Il CEO di Apple rischia grosso.
Così si presenta la situazione di Apple in questi giorni caldi precedenti al probabile annuncio di iPhone 5S, e la sua controparte economica: confusa.
Tim Cook è stato criticato fortemente per via della sua abilità di gestione molto distante dal suo predecessore, e defunto Steve Jobs.
Si parla di un CEO che sa ascoltare, annuire e mantenersi calmo, ma al minimo errore prende e licenzia (caso Scott Forstall dopo il fallimento dell’app Mappe). Steve Jobs invece era impulsivo, diretto, però permetteva a chi sbagliava di migliorare.
Appunto così che molti dipendenti vogliono vivere l’esperienza Apple: un continuo migliorare per arrivare a portare sul mercato progetti impossibili. La costante pressione con cui il “Leonardo” Jobs gestiva i punti fermi da raggiungere non lasciava scampo: lavorare sodo o fallire.
Tim Cook sembra non avere una linea guida precisa. Il suo obiettivo al momento è semplicemente migliorare i prodotti e portarli sul mercato in una chiave di rinfresco. Niente progetti impossibili sotto il cofano.
Durante le Start-up si vive un’aria di tensione e il fascino della mela è andato via via scemando. Sempre più ingegneri decidono di cambiare lavoro o azienda perché non si sentono rappresentati, ma soprattutto invogliati a lavorare per qualcosa di grande. Inoltre, con orari di lavoro stressanti e senza una linea guida da seguire gli analisti sono pronti a porre il freno per fare chiarezza.
l’Apple di fine estate 2013 è al momento un’azienda dagli incassi d’oro ma che inizia a perdere identità. Cosa riserverà dunque il futuro quando una buona fetta di ingegneri rimpiange l’ex CEO?