Troppi DLC inquinano il prodotto.
I downloadable content sono stati una moda molto pubblicizzata nella generazione uscente di console, tanto da attirare a sé critiche di ogni genere. Seguiti dei famosi “Expansion pack”, a differenza di questi i DLC sono più snelli e spesso, a parità di ampliamento dell’esperienza su un titolo: costosi.
In TURN 10 si sta dibattendo sul sistema di microtransazione di cui è dotato Forza Motosport 5, rivelatosi un piccolo flop poiché gli acquirenti e fan della saga hanno reputato la strategia di implementare meccaniche free-to-play in un full priced game un vero e proprio schiaffo morale.
Ma il problema non è solo in casa Microsoft oppure in Sony, in realtà è abbastanza generalizzato. Si è sperato molto in una Next-Gen (per Next-Gen intendiamo anche giochi PC) pronta a benedire titoli di qualità e soprattutto scevri il più possibile di contenuti sparisi in rete da acquistare con i ricavati della vendita di un rene. L’utenza aveva “avvertito” a modo suo e attraverso critiche, a partire dal termine dell’E3 2013, gli sviluppatori riguardo flop commerciali.
Le scarse vendite di DLC riguardanti Forza Motosport e anche quelle legate ad esempio a Battlefield sono un segnale chiaro: i videogiochi non devono essere macchine macina soldi.