Recensione The Legend of Zelda: The Minish Cap

Invasione di Minish

Versione testata GameBoy Advance (Virtual Console Wii U)

The Legend of Zelda: The Minish Cap, sviluppato da Capcom sotto la supervisione di Nintendo, è il terzo episodio della saga incentrato sulle vicende legate alla Quadrispada. Si tratta di una sorta di prequel di Four Swords che, uscito su GameBoy Advance nel 2004, portò numerose innovazioni alla saga, mutuando dal multiplayer di Four Swords stesso molte delle novità di gameplay. 

Il titolo dal 29 maggio è arrivato anche sulla Virtual Console Wii U, dandoci così l’occasione di ritrovare il buon vecchio Egeyo e di dare nuovamente la caccia al perfido Vaati. Sarà ancora cattivo come lo ricordavamo?

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Un bel cappello

C’è un clima di grande festa ad Hyrule, dove ricorre l’anniversario di un evento importante: narra la leggenda che molti, molti anni fa, delle piccole creature semidivine scesero sulla terra per riportarvi la pace e sconfiggere le forze del male che la stavano minacciando.  Si trattava dei Minish i quali, donando una spada magica ad un giovanissimo eroe, gli permisero di rinchiudere il male in un grande forziere. Così ogni anno da allora il regno si ferma, per festeggiare i piccoli eroi del passato. 

Questo però è un anno importante: si narra anche, infatti, che ogni cento anni i Minish tornino a far visita agli abitanti di quelle terre. Veniamo così catapultati in uno di questi centenari, con la principessa Zelda in fibrillazione per la grande festa che si tiene in città. Link viene così condotto alla festa, ma un evento nefasto è in agguato: un giovane Vaati si è infatti aggiudicato il torneo che mette in palio una spada confezionata dal fabbro Smith e la possibilità di stare al cospetto della spada sacra. Assetato di potere, Vaati cerca la Forza distruggendo la spada e liberando le forze del male. Non trova però ciò che cerca: senza darsi per vinto decide allora di cercare altrove, non prima però di mettere a repentaglio la vita di Zelda lanciandole contro un incantesimo maligno. La piega presa dagli eventi costringe così Link a partire alla ricerca dei Minish, i soli che potrebbero riparare la spada e salvare la principessa.

Questo è dunque l’incipit della nostra avventura, che ci vedrà girovagare in lungo e largo per il mondo di gioco alla ricerca dei quattro elementi necessari a forgiare una nuova spada. Il titolo, il primo e unico della serie sviluppato e pensato completamente per il GBA, è però famoso per aver introdotte molte novità nel mondo di Zelda. Incontriamo innanzitutto il “simpatico” Egeyo, un uccello parecchio particolare che in questo episodio diverrà il tipico cappello verde di Link. Ma oltre ad essere un elegante copricapo, il volatile non volante avrà un ruolo ben più importante nel corso degli eventi: in determinate circostanze sarà infatti proprio grazie ad Egeyo se potremo cambiare le dimensioni del nostro eroe, che potrà così diventare più piccolo di una ghianda. Questo importante espediente ci darà modo di affrontare i dungeon da prospettive totalmente diverse, permettendoci di esplorare il mondo del minuscolo e di raggiungere aree altrimenti inesplorabili.

Oltre alle possibilità offerte dal nostro cappello vivente, che ci permetterà anche di eseguire altre azioni oltre a rappresentare una sorta di guida per non perdere mai di vista gli obiettivi della nostra missione, ci troveremo poi di fronte anche ad altre novità derivate in misura più o meno marcata proprio dalla struttura multigiocatore di Four Swords. “Funghi fionda”, “guanti talpa”, nonché le fusioni, saranno solo alcune delle possibilità a nostra disposizione per risolvere gli enigmi ambientali che il solito, ottimo level design ci metterà di fronte, oppure per ottenere potenziamenti e rupie extra. Possiamo parlare anche di alcune delle mosse che Link sarà in grado di imparare dai vari maestri di spada incontrati lungo il cammino, come ad esempio la possibilità di quadruplicarsi, ricalcando in parte quanto avveniva proprio all’inizio di Four Swords.

Ma se dungeon e gameplay sono ad oggi un ottimo esempio di come un titolo debba venir sviluppato, il colpo d’occhio sul mondo in due dimensioni di questa piccola perla non fa rimpiangere i graficoni dei titoli moderni. Un gusto un po’ retrò e nostalgico ci ha accompagnato indietro nel tempo, facendoci ricordare quanto fosse all’avanguardia per l’epoca quella console vagamente esagonale creata da Nintendo. Una prospettiva semplicemente perfetta e sfondi evocativi, accompagnati da alcuni effetti sonori indimenticabili (come la voce di Zelda che ci grida dietro per invitarci ad affrettare il passo verso la festa), sono solo l’ultimo degli ingredienti necessari a farci amare di nuovo questo capolavoro. Inutile aggiungere poi altre parole sulla colonna sonora, che remixa brani vecchi e nuovi in un cocktail in grado di aggiungere ancora qualcosa in più al nostro meraviglioso viaggio nei ricordi. L’emulazione su Wii U è ancora una volta decisamente buona, con il filtro antialiasing che fa egregiamente il suo lavoro anche sullo schermo del televisore, ma che ovviamente rende in maniera magnifica soprattutto sulle più appropriate dimensioni del Wii U GamePad. Va citata, infine, la sempre gradita possibilità di creare punti di recupero in qualsiasi momento, creando un salvataggio immediato tramite l’utilizzo del tasto R.

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Commento finale

The Legend of Zelda: The Minish Cap è un titolo che non può assolutamente mancare nel bagaglio di cultura videoludica di ogni giocatore. Esemplare per level design e capacità di innovare nella tradizione una serie che già all’epoca del nostro primo incontro con i Minish aveva raggiunto la maggiore età, la collaborazione tra Capcom e Nintendo era riuscita a produrre un gioco portatile all’avanguardia anche dal punto di vista tecnico.

Come un ottimo vino conservato per anni gelosamente in cantina all’interno di una botte di rovere, l’imbottigliamento di questo capolavoro all’interno della Virtual Console Wii U permette oggi ai palati raffinati di deliziarsi ancora con il suo gusto fruttato, mentre i sommelier in erba avranno una ghiotta occasione per avvicinarsi a sapori forse dimenticati. 

Pro Contro 
– E’ la leggenda di Zelda all’ennesima potenza
– Finisce troppo presto
  Voto Globale: 98  
 
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