Recensione Spongebob HeroPants

Cosa succede quando Spongebob diventa un supereroe?

Versione testata PlayStation Vita.

Creare un videogioco basato su un film attualmente in uscita nelle sale cinematografiche in linea di principio non è una cattiva idea. Rende felici i giocatori che hanno apprezzato la pellicola e nello stesso tempo frutta una cifra solitamente proporzionale al successo. Quella che è invece una cattiva idea è fare leva sulla popolarità di un marchio, un personaggio o una serie solo per propinare al pubblico una vera e propria schifezza. Della popolarità della spugna gialla di Nickelodeon e dei suoi compagni non è il caso di dubitare: qualsiasi persona fuori di testa semplicemente li ama senza farsi troppe domande sull’inverosimilità di fuochi accesi in fondo al mare, spugne parlanti e scoiattoli acquatici. Sulla capacità di Behaviour Interactive di trarci un videogioco degno di essere chiamato tale, invece, si può dubitare. Eccome.

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Salviamo il mondo, tanto per cambiare

Spongebob Heropants comincia dove il film finisce: il nostro eroe e i suoi amici hanno salvato il mondo dalla minaccia di Barbaburger e recuperato il libro magico, che è magico perchè qualsiasi cosa che vi viene scritta sopra si avvera. Ma non appena Bikini Bottom torna alla normalità, ecco che un nuovo problema sorge dal nulla: al libro mancano delle pagine, che sono misteriosamente sparite. Ciò sta provocando dei singolari fenomeni, quali l’anarchia totale dei robot di Plankton verso il proprio creatore, hamburgers che prendono vita e attaccano gli abitanti, uno Squiddosauro a spasso nel parco e altro ancora che non vogliamo rovinarvi (si fa per dire, dato che nulla di per sè funziona). Cosa si fa allora?

Bubbles, il delfino parlante che regge per qualche strano motivo l’ordine cosmologico, compare dal nulla uscendo da un triangolo spaziale e chiede a Spongebob e compagni di trovare la causa dei problemi, se possibile recuperando anche le pagine mancanti del libro. Per aiutarli concede loro il privilegio di ritrasformarsi nelle versioni SUPER dei personaggi già viste nel film: ovvero Invincibolla per Spongebob, Patrick Gelataio (non ha un nome ufficiale e noi non abbiamo più molta fantasia), Stonatore per Quiddy, Iron Crab per Mister Crab (anche questo l’abbiamo inventato noi, ed è azzeccato dato che è palesemente una rivisitazione crostacea di Iron Man), Scoiattolo per Sandy, Planthulk per Plancton. 

A questo punto, dopo il prologo, termina anche l’interessa del giocatore. Passi per la trama con un’originalità ai minimi storici, tanto che era quasi meglio riproporre le vicende della pellicola animata, ovvero Spongebob Out of The Water, passi anche un’incapacità narrativa capace di costruire qualsiasi cosa di interessante nel proseguo delle vicende (gli altri tre intermezzi animati si limiteranno a un “bene, abbiamo fatto questo, passiamo a questo, finiamo con questo, ciao a tutti”), il videogioco si concretizza in qualcosa di informe che non sa nè di carne nè (peculiare caso per un’ avventura in fondo al mare) di pesce.

Chiamatemi Invincibolla!

Il gioco è costituito da 15 livelli, 5 ambientati a Bikini Bottom, 5 nella preistoria (che è solo Bikini Bottom più scura), 5 nella mente di Spongebob alias il paese dello zucchero filato. Fine. L’avventura dura tre ore se siete veramente imbranati e vi piace gettarvi nel vuoto o camminare da fermi verso le pareti, dal momento che la difficoltà è completamente assente. Terminata la trama, non c’è nient’altro da fare, se non raccogliere 15 collezionabili che vi vengono praticamente messi in mezzo al cammino e che solo un cieco sarebbe capace di non riuscire a trovare, e le varie pagine del libro, solo un paio delle quali propriamente “nascoste”. Per raccoglierle tutte sarà necessario rigiocare completamente i vari livelli con altri personaggi, perchè le porte che le custodiscono si aprono solo in presenza di questo o quello.

I personaggi giocabili sono sei, e li abbiamo elencati a proposito delle trasformazioni: Spongebob e compagnia. Le loro versioni super sono appena divertenti da utilizzare, saltano più un alto e picchiano più forte, ma si potrebbe tranquillamente completare il gioco senza utilizzarle neppure una volta. Sono, in effetti, l’unico elemento degno di nota e su quale la produzione vorrebbe concentrarsi: ma non ci riesce, non offre alcuna sfida degna di renderle fondamentali e le inserisce giusto per richiamare il film della spugna gialla. La meccanica è quella di un gioco action con piattaforme, ma definirlo platform sarebbe propriamente un insulto ai platform, dunque ce ne asteniamo: livelli discretamente lunghi, pedane qua e là, nemici in ogni dove, strada dritta che porta dall’inizio del livello alla sua fine senza un minimo di incertezza.

