Recensione Toki Tori 2


Puzzle a go-go

Toki Tori 2 porta il giocatore senza introduzioni ne tutorial all’interno di questo universo colorato lasciandoci spaesati per l’intero tratto iniziale. I ragazzi di Two Tribes hanno voluto utilizzare con questo “sequel” un metodo sperimentale, che porterà il giocatore a vivere un’esperienza di gioco che chiederà ad esso di andare a prove per l’avanzamento, ovvero spingendo cosi il giocatore a provare e riprovare per comprendere il giusto meccanismo.

Inizialmente il titolo vi porta all’interno di un mondo apparentemente semplice. Gli elementi degli scenari iniziali che reagiscono alle nostre azioni sono decisamente pochi, permettendo cosi al giocatore di trovare la soluzione all’enigma con molta facilità, ma man mano che si procede nell’esplorazione delle diverse aree della mappa, il tasso di sfida diventa gradualmente sempre più difficile.

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Gli elementi attivabili all’interno dello scenario possono essere attivati con le azioni del pulcino. Facciamo un esempio concreto: il nostro fischio non solo sarà in grado di generare l’arrivo di una farfalla, ma causerà un movimento costante dei restanti elementi ambientali presenti, come spaventare i nemici nel buio, svegliare creature sonnolenti. Ad aggiungere un pizzico di difficoltà, spesso e volentieri il giocatore si ritroverà con un singolo elemento ambientale il quale avrà più funzioni a seconda della circostanza, come ad esempio alcuni granchi nascosti all’interno di casse di legno che possono diventare all’occorrenza piattaforme capaci di spostare il pulcino da un lato all’altro.

Questa rete di incastri logici cresce di livello in livello, arrivando nelle fasi avanzate a livelli di complessività elevati che saranno d’ostacolo a certi giocatori.

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