Recensione Hitman: Absolution


Azione furtiva o diretta?

Hitman Absolution è un sequel vero e proprio di Blood Money, e vede l’agente 47 alle prese con il caso Diana. Senza entrare troppo nella trama di gioco, evidando di rovinarvi l’avventura, il protagonista torna in azione con il solo scopo di far luce su certi aspetti misteriosi che ruotano attorno all’agenzia.

Il viaggio che attende l’agente 47 lo porterà a conoscenza di certi aspetti che prima ignorava e di certi elementi che l’agenzia gli teneva allo scuro. IO Interactive e Square Enix hanno svolto un lavoro certosino, infatti la trama di gioco è ricca di suspance e colpi di scena, tutto ciò che al giocatore sembra scontato viene spazzato via in un battito di ciglia, nel quale Hitman: Absolution si mostra in gran forma portando il giocatore all’interno di un contesto particolare, spettacolare in certi momenti, e nel quale resterà incollato per ore e ore, circa venti per la durata dello storyline.

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Hitman Absolution è un titolo dalle mille facce. La struttura dei livelli e sottolivelli è sempre aperta e mai lineare. Ad affiancare il punto di forza della produzione (lo storyline) ci pensa una più che buona struttura di gioco che sà soddisfare sia l’utente che ama lo stealth o l’utenza che ama fare una carneficina, da notare però che tutti coloro che sceglieranno quest’ultima strada saranno penalizzati da un punteggio minore al termine del livello/sotto livello.

Ogni livello che attende il giocatore offrirà numerose strade, armi e opportunità per l’eliminazione del bersaglio designato, una scelta che permetterà all’utenza di agire come più preferisce. Da notare che durante l’avventura ci troveremo davanti a livelli che porteranno il giocatore ad agire con maggiore libertà, ma anche altri dove l’unica via da percorrere è quella che ci si prospetta davanti, questa eccessiva libertà che a tratti si trasforma in eccessiva linearità non va a pesare per nulla.

Se il giocatore avrà la possibilità di agire come pare e piace, ci sarà un punteggio a premiare la sua invisibilità all’occhio nemico. Questo punteggio permetterà al giocatore di acquistare tecniche, travestimenti e quant’altro che gli permetterà di affrontare i livelli in modi sempre differenti. Le tecniche che si potranno acquistare non andranno ad influenzare per nulla la giocabilità, in quanto non renderanno più facile l’esperienza di gioco, al contrario, il lavoro svolto da IO Interactive sotto questo punto di vista è da premiare, perchè ci troviamo di fronte ad un titolo mai calcolato, dove ogni personaggio a schermo è dotato di una sua intellingenza comportamentale e già a livello di difficoltà normale, il titolo risulta tosto, ovviamente se affrontato con superficialità.

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Nella schermata principale di inizio partita si ha a disposizione una scelta su cinque di livello di difficoltà. Il primo è destinato a chi ama l’azione pura, fregandosene se rispettare le tecniche stealth. Il secondo punta sull’azione ma predilige comunque un approccio stealth per mantenere un profilo tipico della serie. Il terzo è orientato sulla modalità stealth con un uso anche più marcato delle tecniche di ingaggio con i nemici. Il quarto è il livello prediletto dagli amanti del genere, ove tutto è reso molto difficile. Il quinto e ultimo livello, il Purista, è dannatamente difficile in quanto sarete solo voi e il vostro istinto. Nessun aiuto. Nessun indicatore a schermo. Il massimo per chi vuole provare ad essere veramente l’Agente 47.

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