffarata a cercare di salvarci la vita. Qualcosa ci suggerisce di staccare i cavi che monitorano il nostro battito cardiaco e lo facciamo, agendo con l’unica mano che appare su schermo. L’azione provoca la perdita dei sensi, mentre la dottoressa tenta un ultimo tentativo di recupero delle nostre forze vitali tramite l’attività di defribillazione del cuore. La celebre frase iniziale della Divina Commedia di Dante Alighieri (“Mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita…”) appare come a presagire quello che il protagonista dovrà incontrare. Un viaggio spirituale attraverso i ricordi del proprio inconscio come strumenti per trovare la strada che porta alla vita.

Al risveglio ci ritroviamo in una strana foresta. Ci guardiamo attorno e vediamo che, oltre a foglie secche che cadono e si accumulano alle altre sul terreno, svolazzano alcuni insetti, tra mosche, api, farfalle, mentre il cielo grigio non ispira certo fiducia.

Non resta che addentrarci tra le vie solcate della natura per capire cosa ci aspetta.

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Per capire meglio la storia di questo videogioco, partiamo dal significato del titolo. Datura è il nome di un fiore tanto bello quanto velenoso. La sua natura ha ispirato gli sviluppatori a generare una foresta nella quale trovare il modo di risalire agli eventi che hanno portato il protagonista a giacere su un letto di ambulanza, scoprire chi erano i suoi amici e parenti, le sue aspirazioni. Non sappiamo infatti chi stiamo impersonando. Il viaggio mistico è quindi utile per capire la verità.

La foresta, accessibile ad aree alterne in modo da non trovarsi subito spaesati, mette a disposizione diversi enigmi. Risolverli appare dapprima come una pratica molto semplice e banale, visti gli aiuti che appaiono su schermo. In seguito gli aiuti diventano man mano sempre meno presenti introducendo un senso di gestione davvero personale dell’avventura.

La soluzione di enigmi porta a comprendere i ricordi, ovveri i pezzi del puzzle, che porteranno alla verità finale.



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