Recensione Mad Max

My name is Max.

Versione testata: PlayStation 4.

In un periodo piuttosto interessante per le uscite videoludiche, basti pensare al solo Metal Gear Solid V che sta letteralmente monopolizzando l’informazione specializzata mondiale, irrompe sulla scena Mad Max, titolo sviluppato da Avalanche Studios e distribuito da Warner Bros. Inc. che si inserisce nel filone, oramai quasi saturo, dei giochi open world.

Parzialmente adombrato dalla fulgida luce dell’ultimo capitolo della saga di Metal Gear e dalla indigestione di open world degli ultimi tempi, Mad Max rischiava di passare inosservato, complice forse anche una tempistica non propriamente azzeccata che non ha saputo sfruttare al meglio il traino del film nelle sale. Ci saremmo persi in questo modo un buon open world ed un buon gioco che ha tante luci ma anche qualche ombra.

{media load=media,id=9966,width=853,align=center,display=inline}

My world is fire. And blood.

Australia: il mondo come lo conosciamo non esiste più. Una catastrofe ha spazzato via ogni forma di civiltà e con essa i vecchi dei, la morale, l’etica. Il pianeta è diventato un posto ostile e l’unica regola valida per ogni forma di vita è sopravvivere.

Alcuni, i nativi di questo mondo che ha conosciuto l’apocalisse, sono più fortunati: non ricordano nulla del mondo precedente. Altri, invece, conservano un legame, un ricordo del vecchio mondo e questo legame li ha resi folli. Max Rockatansky, Mad Max per i nemici, è uno di questi.
I fantasmi del passato, di coloro che non è riuscito ad aiutare, delle persone care che non gli sono sopravvisute, lo perseguitano. Ma anche lui, come tutti gli altri, vuole sopravvivere e per farlo deve raggiungere la Piana del Silenzio dove spera di trovare la pace e la serenità che la follia gli ha portato via.

Il gioco è ambientato poco dopo gli eventi narrati in Mad Max: Fury Road, pertanto dopo la morte di Immortan Joe, e, pur non seguendo pedissequamente la trama del film, ne riprende in larga parte il contesto e alcuni elementi sostanziali.

Dopo la morte di Immortan Joe, uno dei suoi figli, Scabrous Scrotus, domina quasi incontrastato nelle Wasteland grazie al suo esercito di Figli della guerra. Il nostro incontro con lo Scroto in questione, nella cut scene che apre il gioco, non è dei più felici e terminerà con una motosega nel cranio per lui e con la perdita della nostra amata vettura per noi.
Senza più nulla, se non l’aiuto di un goffo personaggio che ci ha affibbiato la santità (no, non è la storia di Padre Maronno) e che ricorda da vicino il Gobbo di Notredame, dovremo riuscire a crearci alleati tra le numerose fila dei nemici di Scrotus ed in questo modo guadagnarci il nostro lasciapassare e soprattutto gli strumenti per completare il viaggio. 

Come già detto, il gioco attinge a piene mani dall’iconografia del film, del resto già codificata in un misterioso archivio che George Miller avrebbe messo a disposizione sia del team di sviluppo del film che del gioco. Caratterizzazione dei personaggi, delle Wasteland, degli elementi che fanno da contorno al panorama desolante del mondo post apocalisse e soprattutto l’immancabile filtro arancione che colora le dune di sabbia e i rottami arrugginiti di vecchie navi, sono quindi quelli ben noti della quadrilogia cinematografica Milleriana. Non manca qualche divergenza ma il tutto appare comunque funzionale alla struttura del gioco e coerente.

Io vivo, Io muoio, Io vivo ancora.

Mad Max è un free roaming piuttosto classico su cui si innesta un elemento molto interessante che è quello della scarsità delle risorse. Il nostro personaggio dovrà lottare costantemente per procurarsi non soltanto acqua, benzina e proiettili, risorse essenziali per sopravvivere, ma anche rottami, una sorta di moneta universale utile ad acquistare gli upgrade per la nostra vettura e sbloccare la progressione nella main quest. Tuttavia dopo una prima fase in cui sarà possibile avvertire realmente la scarsità di queste risorse, con l’avanzare del gioco e la conquista degli avamposti, che forniranno un numero sempre crescente di rottami, l’ansia del procurarci risorse cala sensibilmente, vanificando uno degli elementi più originali, forse l’unico, della produzione.

