Konami forte del successo avuto con PES 2016, ci riprova con PES 2017!
Versione testata Xbox One
Il nuovo capitolo di Pro Evolution Soccer, la saga calcistica che, sebbene abbia avuto più bassi che alti in questi anni, è riuscita a rinascere e a ritornare tutto sommato ai fasti di un tempo, grazie all’ottimo lavoro, cominciato lo scorso anno con PES 2016 (che ha avuto un grande successo) e plasmato dagli sviluppatori con PES 2017. L’ultima fatica della software house giapponese, rappresenta quindi un lavoro quasi sopraffino e maturo come non si vedeva da almeno un decennio in casa Konami, la quale è riuscita a cancellare gli anni di “oblio” e a riportare alla ribalta il gioco calcistico, che anche nei momenti di maggior difficoltà, ha avuto e continua ad avere milioni di appassionati in tutto il mondo.
Reduci quindi dal buon successo commerciale ottenuto l’anno passato, gli sviluppatori erano chiamati ad un compito piuttosto arduo, ovvero riuscire a mantenere quanto di buono vistosi in PES 2016, senza stravolgere sostanzialmente le meccaniche di gioco ma bensì amalgamando queste ultime con i nuovi elementi che sono stati introdotti in PES 2017. Konami sarà quindi riuscita a rispondere nella giusta maniera alle richieste dei fans o no?
Scopritelo con noi nella recensione di Pro Evolution Soccer 2017!
Rivoluzione? No, grazie!
PES 2016, ha riportato Konami a non essere considerata più come “alternativa” al suo acerrimo e incontrastato rivale, ma bensì a giocarsela per lo “scettro” di migliore simulazione calcistica presente sul mercato; quindi è palese come la software house giapponese, sia riuscita ad ottenere il risultato raggiunto lo scorso anno, grazie agli errori commessi in passato. Infatti, sebbene abbiano in parte “distrutto” la nomea di Pro Evolution Soccer, dall’altro hanno rappresentato una vera e propria “manna dal cielo”, facendo sì che Konami, rinnovasse il franchise come mai accaduto in precedenza.
L’obiettivo quindi, per raggiungere la maturità, è stato quello di non rivoluzionare la formula, la quale resta sostanzialmente invariata, anche in questo PES 2017, ma cercando di andare a limare quei difetti emersi nella passata “stagione calcistica”. La prima sostanziale differenza, che risalta dopo pochissimi minuti di gioco, è data dal nuovo “Real Touch Control” ovvero il controllo della palla è stato riscritto da zero, rappresentando quindi la vera “revolution” rispetto allo scorso anno.Così come avviene nella realtà, anche in PES 2017 ogni calciatore, ha peculiari caratteristiche, quindi i calciatori più tecnici come Ronaldo, Neymar, Messi, sono capaci di stoppare con precisione il pallone (nella quasi totalità delle azioni) rispetto a quelli meno dotati tecnicamente, che non permettono di effettuare giocate particolari.
Al sistema di controllo della palla, è stato aggiunto “l’Advanced Collision System”, introdotto lo scorso anno in Pro Evolution Soccer 2016, il quale ha permesso al titolo di elevarsi ulteriormente rispetto al passato, sfoggiando quindi movimenti in campo, contatti e una fluidità complessiva delle animazioni senza precedenti.
Tali aggiunte, hanno portato gli sviluppatori a migliorare decisamente anche i dribbling, in quanto ora è possibile eseguire giocate che permettano di evitare il pressing asfissiante della difesa avversaria, la quale, come visto nel trascorso capitolo della serie, tenderà sostanzialmente ad adattarsi rapidamente, nel corso del match, al nostro stile di gioco, costringendoci ad effettuare modifiche tattiche per far breccia nel muro difensivo che si porrà dinanzi a noi.
Inoltre, dato che ormai Konami si è discostata dal rendere il gioco un corri corri generale per arrivare in porta, concentrandosi più sul realismo piuttosto che su uno stile prettamente “Arcade”, ha deciso di migliorare anche il sistema di passaggi, che in PES 2016, forse ha rappresentato il vero punto di debolezza del gioco (non perché non funzionasse a dovere, ma al contrario sembrava essere troppo banale arrivare in porta) e che invece stavolta, sebbene continui ad essere un’arma in più, in quanto ci darà modo di scavalcare i difensori avversari soprattutto grazie ai migliorati passaggi filtranti, richiede una certa applicazione, in quanto risulterà essere più difficile eseguire un passaggio perfetto. Infatti, mentre si effettua il passaggio, sarà necessario tenere conto di svariati fattori come la vicinanza al difensore, l’impatto sul pallone e la posizione del corpo.
