Recensione WWE 2K17

Welcome to Suplex City

Versione testata Xbox One

Per gli appassionati della World Wrestling Entertainment l’unico modo per imitare le gesta dei propri beniamini è quello di giocare alla serie WWE 2K, che come ormai ben noto, dopo il fallimento di THQ, circa tre anni fa, ha rilevato il marchio e lo ha riportato in auge. La formula, proposta da Yuke’s, sotto la supervisione di Visual Concepts, seppur con luci ed ombre, è la medesima dello scorso anno portando quindi il titolo ad essere una sorta di espansione di quanto vistosi già nel trascorso capitolo.

La novità più rilevante di quest’anno è il fatto che, così come accaduto lo scorso luglio nello Showcase di Wrestling più famoso è apprezzato di sempre, è l’implementazione del brand extension, ovvero la separazione dei due Roster principali (Raw e SmackDown) e quindi mentre in WWE 2K16 tutti i wrestler se le davano di santa ragione senza distinzione di alcun tipo, nell’edizione 2017 abbiamo due schiere nettamente distinte di lottatori (e soprattutto di cinture).

Salvo poi qualche aggiunta, fra superstar e personalizzazioni, ci sono ben poche novità e la sensazione è che 2K Sports (oltre ad aver portato a compimento un progetto senza troppa convinzione) debba dare un bel taglio alla serie e concentrarsi esclusivamente sulle versioni PlayStation 4 e Xbox One, in quanto il voler portare il gioco anche su PlayStation 3 e Xbox 360, sembra in qualche modo limitare le effettive potenzialità di un buon titolo che a conti fatti potrebbe invece rasentare quasi la perfezione.

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Showcase? No, grazie!

WWE 2K17 non offre più una delle modalità più apprezzate dai fan ovvero la modalità Showcase. Per quanti non sapessero di cosa stiamo parlando, vi diciamo che tale modalità, lo scorso anno, ci vedeva ripercorrere, dalle origini sino ai suoi più grandi successi, la gloriosa carriera di Stone Cold Steve Austin e quindi (tralasciando l’inspiegabile scelta di tagliare in tronco l’opzione Showcase), sarebbe stato del tutto sensato permettere ai fan della serie di ripercorrere le vicende di altre Superstar leggendarie, (magari nei panni del testimonial di quest’anno: Bill Goldberg), di Brock Lesnar che figura in tutta la sua forza bruta sulla copertina del gioco o dei vari John Cena, Chris Jericho, The Undertaker e perché no di qualche star emergente come Finn Bàlor (il primo lottatore a vincere l’Universal Championship). La decisione quindi di eliminare la modalità non riusciamo a capirla, proprio perché rappresentava un’esperienza intensa e particolare e per “rimediare” alla mancanza, Yuke’s e Visual Concepts, hanno deciso di ampliare la formula offerta, grazie alla possibilità di cimentarsi in una pluralità di match differenti: Hell in a Cell (che rappresenta anche il prossimo PPV esclusivo per il Roster di Raw), Falls Count Anywhere, Backstage Brawl (che permette di recarsi dietro alle quinte e di lottare senza count out fra sedie, bidoni, scatoloni, luci, transenne, tavoli e molto altro ancora), Extreme Rules, Ladder, Table, TLC, Steel Cage, Iron Man, Last Man Standing, No Holds Barred, Submission, Tag Match normali, Elimination Tag, Elimination Tornado Tag, Triple Threat, Fatal 4-Way, 6-Man, Handicap Match, tornei e l’immancabile Royal Rumble con dieci, venti o trenta lottatori.

Fra le altre modalità presenti, abbiamo: La Mia Carriera (presente nei vari titoli sportivi di 2K ed esclusiva Current Gen), la quale ci darà modo di creare il nostro alter ego virtuale attraverso il vastissimo e fortunatamente semplificato editor presente all’interno del gioco. Tantissime le opzioni presenti, le quali ci permetteranno di personalizzare non solo l’aspetto estetico del nostro atleta, ma anche l’entrata sul ring, le mosse, le esultanze e le movenze.  13-10-2016_23-13-34.pngUna volta creata la nostra Superstar, ci ritroveremo catapultati nel Performance Center di Orlando in Florida e sotto la supervisione dell’Ex Wrestler A-Train (ora Jason Albert), dovremo superare di volta in volta una serie di step (che vanno dal cercare di parlare sul ring attraverso le promo allo sconfiggere altri lottatori) per arrivare, passando prima da NXT, a guadagnare quella popolarità che ci permetterà di arrivare fino alla cima della World Wrestling Entertainment. Il nostro wrestler seguirà quindi un percorso ben definito che lo renderà più forte grazie soprattutto ai punti di potenziamento (Perk) e fonendogli inoltre uno parco mosse più ampio e vario. Inoltre, nel corso della nostra carriera, potremo creare alleanze, scioglierle con un turn face o heel, sfidare l’Authority di Triple H e Stephanie McMahon e provare persino a diventare un Paul Heyman Guy. Per il resto, la progressione nella carriera, sebbene con qualche piccola variazione, è simile a quella vista nelle passate edizioni.

