Recensione Tomb Raider Definitive Edition

Lara è tornata, di nuovo.

Versione testata PlayStation 4
Una delle sorprese più interessanti ed inattese del 2013 è stata sicuramente il reboot della serie forse più emblematica della storia dei videogames: Tomb Raider. 
Come molti di voi sicuramente sapranno, il reboot operato da Crystal Dynamics, che a partire dal settimo capitolo in ordine di uscita, Tomb Raider Legend, ha ereditato le redini di una delle ip più importanti del publisher EIDOS, non è il primo restart della serie. Già a partire da Legend infatti, Eidos ha più volte tentato di rilanciare un brand che sembrava oramai appassito e destinato all’oblio. E’ tuttavia solo con il titolo lanciato nel 2013 che la protagonista indiscussa delle serie ha ricevuto giustizia con un capitolo che ha finalmente fatto tornare al centro Lara Croft.
Rimandandovi a quanto detto in sede di recensione della versione current gen per una valutazione completa del titolo, in questo articolo ci concentreremo essenzialmente sulle principali innovazioni introdotte dalla Definitive Edition con l’approdo nella next gen e valuteremo, in appendice, se questa edizione vale davvero il prezzo pieno a cui è venduta e soprattutto se puo’ essere indirizzata anche a coloro che hanno già giocato alla versione Xbox 360 e PS3.

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La prima grande novità che balza immediatamente agli occhi del videogiocatore è lo straordinario lavoro operato sul modello poligonale del volto di Lara, apprezzabile particolarmente nelle cut scenes renderizzate con il motore del gioco. Non soltanto più poligoni ma un intero, l’ennesimo, facelift, hanno ancora una volta stravolto, in meglio, il volto della nostra eroina che perde adesso i tratti vagamenti orientali che avevano caratterizzato la Croft del reboot current gen. Le espressioni del volto, il movimento degli occhi e delle labbra e soprattutto un sistema di illuminazione avanzato che fa largo uso di sub-surface scattering, una particolare tecnica di renderizzazione che tiene conto di un considerevole numero di varianti nella rifrazione della luce sulla pelle, contribuiscono a rendere l’intera esperienza ancora più realistica e cruda.

Vi basterà far ruotare la telecamera ed osservare il volto spaventato, insanguinato ed infangato di Lara, il movimento degli occhi che tradiscono tutto il terrore provocato da eventi troppo grandi per una fanciulla appena maggiorenne, per accorgervi, anche in-game, delle differenze tecniche di questa Definitive Edition. Particolarmente impressionanti in questo senso le macchie di sangue e di fango che ricoprono volto e abiti di Lara e che cambiano in relazione ai movimenti di Lara, modificandosi sotto la pioggia o sparendo del tutto, ad esempio, attraversando una palude.

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Sulla sinistra Lara Croft nella versione 2013; a destra la nuova Lara della definitive Edition  

Non è di certo una novità per chi ha giocato alla versione PC del titolo, ma anche la chioma di Lara subisce un upgrade in questa Definitive Edition, con l’utilizzo della  tecnologia TressFX che rende più realistici i movimenti dei capelli, influenzati ora non soltanto dalle azioni della protagonista, ma anche dagli agenti atmosferici, come il vento che soffia o la pioggia battente.

Molti miglioramenti ha subito anche il modello poligonale del corpo di Lara, con circa il doppio dei poligoni visti nelle versioni Xbox 360 e PS3; nessuna novità, purtroppo, se è questo che vi state chiedendo, alle misure del reggiseno: la mastoplastica additiva a cui si sottoporrà Lara Croft con la maturità dei capitoli anni ’90, non ha ancora trovato spazio sul corpo giovane e fresco della protagonista, qui raccontata all’inizio della sua epopea da avventuriera. Se tuttavia poche gioie riserva il “fronte”, non lo stesso si puo’ dire del “retro”,  dove i nostri amabili sviluppatori pare abbiano aggiunto qualche chiletto per dare rotondità e “burrosità” a ciò che per il 90% dell’avventura vi ritroverete a fissare.  Esaurita questa breve, ma speriamo apprezzata digressione “TintoBrassiana” (Lara Croft, inutile nasconderlo, è stata il sogno proibito di chi vi scrive sin dai tempi della pubertà), torniamo al titolo che, come è noto, gira a 1080p e 60fps: la versione PS4, inizialmente annunciata come bloccata a 30fps al pari di quella Xbox One, nonostante qualche sporadico calo, ci è sembrata abbastanza stabile.

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A giovare delle potenzialità tecniche del nuovo hardware Playstation è certamente anche l’ambientazione, l’isola misteriosa di Yamatai nel triangolo del drago. Texture fino a quattro volte più grandi ed una fisica decisamente migliorata rendono la location decisamente spettrale, con piante e foglie che si muovono con maggiore credibilità. Anche i già ottimi effetti particellari presenti sulla versione 360 e PS3 sono stati ulteriormente implementati, e le fiamme e l’ illuminazione dinamica hanno ora un livello davvero impressionante, al pari della controparte PC.

Con la Definitive Edition fanno la loro comparsa anche i comandi vocali (nella versione PS4 attivati automaticamente quando presente la Playstation Camera), che permettono di accedere in maniera più veloce ad alcune funzionalità, come ad esempio alla mappa, alla modalità furtiva ecc. Qualche piccolo problema abbiamo rilevato nella telecamera di gioco che, in alcune circostanze, resta bloccata, rendendo più difficile il completamento di alcuni enigmi ambientali.

Versione Definitiva?

Se si esclude qualche piccolo extra presente in questa versione, come gli abiti diversi sbloccabili per la protagonista, l’edizione digitale del comic book di Dark Horse dedicato a Lara, il documentario webThe Final Hours” ed un artbook con disegni inediti, questa Definitive Edition aggiunge ben poco alla versione comparsa lo scorso anno sulle console dell’oramai passata generazione. Qualcosa in più sotto questo profilo si sarebbe potuto sicuramente fare, magari introducendo DLC esclusivi o sequenze aggiuntive da “director’s cut”.

Commento finale

Vale la pena acquistare questa Definitive Edition a prezzo pieno? Se non avete giocato il reboot su PS3 o Xbox 360, decisamente si. Tomb Raider è sicuramente uno dei migliori action adventure dello scorso anno e rende giustizia sia alla IP, sia ad una protagonista diventata icona della cultura Pop degli anni 90 tanto da comparire persino sul palco di un concerto degli U2 come ologramma. Questo restyling non fa che accrescere l’appeal di un prodotto curato e divertente sotto ogni punto di vista, sebbene diretto ad un pubblico sicuramente più maturo rispetto ai precedenti capitoli.

Qualche dubbio in più potrebbe porselo chi, invece, ha già terminato l’avventura sulla current gen; se siete tuttavia fan sfegatati della serie, non avete nient’altro a cui giocare su PS4 (e, visto il desolante panorama di questi primi mesi di next gen, non ci sarebbe da meravigliarsi) allora siamo sicuri che questo Tomb Raider agli steroidi vi darà più di qualche soddisfazione. 

Pro Contro 
– Tecnicamente eccellente
– 1080p e 60fps
 
– Nessun Extra per chi ha giocato la versione old gen
 
  Voto Globale: 90  
  
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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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