Recensione Civilization VI

L’alba della civiltà.

Versione testata: PC

Ci sono giochi destinati a passare inosservati al grande pubblico, altri che invece riescono a farsi notare grazie ad un’insistente campagna marketing. E poi ci sono le saghe storiche, coloro che non hanno bisogno di presentazione perché si sono fatte conoscere grazie ad un’ottima qualità. In realtà la terza categoria è decisamente affollata di giochi che ogni tanto spariscono dai radar, di saghe che non sono poi così chiacchierate e trovano il loro percorso di crescita e sviluppo nella ristretta cerchia di fan che amano il genere. Tra questi prodotti troviamo sicuramente Civilization: non un gioco per tutti, ma neanche per pochi. Il mercato degli strategici però non è mai morto per davvero e 2K, insieme a Firaxis Games, l’ha dimostrato oramai da diverso tempo. Come hanno fatto? Semplice: riversando una cura maniacale nella realizzazione dei titoli. Non fa ovviamente eccezione Civilization VI, che a distanza di ben sei anni dall’ultima apparizione del franchise riesce nel centrare il cuore dei giocatori e degli affezionati della serie.

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Nato dalla mente di Sid Meier, Civilization si è sempre conquistato un posto di rilievo nel mondo dei videogiochi. Le premesse non sono state disattese. Il tratto distintivo di Civilization VI è infatti uno solo: ragionare su come arrivare la vittoria. Non stiamo parlando di un gioco eccessivamente brutale con i giocatori o terribilmente try and error, ma di riflessione, di cervello. Metterci l’impegno giusto per portare a termine un obiettivo. In questo Civilization VI riesce a conqustare ed eccelle. A fare veramente la differenza però sono i contenuti che troviamo all’interno del gioco e la grande varietà di opzioni che possiamo fare durante ogni turno. Possiamo costruire villaggi e città, farle cresce, utilizzare la nostra influenza. Spazio anche alla violenza: impugnare la spada per eliminare i nostri nemici, avanzare passo dopo passo per conquistare l’intero mondo messo a disposizione da Firaxis Games

Come avviene esattamente nella realtà, in Civilization IV è possibile guidare una civilità da noi coniata attraverso una serie di variabili. Possiamo concentrarci di più sull’aspetto religioso, utilizzare un’influenza culturale, addirittura militarizzare il nostro regno oppure basare lo sviluppo interamente sul progresso scientifico. Tutti elementi che aggiungono coerenza con il mondo di gioco, costruito apposta per permetterci di agire in più strade. In un mondo dove i videogiochi sembrano oramai aver abbandonato la strada della narrazione classicia, la libertà offerta dall’ultimo capitolo delal saga di Civilization sembra non solo la più completa di tutte, ma anche quella più soddisfacente.

Una delle più grandi modifiche di Firaxis rimane però la diplomazia. Essa infatti è completamente sparita come condizione di vittoria. La software house ha però lavorato abbastanza bene riuiscendo a rifinare il sistema diplomatico. 

Rimane un certo senso di soddisfazine nel gioco. Non stiamo parlando di quante munizioni abbiamo sprecato per abbattare un gigantesco boss di altri titolo, ma di elementi utili alla crescita della popolazione. Più la città cresce, più si sbloccano elementi in grado di cambiare l’evoluzione della società. Il tutto però non si concentra in poche partite oppure in un singolo arco storico. Si inizia quando si è più piccoli, all’alba e la guida della civiltà procede per secoli e secoli. Il tutto è possibile grazie alla fantastica offerta di contenuti che ci viene proprosta da Firaxis. In totale ci sono ben 18 civiltà e possiamo guidarne anche più di uno solo. Da Caterina de Medici, della civiltà francese, fino a Vittoria, della civilità inglese. Passando per l’Egitto di Celopatra, la Germania di Federico Barbarossa, la sapgna di Filippo II, l’India di Gandhi e la Sumeria di Gilgamesh. Ogni leader ha un’unità, un’infrastruttura e un’abilità unica, per rendere più variegate e ancora migliori le partite che andremo a giocare.

Se dal lato dei contenuti e del gameplay Civilization VI offre sicuramente qualcosa di interessante, lo stesso si può anche definire dal lato tecnico. Pur non avendo bisogno di un comparto grafico eccezionale, del gioco Firaxis si apprezza lo stile utilizzato, la vastità del mondo a nostra disposizione, delle mappe sicuramente molto complesse quanto fantastiche per gli amanti del gioco. Il comparto sonoro è curato sotto ogni dettaglio. Il gioco non sforza neanche troppo le macchine da gioco, risultando abbastanza leggero. Il tutto si traduce in una fluidità sicuramente ben accettata. Lo stesso non si può dire dei caricamenti, che purtroppo risultano ancora un leggero problema, ma ci si viene volentieri a compromessi per via delle dimensioni e degli elementi da caricare. Rimane un problema con l’IA, che ogni tanto sembra in decisa su quello che deve fare. 

Commento finale

Civilization IV rappresenta, nel bene o nel male, quel tipo di gioco in grado di far breccia nel cuore dei fan. Non ha bisogno di spazi pubblicitari immensi, così come di una grande presenza alle fiere o agli appuntamenti con il pubblico. Sa bene a chi si rivolge e chiunque lo ha amato in passato non può che amare questo ennesimo appuntamento. La saga si reinventa con pochissime modifiche strutturarli, ma comunque apprezzato, mantenendo integro un sistema funzionante, apprezzato e richiesto a gran voce dal suo pubblico. Chi ha amato la saga in passato è pronto a rinnovare il “voto nuzionale” con Sid Meier, chi invece si appresta per la prima volta a giocarci perché magari incuriosito se terrà duro sappia che nascerà un nuovo amore. Per tutti gli altri, invece, il mercato ha delle valide alternative che aspettano. 

Pro Contro 
– Tantissimi contenuti
– Piccole ma importanti modifiche
– Una pietra miliare nella serie. 
– Qualche piccolo problema con l’IA
 
 
  Voto Globale:  90
 
 

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