La modalità WWE Universe, sebbene si presenti sostanzialmente identica a quella di WW2K16, in assenza di quella Showcase, è sicuramente la feature più divertente del titolo, in quanto permette al giocatore di dare libero sfogo alle proprie capacità creative e manageriali, trasformandolo in un vero e proprio General Manager e assumendo il controllo di tutti gli show presenti, passando per i PPV, creando nuove rivalità, modificando i titoli di campione presenti e con la possibilità di giocare gli incontri in prima persona oppure di simularne istantaneamente l’esito. Per quanto riguarda invece la modalità online, mentre lo scorso anno il titolo risultava essere praticamente ingiocabile per la presenza di lag ed input lag con ritardi che spaziavano da uno a tre secondi, rendendo l’esperienza di gioco tutt’altro che piacevole, quest’anno dobbiamo dire che il comparto multigiocatore si comporta tutto sommato bene con un net code sicuramente migliorato, ma con ancora qualche piccola incertezza nel matchmaking (che risulta essere ancora piuttosto lento) che dovrebbe comunque essere risolta. L’eccessiva latenza inoltre non permette di centrare i Quick Time Event, i quali risultano essere importantissimi per cercare di evitare le mosse avversarie e di effettuare un contrattacco Tra le modalità di gioco presenti abbiamo la possibilità di sfidare un singolo giocatore, partecipare agli eventi 2K Tonight oppure di lottare tre contro tre.

The Champ That Runs the Camp

Il gameplay non presenta sostanziali novità, tende sempre ad essere più fluido ma al contempo compassato e ad oscillare fra l’arcade e il simulativo fin troppo spinto, ricercando un realismo che alla lunga potrebbe stancare in quanto renderà gli incontri troppo lenti e poco esaltanti. Il ritmo viene scandito da un giusto equilibro fra stamina e utilizzo di contromosse e talvolta il mancato bilanciamento fra i due può costare molto caro, portando l’utente a rimanere in balia dei colpi avversari e conseguentemente a perdere l’incontro per una mossa avventata (soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati). 13-10-2016_23-15-18.png Il sistema di combattimento (un po’ come accade anche per NBA 2K) mantiene inalterata una certa dose di complessità che potrebbe scoraggiare i giocatori alle prime armi e soprattutto quelli meno pazienti; infatti tutto si basa sull’inclinazione della levetta analogia destra e a seconda di dove ci troviamo posizionati all’interno del ring. In tal modo, Yuke’s ha cercato di far sì che gli incontri risultassero essere più ragionati, strategici e meno istintivi.

I Contrattacchi risultano essere di due tipologie, quelli leggeri che vengono indicati da un cerchio di colore verde e quello più forte invece indicato da un cerchio di colore arancio. Anche lo schienamento e la sottomissione non subiscono cambiamenti, riprendendo i sistemi già collaudati nei precedenti capitoli; va però detto che per chi cerca un approccio più soft, c’è la possibilità di modificare il sistema e di privilegiare la pressione dei tasti che compariranno a schermo. Nota di merito per lo split-screen automatico quando la distanza tra i due wrestler impegnati nella lotta è parecchia per essere ripresa da una sola inquadratura, una trovata geniale che va a sostituire la telecamera che si allontanava troppo nei passati capitoli della serie.

In sostanza il gameplay del titolo è rimasto fortemente ancorato a quello del 2016 e semplicemente si è cercato di limare quei piccoli difetti presenti. Questa scelta porterà gli amanti di questi ritmi ad apprezzare ancora una volta il lavoro svolto, mentre coloro che amano un approccio più veloce e arcade, potrebbero rimanere delusi. Personalmente questo approccio lo prediligo in quanto Yuke’s è riuscita finalmente a raggiungere quel giusto bilanciamento fra la componente più focalizzata all’azione e quella invece più ragionata e simulativa.

You’re NEXT

WWE 2K17 è il capitolo con il Roster più ampio che si sia mai visto in un gioco di Wrestling con più di 150 Superstar (attuali e del passato), alcune delle quali potranno essere sbloccate solo con i punti VC. Sicuramente un elogio deve essere fatto al lavoro svolto sui modelli poligonali, curati praticamente nei minimi dettagli (tralasciando soltanto qualche atleta non particolarmente somigliante alla controparte reale e con animazioni generiche), ma tutto sommato la strada intrapresa è quasi praticamente completata: sudore credibile, animazioni molto fluide, spettatori maggiormente curati (sebbene ancora lontani dal realismo di NBA 2K17) e tutti gli elementi di contorno e non estremamente realistici. Anche l’illuminazione sembra essere a tratti incerta, con un buon sistema di riflessi sulla pelle degli atleti e un po’ meno per quanto riguarda invece le entrance e l’atmosfera nell’arena. Concludiamo parlando del buon comparto sonoro, il quale offre una colonna sonora curata dal rapper Puff Daddy davvero eccezionale; il commento audio, affidato al duo Michael Cole e JBL risulta funzionare alla perfezione (sebbene a tratti ancora poco vario e coinvolgente) e risulta essere impreziosito ulteriormente dalla Ring Announcer Liliàn Garcia la quale accompagnerà ogni atleta nel corso del proprio ingresso.

Commento finale

WWE 2K17 – Questo nuovo capitolo targato 2K Sports, sembra aver portato la serie quasi alla maturità completa; il lavoro da fare è ancora tanto, sicuramente (dispiace dirlo), per raggiungere la perfezione assoluta, sarà necessario concentrarsi esclusivamente sulle versioni PlayStation 4 e Xbox One del titolo, in modo tale da evitare quei fastidiosi limiti tecnici imposti purtroppo dalla conversione per la Old Gen. In definitiva per quanti come me amano il westling, l’acquisto di WWE 2K17 è più che consigliato, grazie ad una ricca modalità WWE Universe e una My Career ben strutturata e divertente, difficilmente avrete modo di stancarvi. Hell Yeah!

Pro Contro 
– Graficamente eccezionale
– Gameplay più fluido e divertente
– WWE Universe e La Mia Carriera
– Alcune Superstar poco somiglianti alla controparte reale
– Eliminazione della modalità Showcase
– Multiplayer ancora piuttosto ballerino
  Voto Globale: 85
 
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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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