Spettacolare come al cinema
“And the Oscar goes to…” verrebbe da dire in favore di Visceral Games. Il titolo è stato realizzato con una cura e un dettaglio impressionante. Gli effetti su schermo sono tangibili, a cominciare dalla palette cromatica, fino all’illuminazione sempre perfetta e ricca di sfaccettature come i bagliori, i riflessi, per non parlare poi delle animazioni ottimamente realizzate persino nel riprodurre i vari volti, fornendo tante diverse espressioni ai protagonisti che come veri attori catturano il giocatore in una esperienza videoludica dalla chiara impronta cinematografica.
Basti citare alcune situazioni come le fasi iniziali, dove tra il caos cittadino di luci e colori, auto e pedoni, avversari intenti a farvi la pelle, lo schermo è perennemente messo sotto un bombardamento visivo senza eguali, il tutto fluido con un framerate fisso di 30fps.
Il titolo poi offre delle ambientazioni di gioco che sono caratterizzate da un tocco artistico stupendo. Un esempio sono i momenti in cui si opera nello spazio, tanto da far impallidire un colosso come Mass Effect 3, e la parte finale, dove, senza svelarvi nulla, Dead Space 3 fa una summa del meglio assistito finora.
L’audio è bel realizzato tra effetti sonori e dialoghi in italiano ottimamente realizzati, anche se rari, rarissimi casi di mancata sincronizzazione con il labiale si manifestano. Le musiche che compongono il tappeto musicale sono state adeguatamente collegate alle scene di gioco così da enfatizzate il gameplay, anche se, va detto, mancano quei momenti di thrilling unici a cui eravamo abituati.
Il level design è creato a regola d’arte. Ogni ambientazione ha il suo perché, il suo modo d’essere scoperto e sfruttato, proponendo sempre quel giusto grado di libertà in ambienti che non sono poi vasti in termini di ampiezza ma lunghi se percorsi dall’inizio alla fine di un percorso. Non esistono problemi che possono portare a frustrazione, tranne il rimanere chiusi in un angolo per il poco spazio, ma in questo caso il problema è il giocatore.
Buona l’IA, che varia a seconda del tipo di avversario, che sia umano o necromorfo, impegnando il giocatore ad un approccio diverso e sempre ragionato.
Peccato invece per alcuni movimenti legnosi del protagonista, che in situazioni concitate, mostra il fianco ad una realizzazione non ottimizzata. Le coperture poi non vanno sempre bene e a volte non rispondono come gli viene impartito per via dei tempi di reazione non efficaci.
Che giochiate su console o su PC, il risultato finale è identico. Il team non ha voluto, stranamente, favorire i possessori di personal computer, ma lasciare che ogni tipo di giocatore avesse il medesimo risultato. In questo modo le richieste minime di configurazione sono decisamente meno esigenti ed un PC anche non performante può tranquillamente godere dell’avventura offerta da Dead Space 3.