Grand Theft Auto, the legend


GTA: San Andreas (2004)

Ricordo che da piccolo andai da un amico e comparve sul suo PC il trailer di gioco, Rockstar North stava lavorando al più grande e ambizioso progetto di sempre, correndo anche molti rischi, ma rispettando anche il suo stile un po’ diverso rispetto ad altri sviluppatori più legati alla frase “Squadra che vince, non si cambia”.

Siamo nel 2004, e il 29 Ottobre solo per PlayStation 2 GTA San Andreas giunge sugli scaffali dei negozi di mezzo mondo. La versione PC è arrivata insieme a quella Xbox giusto otto mesi dopo, nel Giugno 2005. Divenuto il gioco più venduto di tutti i tempi su PlayStation 2, le ha donato linfa quando proprio nel 2004 è stato rilasciato il modello Slim. Da allora vendita di console e GTA sono salite alle stelle, delineando nella storia due leggende che proseguivano il percorso di vita sullo stesso binario.

Dalla calda Vice City, città circoscritta e piena di vita, veniamo catapultati in una mastodontica  San Andreas, non la città vista nel primo capitolo originale, ma lo stato intero. La mappa è enorme, la più articolata e dettagliata della saga. Tre città fanno da sfondo alle vicende del protagonista Carl Johnson: Los Santos; San Fierro; Las Venturas. Ispirate a livello architettonico da Los Angeles; San Francisco e Las Vegas.

Il motore grafico ha ormai compiuto passi avanti, gettandosi a capofitto nella gestione di animazioni complesse, enormi ambienti interni ed esterni. Le missioni in San Andreas sono più lunghe e ricche di imprevisti, ovviamente anche i nemici saranno più ostici e meglio armati che in Vice City. La difficoltà di gioco è stata notevolmente aumentata, anche grazie all’abbondanza dello spazio di gioco, cosa che ha creato non pochi grattacapi in alcune missioni.

Carl Johnson, abbreviato “CJ” è un afro-americano nato e cresciuto nel Ganton, ghetto dove si erge gloriosamente Grove Street, ospitante la omonima gang locale che all’inizio del gioco, nel 1992, sta vivendo una crisi d’organizzazione e di potere a favore dei rivali Ballas. CJ viveva una vita d’azione e di potere insieme al fratello più grande Sweet, e poi quello più piccolo Brian. Durante un’imboscata, i Ballas uccidono Brian e CJ viene accusato ingiustamente di essersi distratto, ma non riuscendo a digerire la vicenda e accettare la morte del fratello decide di partire e rifarsi una vita.

L’obiettivo è andare a Liberty City e condurre una vita normale, cosa che non riesce per due motivi: CJ torna a lavorare per il crimine, solo che ora è per la mafia; l’opinione di amici e parenti nei suoi confronti dopo la partenza lo schiacciano sotto un masso di giudizi. Dopo tutto però l’eccentrico personaggio trova una nuova vita a Liberty, riuscendo con il tempo ad adattarsi ai nuovi ritmi; ma un giorno il fratello Sweet lo chiama e lo informa della morte della madre, avvenuta in una imboscata dei Ballas. E’ l’inizio di una lunga storia che parte dai bassifondi fino a risalire la vetta della criminalità. A differenza di GTA:Vice City, CJ non cerca potere per affermarsi, ma vuole scoprire chi ha ucciso la madre e perché. Una storia di vendetta e ricerca disperata di libertà. Un lungo redimersi che attraverserà le tre città del gioco coinvolgendoci in missioni da far venire il mal di testa e tanti insegnamenti sull’amicizia e come affrontare situazioni dure.

GTA: San Andreas da peso maggiore a una trama dinamica ed estesa; l’enorme mappa di gioco, le attività secondarie; la personalizzazione del personaggio e tutti gli altri elementi hanno dato credito alla saga, non più considerata un fritto misto di no-sense o cliché ma una vera e propria vicenda paragonabile a un film. Gioco apprezzatissimo sotto ogni punto di vista, ma purtroppo tenuto a bada da una critica inferocita e alimentata da pregiudizi (e interessi).

Rockstar ha saputo organizzare tantissime idee senza perdere il senso dell’ordine. Rispetto a Vice City, non è solo la mappa a segnare il passo avanti, ma tutto il resto, compreso dettagli minimali. L’enorme inventario di armi può permetterci di giocare con tutte e due le mani riempite di attrezzatura da guerra. Il modo in cui spariamo, ci muoviamo; la stazza fisica; il vestiario; il modo di guidare: ogni azione possibile è stata posta al vaglio di un team veramente in gamba e potremo far avanzare il personaggio tra le decine di missioni avendo la sensazione di respirare aria di GDR. Lungi dal definire GTA:San Andreas un ibrido, ma le tonnellate di personalizzazioni e migliorie per il personaggio hanno richiamato dall’inconscio degli appassionati il desiderio di essere totalmente liberi e finalmente anche poter nuotare in acqua senza morire al primo tuffo.

Dove Rockstar sembrava ancora una volta arrivata al capolinea, ha saputo cogliere la balla al balzo e lasciare tutti di sorpresa. Poi, l’introduzione delle BMX è stata un desiderio esaudito di un gruppo di fans veramente incalliti.

 

GTASanAndreas

 

 

 

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