Per i livelli sono sparse delle monete che fanno un suono odioso quando le si raccoglie, ma l’audio riceverà la sua giusta dose di odio nel prossimo capitolo. Ciò che preme qui sottolineare è l’importanza delle monete: ovvero nessuna. Teoricamente potenziano i personaggi alla fine di ogni livello, quando potrete usarle per effettuare upgrade vari. Nella pratica restano un bell’ornamento, dato che non serve potenziare nulla per completare il gioco. Dal momento che il potenziamento super dei personaggi è temporaneo, semmai con le monete potrete ridurre i tempi di ricarica e di utilizzo, dato che è molto frustrante tornare alla versione base mentre state saltando o combattendo. A parte questo, interesseranno solo a chi vorrà per qualche strano motivo completare al 100% il gioco (la versione Ps Vita ha anche un platino, semplice ma noioso, esattamente come l’avventura proposta).

bella immagine

Ridatemi i frames

Il comparto tecnico è forse l’aspetto più desolante in assoluto, e questo già di per sè la dice lunga, dato che il gioco non brilla nè per trama, nè per meccaniche di gioco, nè per difficoltà, insomma non brilla e basta. Ma la programmazione del tutto, i modelli poligonali, le textures, le animazioni fanno veramente salire le mani ai capelli, e domandare se tra i programmatori non ci sia qualche elemento particolarmente sadico o cattivo che voglia uccidere Spongebob. Il gioco quando va bene gira sulla ventina di frames, che calano drasticamente fino ai numeri negativi nelle situazioni più concitate. Se sei o sette hamburges vi assalgono contemporaneamente, o l’inquadratura del livello si sposta, i frames praticamente non esistono più, spariti, caput. Spongebob inizia a spostarsi a scatti, Bikini Bottom sembra sull’orlo del collasso universale, i nemici diventano trasparenti, i vostri genitori vi chiedono perchè diavolo spendiate così i vostri soldi. 

Ma non è tutto: negli edifici che dovrebbero essere solidi si può tranquillamente guardare come se fossero trasparenti. Attraversare porte apparentemente chiuse non è un problema se ci si può passare come dei fantasmi attraverso. Oggetti che dovrebbero scendere al suolo sulle pedane restano sospesi in aria, poi scendono a proprio piacimento, secondo le proprie esigenze. Viene da pensare a uno scherzo, che Activision stia nascondendo il vero gioco da qualche parte. Invece purtroppo è tutto
vero, questo offre il convento.

Graficamente siamo ai minimi storici della poverà poligonale e dei dettagli visivi: a schermo ci sono pochi elementi, mal distribuiti tanto che spesso ostacolano il cammino, i colori sono o troppo spenti o troppo accesi, un calderone di piccoli errori che si trasforma in un pastrocchio generale. Spongebob non è bello da vedere, neanche gli eroi sono belli da vedere: se poi parliamo del sentire, è meglio scendere di sotto a giocare a pallone. Le musiche sono tutte uguali, in tutti i livelli, ricominciano da zero ogni tot secondi, la cosa migliore da fare è ridurre a zero il volume. L’unica nota positiva, il doppiaggio in italiano originale con le voci dei doppiatori ufficiali, è penalizzata dal fatto che quello che dicono i personaggi non si sente, perchè hanno la voce troppo bassa e perchè i suoni degli scenari e degli ambienti li sovrastano. La confusione che ne deriva dona un misto di ilarità, tristezza e compassione.

Commento finale

Spongebob HeroPants è un prodotto che non consigliamo neanche agli appassionati seguaci della spugna gialla, perchè risulta quasi ingiocabile se non supportato dalla giusta volontà d’animo. La produzione è palesemente indirizzata verso una scelta commericiale mal riuscita, che spera nelle vendite facili grazie al successo del film. Non c’è nulla che funzioni, dall’idea di fondo delle trasformazioni, al comparto tecnico grafico e sonoro, tutto si regge in piedi per miracolo, ma più spesso crolla su se stesso. Persino il leggendario carisma dei protagonisti e il non-senso caratteristico sono assenti: tutto quello che c’è è già stato visto nel film. Se vi piace Spongebob utilizzate il tempo a disposizione per i suoi cartoni animati, non per questo titolo.

Pro Contro 
– Probabilmente il fatto che dopo un po’ finisce
– Il doppiaggio è quello originale…
 
– … però non si sente quasi per niente
– … ed è ripetitivo fino alla pazzia
– … ed è programmato probabilmente da qualcuno molto arrabbiato col mondo
  Voto Globale: 40 
 
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