“PES 2017 restituisce un feeling palla al piede davvero realistico e convincente, non soltanto per quanto riguarda le giocate di fino, dribbling e tricks, ma anche grazie ad un sistema di costruzione del gioco, molto più lento rispetto al passato, caratterizzato da una fitta rete di passaggi e da una serie di tatticismi ben ragionati”
Discorso diametralmente diverso deve essere fatto per quanto riguarda i traversoni in area, che risultano essere troppo efficaci, garantendo quindi un buon esito nella stragrande maggioranza dei casi. Basta infatti andare sul fondo e crossare al centro dell’area avversaria per andare a concludere in porta e sebbene, non vorrà dire che il gol sia assicurato, rappresenta comunque un elemento un po’ troppo poco bilanciato. In particolare, quando avremo modo di battere un calcio d’angolo, circa 3 volte su 4, il nostro attaccante riuscirà a colpire agevolmente la sfera di testa, andando così ad impensierire la difesa avversaria ma non il portiere. Infatti, il non riuscire a segnare, è dato dal fatto che, la software house ha enormemente migliorato i portieri (implementando nuove animazioni atte a garantirne una maggiore affidabilità fra i pali), che in PES 2016, non si erano dimostrati così efficaci e che invece stavolta risultano essere in grado di dare quella sicurezza che era decisamente mancata. Gli estremi difensori sono ora capaci di gestire al meglio l’avanzata dell’attaccante, anche in situazioni in cui il goal è quasi certo, eseguendo parate decisive, ai fini del risultato, anche in occasione di conclusioni da fuori area o sui calci piazzati.
Anche nelle situazioni più concitate, ovvero durante una mischia in area, i portieri sono davvero reattivi, evitando quindi che la porta resti scoperta dopo una parata o in caso di respinta, quest’ultima non avverrà più esclusivamente centralmente, ma anche lateralmente, evitando quindi di prendere quei goal, in tap-in, al limite del ridicolo. C’è però da sottolineare che qualche piccola incertezza permane sui calci d’angolo (i quali risultano essere stati rivisti quest’anno), con i portieri che rimangono fissi sulla linea di porta, lasciando gli attaccanti liberi di colpire di testa e rispondendo poi, con parate spettacolari che vanno sostanzialmente a salvare il risultato. Quindi, è palese, sebbene non rappresenti una vera critica, come il sistema risulti essere un tantino poco bilanciato, proprio perché, ad errori madornali, corrispondono situazioni in cui i portieri avversari saranno praticamente impenetrabili, aumentando di conseguenza la nostra frustrazione nel non riuscire a far breccia e quindi a far goal.
Non soltanto il portiere ci ostacolerà dal concludere efficacemente la nostra azione d’attacco, ma, dovremo vedercela anche con la nuova Intelligenza Artificiale adattiva, la quale rende ogni partita a sé, diversa dalle altre e portandoci a modificare il modo in cui costruiamo e concludiamo le nostre azioni. Non potremo incaponirci dal cercar di arrivare in porta esclusivamente in un solo modo, in quanto la CPU avversaria, proprio come un computer che impara, tenderà ad adattarsi rapidamente, costringendoci quindi a variare i nostri attacchi (pressing intensivo, tiki-taka e marcatura stretta) per arrivare alla conclusione. Possiamo utilizzare il tiki-taka per costruire una fitta rete di passaggi, oppure puntare tutto sulle ripartenze veloci o sul gioco sulle fasce, nel caso in cui disponiamo di giocatori dotati di ottime capacità di corsa, mentre in difesa potremo puntare a stringere le marcature sul portatore di palla o concentrarci sulla difesa dell’area di rigore. Inoltre abbiamo dalla nostra, anche la possibilità di scegliere il livello di aggressività della squadra, gestendo quindi il baricentro della stessa e modificandolo in relazione al risultato della partita; ad esempio potremo chiuderci in difesa, per difendere il risultato oppure aumentare il baricentro per schiacciare gli avversari in area, quando siamo sotto di un gol.
Ma non finisce qui, in quando la CPU anche nelle azioni d’attacco modificherà gli approcci in relazione alla nostra fase difensiva, il che rende l’intero sistema, nel complesso, veramente eccezionale e vario, come mai visto sino ad ora.
Quindi, la varietà di gioco è il vero caposaldo di questa produzione targata Konami, che si impreziosisce ulteriormente grazie all’IA adattiva; saranno soprattutto i nostri avversati ad utilizzare a dovere tutti gli strumenti a loro disposizione adattandosi alle specifiche situazioni di gioco; se ad esempio sono in vantaggio con una squadra con un Rating inferiore alla nostra, nei minuti finali tenderanno a perder tempo per portare a casa il risultato, o al contrario se ci stiamo giocando una qualificazione per la Champions League non esiteranno a portarsi tutti in attacco e tentare il tutto per tutto.
