Recensione Murdered: Soul Suspect

Tutta storia, niente gameplay?

Versione testata PlayStation 4.

Se diamo un rapido sguardo all’universo videoludico ci si accorgerà presto che gli Adventure Game occupano una fetta di mercato particolarmente ridotta, caratterizzata principalmente da prodotti come Beyond Due AnimeThe Walking Dead di TellTale Games Series. Possiamo includere nella cerchia anche avventure come L.A. Noir e tutti quei giochi in grado di proporre una trama davvero magica, il tutto scandito da momenti action e di risoluzione dei puzzle. Come questi titoli, Murdered: Soul Suspect si basa effettivamente su una forte componente narrativa, forse in alcuni momenti così preponderante da fagocitare il gameplay stesso.

Ma procediamo con ordine…

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Il “Killer della Campana” e la sua scia di morti

Il protagonista è Ronan, ex galeotto che ha deciso di tornare sulla retta via arruolandosi nelle forze di Polizia. Durante un inseguimento e una colluttazione con un misterioso uomo incappucciato, Ronan vola letteralmente dall’ultimo piano di una palazzina, ferendosi gravemente. Come se non bastasse lo stesso criminale decide quindi di porre fine alla vita dell’agente, piazzandogli sette proiettili in corpo.

L’eroe non è però totalmente incosciente. La sua anima è infatti uscita dal corpo al momento dell’impatto e Ronan diviene così l’unico testimone del suo stesso omicidio. Da qui il protagonista si troverà in un vero e proprio limbo, luogo a metà strada tra la vera realtà dopo la morte e la vita terrena. Questo blocco è dovuto ad alcuni motivi che ne impediscono l’ascesa al cielo, costringendolo ad indagare sulla propria morte e sul pericoloso “Killer della Campana”. 

Che Murdered: Soul Suspect sia una grossa citazione a Ghost di Zucker è solamente un dato di fatto. Questa volta non ci troviamo però di fronte a una storia d’amore, bensì di di amicizia e protezione nei confronti della medium coprotagonista che darà una grossa mano a Ronan durante la sua avventura. Ci fermiamo qui con la narrazione dato che il vero punto di forza si basa completamente su una trama particolarmente interessante e fitta di colpi di scena, il tutto impreziosito da un finale davvero scoppiettante. 

L’avventura terrà impegnato il giocatore per circa 7-8 ore senza esplorare a fondo le varie location. La città di Salem è fitta di oggetti collezionabili in grado di raccontare al meglio i vari casi accaduti nel corso degli anni. Raccogliendo ogni oggetto e indizio si potrà contare su almeno due o tre ore aggiuntive di gioco.

Investigare, investigare, investigare… e poi?

Il sistema di controllo si basa sulla più classica concezione di avventura grafica in terza persona. Il giocatore si troverà quindi nei panni di un Ronan fantasma impegnato in una serie di indagini, in modo da ricostruire pezzo per pezzo ogni scena del crimine e passare alla location successiva. Come facilmente prevedibile, il protagonista possiede una serie di poteri che occorre sfruttare al meglio durante l’indagine. E’ possibile infatti possedere il corpo di un essere vivente e leggerne i pensieri, stregare alcuni oggetti per distrarre gli NPC, entrare nel corpo di un gatto e muoverlo nella direzione desiderata, attraversare i muri non benedetti e, addirittura, beneficiare di una sorta di teletrasporto. 

Possiamo tranquillamente suddividere le sessioni di gioco in due macro situazioni: Ronan si troverà prima a dover raggiungere una determinata locazione della città di Salem, poi prenderà il via la fase di indagine vera e propria per giungere al pezzo successivo del puzzle.

Salem è fitta di personaggi con cui interagire, anche se la maggior parte sono solo elementi di contorno. Esplorando la città ci si potrà imbattere nei sopra citati oggetti collezionabili e fantasmi che hanno bisogno di aiuto. Accettare di indagare vorrà dire dare il via a una piccola subquest basata purtroppo sulla stessa tipologia di raccolta degli indizi e di risoluzione del caso visti nella Storia principale. Avremmo preferito affrontare delle missioni aggiuntive in grado di spezzare il gameplay base del gioco. 