La Magnum Opus è il vero grande protagonista di questo videogame e la gran parte delle operazioni che vi troverete a compiere nell’enorme mondo di gioco, saranno finalizzate a procurarvi upgrade per la vostra vettura. Con la perdita del nostro gioiellino nero e l’intervento di Chumbucket, la Magnum Opus, che nella bizzarra religiosità del nostro amico rappresenta la macchina del prescelto, diventerà l’obiettivo principale del vostro peregrinare. Le diverse missioni che si susseguono sono infatti tutte, o quasi, finalizzate al potenziamento della nostra vettura.

Chumbucket, un dito nero, ovvero un meccanico ed inventore, ci fornirà la manodopera necessaria, ma spetterà a noi procurarci il materiale spaciale per poter costruire gli upgrade. Questo, nella gran parte dei casi, ci verrà fornito dai signorotti della guerra locali, rivali di Scrotus, dopo aver guadagnato la loro fiducia portando a termine missioni come l’abbattimento di particolari nemici, la conquista di avamposti, o l’eliminazione dei totem che segnano lo spazio di influenza della fazione di Scrotus. Il numero di attività da compiere si esaurisce sostanzialmente qui, ed il tutto si riduce, già dopo una decina di ore, in una caccia all’upgrade. Sia chiaro non che il gioco sia noioso, tuttavia una maggiore varietà nelle missioni e qualche scelta più originale non avrebbero di certo guastato.

Tra gli upgrade sbloccabili nella main quest: un propulsore nitro, motori più potenti, arpioni, ecc. ognuno utile in particolari fasi della campagna principale. 

A questi si affiancheranno inoltre upgrade estetici, come nuove colorazioni e decalcomanie per la nostra Magnum Opus.

Il vasto mondo di gioco è inoltre disseminato di quest secondarie e luoghi nascosti che saranno visibili sulla mappa mediante l’utilizzo delle mongolfiere disseminate in giro per le Wasteland. Le Mongolfiere, che funzionano un po’ come le torri elfiche in L’ombra di Mordor, ci permetteranno di visualizzare non soltanto i punti di interesse sparsi per la mappa, ma anche di viaggiare velocemente da un punto all’altro. Dalle mongolfiere inoltre, potrete godere del panorama sulla vastità delle Wasteland, apprezzare il piacevole colpo d’occhio e tenere sott’occhio gli avamposti nemici.

Nonostante la presenza del viaggio rapido, le sessioni in auto sono piuttosto piacevoli e il feeling con la vettura,  sebbene prettamente arcade, tra derapate continue e perdite di aderenza piuttosto realistiche, considerando l’environment in cui ci si muove, è sempre ben costruito.

MadMax CarCombat
Le sessioni di combattimento sia a bordo della Magnum Opus, appositamente potenziata, sia a piedi, rappresentano uno dei pilastri principali dell’offerta ludica di Mad Max. Tuttavia le due modalità funzionano in maniera decisamente diversa. Mentre i combattimenti a bordo della vostra vettura sono altamente spettacolari ed emozionanti, quelli a piedi soffrono di una certa ripetitività di fondo, piuttosto strana se si pensa che il motore di gioco è lo stesso utilizzato per giochi come Batman Arkham Knight e L’Ombra di Mordor, tra i cui punti di forza poteva annoverarsi proprio il combat system.
A bordo della vostra autovettura, per eliminare i veicoli avversari potrete sia speronarli frontalmente (o laterlamente per danni più pesanti), oppure, affidandovi alle vostre doti da cecchino, mirare direttamente al guidatore con l’arpione e strapparlo dal posto di guida. Altra valida alternativa è, come sempre, puntare al serbatoio. 
I combattimenti corpo a corpo, invece, si concentrano tutti all’interno degli avamposti, per superare i quali si può adottare un duplice approccio: stealth o attacco frontale, previa eliminazione delle difese perimetrali.