My Club 2017
Il gioco ci è stato consegnato proprio nel giorno di uscita e quindi abbiamo avuto modo di provare la modalità online, sin da subito; la prima notizia, che ci ha davvero resi felici, è il fatto che Konami, abbia deciso di garantire una maggiore costanza (settimanale) negli aggiornamenti, i quali nel capitolo precedente erano stati a dir poco abbandonati. Parlando più approfonditamente delle modalità presenti nel comparto multiplayer, abbiamo sostanzialmente quelle viste nel 2016; potremo selezionare una squadra e cercare di vincere più partite possibili per raggiungere la promozione alla categoria successiva o cimentarci nella “Lobby Gioco di Squadra”, una versione alternativa del Pro Club presente su FIFA.
La modalità su cui Konami ha però deciso di puntare tutte le sue forze è il My Club (alter ego dell’Ultimate Team di Electronic Arts); in particolar modo, per venire incontro ad un numero sempre più crescente di nuovi utenti, gli sviluppatori, hanno deciso di realizzare diversi tutorial che guideranno i neofiti alla scoperta di ogni minimo dettaglio di questa avvincente modalità (che non si discosta particolarmente dalla passata stagione calcistica virtuale).A differenza di quanto però avveniva in passato, in cui era praticamente impossibile ingaggiare con precisione un giocatore,PES 2017introduce all’interno di My Club, una nuova figura, ovvero quella degli osservatori (gli Scout), i quali, ci daranno una grossa mano per ingaggiare i giocatori migliori. Potrete utilizzare fino a tre osservatori contemporaneamente (affidando ad ognuno di essi determinati parametri per effettuare la ricerca), consentendovi in questo modo, con la giusta combinazione, di arrivare a spulciare dalla lista, il profilo che più si avvicina a quello da voi richiesto e che potrebbe rientrare nella vostra squadra.
Ogni osservatore, ha delle precipue caratteristiche, come la capacità di individuare solo giocatori provenienti da una certa nazione, appartenenti ad un campionato preciso, in relazione alla fascia di età, alle caratteristiche che stiamo ricercando e così via. Ovviamente gli osservatori più specifici saranno anche i più richiesti. Inoltre, per venire incontro alla profondità del sistema tattico del gioco, è stata introdotta una sezione di analisi delle abitudini dell’avversario, in modo tale da scegliere di volta in volta le tattiche più adatte alla specifica partita. Altre caratteristiche interessanti, sono legate alla possibilità di allenare la propria squadra in modo che non solo i nostri giocatori possano migliorare la propria intesa, ma riescano persino a migliorare le proprie prestazioni. Tutti potranno essere migliorati, ma c’è da dire che sicuramente quelli più scarsi aumenteranno di livello più velocemente rispetto a giocatori già “arrivati”. L’esperienza si guadagna sia completando le partite, sia convertendo i calciatori che non utilizzate più in allenatori. E’ stata implementata anche una piccola componente manageriale all’esperienza di gioco complessiva, in quanto, il numero di carte che potrete collezionare o gli allenatori che potrete conservare sarà potenziabile.
Una volta “arrangiata” la squadra dei vostri sogni, starà a voi decidere, se sfidare la CPU o cercare avversari online, in modo da guadagnare ulteriore esperienza o preziosa valuta da spendere per acquistare nuovi osservatori, agenti o oggetti per migliorare la forma fisica dei calciatori o rinnovare il loro contratto. La modalità Online, sebbene non si discosti particolarmente dal passato sembra funzionare piuttosto bene, il matchmaking è stato migliorato e salvo alcuni piccoli lag e leggere instabilità sul fronte Xbox One, il comparto non presenta incertezze degne di nota.
Fox Engine, ormai ai limiti? Tutt’altro!
Graficamente, il Fox Engine è arrivato davvero ad un livello di fotorealismo senza paragoni e sebbene non ci siano stati particolari stravolgimenti neanche sotto questo punto di vista, la software house giapponese ha inserito una serie di “features” atte a rendere l’esperienza di gioco ancora più realistica. Innanzitutto sono stati migliorati, seppur in maniera non evidentissima, alcuni modelli poligonali, in particolar modo per quanto riguarda gli elementi di contorno i quali ora risultano essere davvero ben fatti; il manto erboso, l’illuminazione dinamica, gli effetti meteo, i tifosi sugli spalti e i dettagli a bordo campo sono stati migliorati rispetto all’anno scorso, il che rende l’esperienza maggiormente coinvolgente. Tutti i giocatori sono stati riprodotti con particolare cura e attenzione, dall’acconciatura, agli accessori che indossano in campo, alle movenze, fino ad arrivare alle esultanze. Queste piccole migliorie, rappresentano un’evoluzione dell’ottimo lavoro svolto in questi due anni. Per quanto riguarda la risoluzione del gioco, la versione da noi provata, ovvero Xbox One gira a 1360×1080 mentre quella PlayStation 4 va regolarmente sui 1080p.