Le indagini sono quindi il vero cuore dell’intera esperienza. Ogni scena del crimine proporrà un determinato numero di indizi da raccogliere, per poi passare alla formulazione della soluzione. Sarà necessario vagare per lo scenario di gioco, esaminare gli oggetti e poi concludere l’indagine scegliendo gli indizi più importanti alla risoluzione del caso. Talvolta sarà necessario addirittura possedere un personaggio e indurlo a pensare a un determinato indizio, sbloccando di fatto un pensiero e svelando una nuova prova. Gli sviluppatori non hanno purtroppo pensato a un sistema di penalizzazione nel caso Ronan sbagli la scelta degli indizi chiave. In pratica in caso di errore ci si ritroverà una valutazione finale bassa, senza però causare alcuna ripercussione sul gioco finale. Non esistono bivi e la possibilità di sbagliare una tesi è davvero ridotta ai minimi termini dato che il tutto è davvero molto suggerito.

I nemici dove sono? 

Per spezzare la ripetitività dell’azione, gli sviluppatori hanno deciso di inserire alcune fasi stealth scandite dalla presenza di pericolosi demoni, imbattibili se affrontati di petto ma facilmente eliminabili se presi alle spalle. Per capire i movimenti dei cattivi è presente un tasto ad hoc, in grado di marcare perfettamente i lineamenti dei demoni e osservarli anche attraverso i muri. Studiando quindi i movimenti si può scivolare alle spalle del nemico e far partire l’esorcismo.

La meccanica potrebbe anche funzionare ma ci troviamo di fronte a una soluzione fin troppo ripetitiva e non sempre precisa: se per qualche strano motivo il sistema di puntamento dovesse decidere di non selezionare il demone, ci troveremo alla mercé del “cattivo” e saremo obbligati a nasconderci in anfratti ultraterreni. L’esorcismo risulta inoltre molto banale, poiché per eseguirlo saranno proposti al giocatore dei Quick Time Event sempre molto semplici. Sono anche presenti delle pozze demoniache impossibili da attraversare in forma di anima, ma comunque gestibili possedendo un essere vivente. 

Murdered: Soul Suspect non propone in realtà di veramente innovativo. I momenti di invasione dei demoni, che dovrebbero spezzare la monotonia delle indagini, finiscono invece per esasperare il giocatore, desideroso di vedere come va avanti la trama principale e scoprire tutti i misteri di Salem, città moderna in apparenza ma tuttora ancorata al passato e alle tradizioni tramandate di padre in figlio.

Altro titolo che soffre in Cross-Gen

Davvero poco da dire sul comparto tecnico del gioco. Murdered: Soul Suspect è un software cross-gen che purtroppo non riesce a sfruttare al meglio le potenzialità delle console di nuova generazione e si limita a proporre un motore di gioco tutt’altro che ispirato e non proprio al top. Buono il character design dei personaggi principali mentre gli NPC sembrano essere dei veri e propri cloni. Molto buona l’aria cupa che si respira tra le vie di Salem, oscura cittadina piena di strani personaggi e pericolosi segreti. Purtroppo l’interazione con l’ambiente è davvero ai minimi storici e abbiamo riscontrato una serie di fastidiosi rallentamenti durante le fasi esplorative.

Ottimo il comparto audio grazie soprattutto a un sapiente utilizzo delle musiche di sottofondo e alla presenza di un buon doppiaggio completamente in italiano.

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Commento finale

Murdered: Soul Suspect è il più classico esempio di opportunità sprecata. Il concept partorito da Airtight Games è senza dubbio interessante ma gli sviluppatori avrebbero dovuto osare di più cercando di donare al gioco un gameplay più vario e profondo. L’avventura di Ronan possiede purtroppo solamente una trama particolarmente curata, senza proporre un sistema di gioco all’altezza della situazione. Tecnicamente siamo lontani anni luce dalla beltà di alcune produzioni current-gen, anche se il comparto audio ci ha davvero convinto. 

Un vero peccato quindi: Murdered: Soul Suspect avrebbe potuto dare una sferzata al genere degli Adventure Game; si limita, invece, ad una serie di enigmi e indagini scontate e tutt’altro che complicate.

Pro Contro 
– Buon carachter design
– Trama abbastanza interessante
– Comparto audio ben strutturato
– Il gameplay dov’è?
– Fasi stealth del tutto inutili
– Graficamente mediocre
– NPC che sembrano più morti di Ronan
  Voto Globale: 65 
 
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