Recensione Amnesia Memories

Morte, amore e psicosi: storie di una ragazza senza memoria.

Versioni testate: PS Vita; Steam.

Non è usuale che un otome game come Amnesia Memories arrivi in Occidente. Tanto meno lo è la possibilità che i fan, o meglio, le fan del genere possano facilmente mettere le mani su titoli che, spesso e volentieri, hanno dato vita ad anime famosi e ad una serie più o meno corposa di fan-fiction. Per questo per un critico di sesso maschile, come il sottoscritto, non solo è inconsueto avere a che fare con giochi di questo tipo, ma è anche un po’ spiazzante trovarsi ad essere corteggiato da un manipolo di bishonen intenti ad attentare alla castità della nostra paladina virtuale. D’altra parte, se il nome del genere significa “gioco per ragazze” un motivo ci sarà. 

Ma se si riesce un attimo ad immedesimarsi nell’eroina (o, perché no, in uno dei suoi spasimanti), ecco che di colpo ci troviamo di fronte alla più classica delle visual novel e… ehi, non è nemmeno tanto male!

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Un coleottero per amico…?

Amnesia Memories è, dicevamo, una visual novel pensata principalmente per il pubblico femminile, che sviluppa 5 storie romantiche attorno ad una protagonista silente e senza nome, che ha perso ogni memoria del suo passato a causa dell’incontro-scontro con uno spirito antropomorfo (o entomo-morfo?) di nome Orion. La componente rosa è quindi preponderante e le reazioni dell’eroina, privata nello scontro anche della sua personalità, sono quelle ormai stereotipate del genere shōjo e degli harem reverse.

Non sorprende più di tanto, quindi, che nel suo viaggio attraverso i cinque mondi paralleli dove conduce cinque vite diverse, l’eroina si limiti a farsi trascinare dalla corrente piuttosto che prendere decisioni forti. Si tratta di una scelta praticamente obbligata, sia dalle premesse narrative sia dai canoni del genere di appartenenza. Quello che sorprende piacevolmente, invece, è la presenza di una componente noir piuttosto marcata, che fa da filo conduttore tra tutte le storie.

La trama, una sorta di continuo viaggio spazio-temporale tra mondi paralleli, affronta quindi, con buona varietà, le conseguenze dell’effetto farfalla, sviluppando 4-5 finali differenti per ogni mondo di gioco e trovando la propria apoteosi nel quinto mondo, dove i finali diversi (seppur parzialmente riciclati dagli altri mondi) sono veramente tanti. Ogni scelta in-game acquista così, giustamente, il proprio peso, spingendoci a giocare e rigiocare ogni arco narrativo più e più volte. Certo, non possiamo paragonarla alla complessità di uno Steins; Gate o dei Virtue’s Last Reward, ma il livello è comunque più che discreto.

I personaggi della vicenda risultano poi ben caratterizzati, pur nella loro stereotipata personalità: abbiamo lo tsundere gentile contrapposto allo yandere dolce e premuroso, il megane distaccato fissato con la logica e, infine, il casanova interessato all’unica ragazza che non è caduta immediatamente ai suoi piedi, l’eroina appunto. Ma Shin, Kent, Ikki e Toma, così come Orion, Ukyo, Sawa, Mine, Waka e Rika, diventeranno così familiari con il giocatore che, alla fine, sarà facile riuscire a riconoscere le loro battute ancor prima di leggere la didascalia o sentire la loro voce. 

Affetto, fiducia e sospetto

Il flusso di gioco è basato unicamente su una serie di scelte di dialogo tipiche dei simulatori di appuntamenti, che vanno a modificare alcuni parametri di intesa con il personaggio maschile protagonista di ciascuna dell cinque route: Affection, Trust e Suspicion. In un caso particolare abbiamo anche il parametro Doubt, ma è pienamente giustificato dalla storia, non preoccupatevi. Il livello di questi parametri determina l’andamento della storia nel mondo prescelto, dando seguito ai diversi finali di cui abbiamo parlato poc’anzi. Sono importanti, inoltre, i messaggi e le chiamate ricevute sul cellulare dell’eroina, che danno indizi cruciali sulle vicende antecedenti la perdita della memoria e permettono di affrontare i dialoghi con maggiore consapevolezza.

Tutte le storie partono il primo agosto e giungono a conclusione nell’arco di circa un mese. Raggiunto un finale, i progressi vengono salvati sul file system ed il giocatore è costretto a selezionare l’opzione New Game o continuare da un salvataggio precedente. Al raggiungimento di determinati obiettivi, vengono sbloccati immagini, video e nuove voci del menù di gioco. Raggiunti tutti i finali (QUI la guida) resta ovviamente ben poco da fare, se non cimentarsi nei due minigiochi presenti, che hanno anche il loro forte collegamento con la storia: una variante della morra cinese e qualche sfida di hockey ad aria. Oppure si può provare a cercare tutte le battute aggiuntive nascoste nelle immagini CG bonus.

Amnesia Screen02

Davvero molto belli i disegni e gli artwork dei personaggi, anche se la presenza di sfondi un po’ troppo minimalisti ed in bassa risoluzione (si nota soprattutto a 1080p) rovina un po’ l’atmosfera. L’audio accompagna piacevolmente le ore di gioco con una colonna sonora azzeccata, ma il doppiaggio giapponese è perennemente fuori sincro rispetto ai (pochi) movimenti facciali.

PC vs Vita

Il gioco è uscito in Europa il 25 agosto 2015 su Steam (27,99€, sconto del 40% al lancio) ed il giorno successivo è approdato anche su PS Store per PlayStation Vita (29,99€). Abbiamo avuto modo di provare entrambe le versioni e siamo rimasti un po’ perplessi per l’incapacità dimostrata da Idea Factory di implementare, ancora una volta, un menù di gioco interamente touch screen su PS Vita. In pratica le uniche funzionalità touch si limitano all’avanzamento dei dialoghi e alla ricerca di battute bonus nelle CG. Davvero troppo poco.

Per quanto riguarda la versione PC, nota di demerito per la risoluzione degli sfondi, che risultano piuttosto sgranati in Full HD. Non ci sono altre differenze di peso, se non un fastidioso sfarfallio della versione Steam durante i dialoghi ed una maggiore velocità dello scorrimento forzato del testo. Manca, infine, l’effetto trasparenza su Orion nei punti di gioco in cui lo spirito inizia a separarsi da noi.

Commento finale

Amnesia Memories è una discreta visual novel ed un buonissimo otome game, tanto che ho dovuto litigare con la mia ragazza per poter testare anche la versione PS Vita. Un’ottima longevità e una storia sufficientemente intricata ne fanno un titolo da tenere in considerazione sia se siete amanti dell’uno che dell’altro genere. 

Pro Contro 
– Storia rosa ma con marcate tinte noir
– Tante strade da percorrere
– Character design molto curato
– Testi solo in inglese
– Sfondi poco ispirati e di bassa qualità
– A tratti un po’ sdolcinato
  Voto Globale: 75

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