Parlando del comparto audio, anche quest’anno troviamo la coppia di telecronisti SKY Fabio Caressa e Luca Marchegiani; purtroppo la telecronaca continua ad essere carente e poco azzeccata, sebbene siano state aggiunte nuove frasi, la sensazione è che spesso si ripetano sempre le stesse “battute.”
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Més que un club
Per i fan più fedeli, non sarà un grosso problema giocare con squadre senza licenze, ma comunque c’è da dire che la pecca più grande per il titolo targato Konami è ancora una volta la quantità “striminzita” di licenze disponibili rispetto al diretto rivale, che invece può contare su un parco licenze molto più vasto e completo. Qualcosa però è stato fatto anche per PES 2017, in quanto, oltre a confermare i diritti relativi alla UEFA Champions League e all’Europa League, la casa giapponese ha siglato importanti Partnership con alcuni dei Club più blasonati del mondo; in particolar modo con: FC Barcellona, Liverpool, Borussia Dortmund, River Plate, Flamengo e Corinthians. Tra i campionati completamente “licenziati”, troviamo la Ligue 1 e la Ligue 2, l’Eredivisie, il Campionato argentino, quello cileno e infine quello brasiliano. Per quanto riguarda invece il Campionato nostrano, troviamo tutte le squadre con licenza completa, ad esclusione di Sassuolo (diventato Sansagiulo) e della Juventus (PM Black White), portando inoltre quest’ultima a perdere il proprio stadio con licenza ufficiale che invece era regolarmente presente in PES 2016.
Le altre squadre europee con licenza risultano essere: Club Brugge, Dinamo Zagabria, CSKA Mosca, FC Basilea, Besiktas e Dinamo Kiev. Sebbene sul fattore licenze si possa passar sopra, c’è da sottolineare che la mancanza di queste va a penalizzare le competizioni per le quali Konami ha ormai i diritti esclusivi da anni; infatti fa strano vedere che sempre meno club ufficiali prendano parte alla Champions League o all’Europa League. Se a tutto ciò aggiungiamo la mancanza delle licenze per altre big come Real Madrid, Siviglia, Manchester City, Porto, Tottenham e Leicester, la Champions perde davvero tantissimo del suo fascino. Non va meglio per quanto riguarda gli stati “licenziati”, in quanto fra le mancanze maggiori vi è quella del National Stadium of Wales di Cardiff che ospiterà la prossima finale di UEFA Champions League. Fra i più blasonati abbiamo: comunque il Camp Nou, San Siro, l’Olimpico e il celebre (sebbene inventato) Konami Stadium. Rispetto all’anno scorso mancano inoltre la Copa Sudamericana e la Copa Libertadores con le relative squadre partecipanti, mentre permane la AFC, ovvero la Champions League Asiatica. La situazione come ogni anno potrà essere gestita attraverso l’editing, grazie al quale sarà possibile creare divise, loghi e stadi ufficiali da condividere.
Commento finalePES 2017 – Konami, dopo diversi anni di buio cosmico è riuscita finalmente a dare un taglio netto al passato e a riportare la serie di Pro Evolution Soccer (quasi) ai fasti di un tempo; la strada è quella giusta, grazie ad un gameplay più solido e ragionato, alle opzioni tattiche a disposizione, alla nuova Intelligenza Artificiale adattiva che renderà ogni match diverso dagli altri e che costringerà l’utente a modificare l’approccio alla partita. Il risultato è un titolo davvero ben fatto e divertente come non si vedeva da anni in casa Konami che, ahimè, soffre la perdita di importanti licenze ufficiali (Juventus, Real Madrid e Bayern Monaco su tutte) che si ripercuotono anche sull’appetibilità di competizioni quali UEFA Champions League ed Europa League. Se siete amanti dell’editing e delle patch, tali mancanze non saranno certo un problema e quindi il consiglio che posso darvi è quello di acquistare PES 2017 senza batter ciglio in quanto rappresenta sicuramente la migliore simulazione calcistica realizzata dalla software house “made in Japan.” |
Pro | Contro |
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– Graficamente eccezionale
– Intelligenza Artificiale adattiva
– Gamplay solido e vario
– Ritorno alle “origini” grazie al file opzioni…
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– … Purtroppo solo su PS4
– Licenze davvero striminzite
– Telecronaca ancora scialba e poco coinvolgente
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Voto Globale: 87 |