Le difese perimetrali – rappresentate prevalentemente da cecchini, lancia molotov e lancia fiamma – possono essere superate con gli strumenti messi a disposizione della nostra Magnum Opus, ed in particolare l’arpione, per abbattere le torri nemiche e il fucile da cecchino. Tale approccio diretto, sicuramente il più gratificante, determinerà lo stato di allerta dell’intero avamposto, con un conseguente intensificarsi degli attacchi. Finalmente abbattute le difese, occorrerà poi penetrare all’interno a piedi e sconfiggere, in combattimenti corpo a corpo, una serie di nemici. Detta così sembra una operazione piuttosto esaltante, ma ripetetela per buona parte del gioco e capirete che ben presto la stessa potrebbe venirvi a noia.

Il combat system, come già accennato, non è mai particolarmente ispirato. Il problema principale delle sessioni a piedi è l’eccessiva “pesantezza” dei movimenti di Max. Il nostro personaggio si muove con lentezza, agisce e risponde ai nostri comandi con un po’ di lag  e dispone di animazioni limitate che, in definitiva, appesantiscono l’intero gameplay. A ciò si aggiunge un level design davvero da rivedere e alcune scelte incomprensibilmente datate, come l’impossibilità per il nostro Max di effettuare salti più in alto di una quaglia o quella, assurda, di limitare la scalabilità degli oggetti in soli punti prestabiliti. Tale ultimo elemento, ripetiamo incomprensibile viste le possibilità del motore di gioco, costringe il giocatore ad inutili giri e alla lunga potrebbe stancare.

Il personaggio di Mad Max può inoltre essere potenziato mediante “consulti psichiatrici” con un misterioso personaggio, Griffa, che apparirà non appena avrete eliminato un certo numero di Totem nella zona. Spendendo i punti esperienza guadagnati compiendo particolari imprese, come l’uccisione di un certo numero di nemici nel corpo a corpo, guadagnerete gettoni per il potenziamento del personaggio; con questi potrete incrementare il danno delle armi, la barra della salute, la capacità di estrarre più acqua dalle fonti o quella di consumare meno benzina e così via. Questo sistema di crescita del personaggio, pur piuttosto lineare, è ben congegnato e soprattutto funzionale alla sopravvivenza nelle Wasteland nelle fasi più avanzate del gioco.

MadMax Vehicular Combat

Ammirami

Se si esclude qualche calo nel framerate in alcune circostanze particolarmente concitate e qualche fenomeno di perdita di texture, (la versione provata lo ricordiamo è quella PS4), il comparto tecnico di Mad Max può considerarsi più che buono con i suoi 1080p a 30fps. A brillare è soprattutto il sistema di illuminazione dinamica, capace di offrire scorci davvero suggestivi, sia in pieno giorno – con i colori iper saturi e le ombre nette e taglienti tipiche dell’outback australiano – sia di notte.
A tal proposito il ciclo giorno/notte fornisce più di una suggestione, così come pure gli effetti metereologici ed in particolare le tempeste che ciclicamente flagellano, in tutta la loro devastante bellezza, le Wasteland. Assente il doppiaggio in italiano, ma buono quello originale in inglese con sottotitoli in italiano, sebbene la voce del doppiatore inglese di Max appaia non del tutto azzeccata rispetto alle fattezze del personaggio.  

Ma alla fine questo Mad Max com’è ?

E’ questa la domanda che, sono sicuro, vi starete facendo e a cui proverò a rispondere nel prossimo paragrafo

Commento finale

Mad Max è un ottimo esponente del genere free roaming. Il comparto tecnico riuscito, un gameplay divertente  soprattutto nelle sessioni in auto, ed il sostrato narrativo piuttosto fedele al film nelle sale, lo rendono un prodotto davvero consigliato per coloro che hanno amato Mad Max: Fury Road. Per tutti costoro, al voto riportato qui in basso, aggiungete pure un paio di punti. Alcune scelte di level design ed un gameplay a volte leggermente ripetitivo e che non rischia mai una trovata originale, potrebbero lasciare perplessi, invece, tutti gli altri giocatori.
Nel complesso Mad Max resta un buon prodotto, con qualche rimpianto, soprattutto per alcune buone trovate che forse avrebbero meritato un approfondimento.

Pro Contro 
– Tecnicamente buono
– Imperdibile per i fan
– Tante buone idee…
– … solo abbozzate
– Level design discutibile
– Diventa ripetitivo dopo una decina di ore
  Voto Globale: 79 
 
{vsig}games/multi/MadMax/review{/vsig}

C

Rispondi

Ultimi Articoli