Recensione Fairy Fencer F [PC Steam]

Io credo nelle fate! Lo giuro, lo giuro!

Versione testata PC.

Compile Heart non è solo Hyperdimension Neptunia e ogni tanto decide di ricordarlo ai videogiocatori. Il primo squillo è arrivato il 19 settembre 2014, con l’uscita anche in Italia di una nuova IP esclusiva per PlayStation: Fairy Fencer F. Il secondo il 4 agosto scorso, quando il medesimo titolo è approdato su Steam, andando a fare compagnia a tutti i porting della serie dedicata alle CPU di Gamindustri.

Ma, proprio come successo con la serie Re;Birth, anche stavolta le novità della nuova versione si contano sulle dita di una mano…

Non vogliamo perciò  tenervi troppo a lungo sulle spine: la versione Steam di Fairy Fencer F è un porting diretto, senza alcuna funzionalità aggiuntiva rispetto a quanto visto su console. Abbiamo una manciata di DLC inclusi, alcuni che aggiungono al nostro inventario qualche pozione e oggetti “rari”, altri che sbloccano vie alternative per la Shukesoo’s Tower. Se avete già snocciolato il titolo su PlayStation 3 l’unico motivo che dovrebbe spingervi all’acquisto resta dunque la risoluzione portata a 1080p ed una fluidità generale migliore rispetto a quella vista nella scorsa generazione di console. Stop. Potete evitare di leggere oltre.

I giocatori PC, invece, dovrebbero dare un’opportunità a quello che è probabilmente uno degli Rpg meglio riusciti ai ragazzi di Compile Heart. E con calma, adesso, vi spieghiamo il perché.

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Fata o stalker?

Non tutti vogliono salvare il mondo. A Fang, per esempio, basta riempirsi lo stomaco e dormire 15-20 ore al giorno per essere felice. Il problema è che, proprio per raggiungere più facilmente questo obiettivo, il nostro pigro protagonista si ritrova ad avere a che fare con Eryn, una fata smemorata e piuttosto insistente, che vuole costringerlo a tutti i costi a diventare un Fencer. Ma cos’è un Fencer? Procediamo con ordine.

Tanto tempo fa, la Dea ed il Dio Malvagio intrapresero uno scontro mortale per il predominio sul mondo. La battaglia infuriò a lungo, ma non riuscì a decretare comunque un vincitore. Entrambi gli dei infatti, trafitti da innumerevoli spade dell’avversario, si ritrovarono sigillati in un sonno lungo e senza risveglio. Ma non tutte le spade (Furies) andarono a segno e così, con la loro carica magica garantita dalle fate che dimoravano al loro interno, iniziarono a fornire poteri straordinari a chiunque riuscisse ad estrarle dal terreno: i Fencer appunto.

È proprio estraendo dalla roccia una di queste spade leggendarie che Fang si imbatte in Eryn e, da quel momento in poi, tra gag e cliché tipici del genere, è costretto a viaggiare per tutta la regione di Zelwinds alla ricerca delle Furies perdute. La storia da qui in avanti non spicca in realtà né per originalità né per pathos ma, grazie ad una strana alchimia di leggerezza, crescita dei personaggi e un pizzico di fan service, riesce in qualche modo a fare da collante ai progressi del gioco, finendo per diventare, tra un sorriso e l’altro, anche molto piacevole!

Da Gamindustri a Zelwinds. E ritorno

Abbiamo esordito dicendo che Compile Heart non è soltanto Hyperdimension Neptunia. Abbiamo in parte mentito.

Se non fosse per la presenza di un protagonista e di diversi personaggi maschili, infatti, il clima di leggerezza generale ci farebbe presto dubitare di esserci mai allontanati da Gamindustri. A ciò, poi, si aggiunge la dichiarata ispirazione del gameplay a quello che muove i titoli che vedono protagonista Nep-Nep. Dungeon e combat system risultano così subito familiari per chi segue da anni le vicissitudini delle CPU e  ci vorranno pochi secondi per prendere confidenza anche con il complesso sistema di crafting di armi ed oggetti. Paradossalmente, però, il copia-incolla ha prodotto qualcosa di migliore rispetto all’originale e Fairy Fencer F risulta essere la naturale evoluzione di quanto già visto in Hyperdimension. Possiamo gustarci, allora, combattimenti vari e veloci, con serie di combo che vengono influenzate non solo dall’attacco scelto ma anche dalla forma che vogliamo far assumere alla nostra Fury: che sia spada, ascia, asta o falce, la Fury avrà sempre specifici e differenti punti di forza e debolezze, che possono essere compensati con combo oculate oppure con una delle innumerevoli fairy secondarie assegnabili alla nostra lama dopo aver raccolto altre Furies.

A tutto ciò si aggiunge una buona varietà di personaggi con abilità e specializzazioni differenti, una sorta di modalità HDD chiamata fairize (che consiste nella fusione con l’arma fatata) attivabile durante gli scontri e numerose missioni secondarie commisionate dai clienti del pub di Gullermo. Gli incontri casuali sono pressoché tutti facilmente schivabili e la difficoltà tarata verso il basso li rende quasi sempre piuttosto superflui. Peccato, però, che nemmeno il New Game Plus riesca a portare su standard accettabili il livello di sfida, rendendo di fatto meno necessaria l’eplorazione di tutto quel popò di personalizzazione che gli sviluppatori ci hanno messo a disposizione. A circa metà dell’avventura, poi, la piega presa dalla vicenza sembra essere un malcelato pretesto per allungare il brodo di un’avventura che, fino a quel momento, procedeva senza intoppi nonostante la sua manifesta semplicità.

Fayry Fencer F04

Uematsu? Amano? Ma siamo sicuri?

Fin dal lancio su PlayStation 3, Idea Factory ha voluto dare forte risalto alla partecipazione al progetto di due grandi maestri del genere jRpg: il compositore Nobuo Uematsu e il concept artist Yoshitaka Amano. In realtà, la partecipazione di Uematsu si limita ad un unico brano della OST del gioco, generalmente orecchiabile ma in definitiva tutt’altro che indimenticabile. Amano, invece, risulta a malapena riconoscibile all’interno di scenari troppo spesso spogli e privi di dettagli. Compensa in parte la limitata partecipazioni di questi celeberrimi maestri la conferma di Tsunako come character designer, che si rivela capace di creare ancora concept originali pur mantenendo forte il legame con lo stile dei personaggi di Hyperdimension Neptunia. E senza indugiare troppo sul fan service.

La struttura 3D dei dungeon proposta da Compile Heart, infine, risulta ancora una volta troppo povera e ripetitiva, popolata da nemici che spesso si differenziano tra loro per una semplice mutazione cromatica. Piuttosto spettacolari le animazioni delle abilità speciali, invece, che però finiscono per perdere qualche frame di troppo nella gestione degli effetti più complessi.

Commento finale

Fairy Fencer F per PC è la fedelissima riproposizione del gioco già visto e apprezzato un anno fa su PlayStation 3. Sotto certi aspetti uno dei migliori jRpg partoriti da Compile Heart, il titolo si perde come al solito nella cura dei dettagli grafici e nel livello di difficoltà, stranamente tarato verso il basso rispetto a quanto eravamo abituati con i giochi della serie Hyperdimension Neptunia. Nonostante i difetti rimane comunque un gioco di ruolo che tutti i pcisti amanti del genere dovrebbero tenere in considerazione.

Pro Contro 
– Combat system profondo e veloce
– Buon character design
– Troppo facile
– Dungeon e nemici spesso riciclati
  Voto Globale: 75 
 
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