Facciamo chiarezza
Negli ultimi tempi sono aumentate le richieste da parte di una consistente fetta di opinione pubblica di una nuova regolamentazione del gioco d’azzardo ed, in particolare, delle slot diffuse soprattutto nei bar, colpevoli di favorire e sfruttare la dipendenza verso il gioco dei soggetti più deboli; tale tendenza è favorita da un certo populismo che, anziché tentare di comprendere il problema pensa che “nascondere” alla vista il gioco di azzardo serva ad eliminare il fenomeno delle ludopatie.
Nonostante non esista una legislazione comunitaria che tratti specificamente il tema del gioco d’azzardo, il nostro legislatore, da sempre molto attento al problema, è intervenuto più volte a disciplinare l’argomento, distinguendo tra gioco vietato e gioco consentito perché rispettoso dei principi normativi. Nel corso degli anni, alla legislazione nazionale si è andata via via aggiungendo la legiferazione regionale e i diversi regolamenti comunali che, lungi dal risolvere il problema, hanno soltanto “inquinato le acque” rendendo ancora più difficile per gli esercenti e la forza pubblica vigilare sulla corretta applicazione della normativa.
Negli ultimi anni poi il dibattito si è spostato sul gioco online, argomento sul quale è intervenuto il cosiddetto decreto Balduzzi, (decreto legge n. 158 del 2012 convertito nella legge n. 189 del 2012) un intervento organico che ha operato su diversi canali ed in particolare
- Prevedendo l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia (art. 5, comma 2).
- Ha regolamentato la pubblicità di giochi con vincite in denaro, anche via internet, stabilendo la necessità di un avviso riguardante i rischi del gioco e le percentuali di vincita probabili, sotto l’alta vigilanza dell’AAMS
- Il divieto di ingresso ai minori di anni 18 nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro interne alle sale Bingo, nelle aree ovvero nelle sale in cui sono installati apparecchi VLT e nei punti vendita in cui si esercita – quale attività principale – quella di scommesse.
- L’intensificazione dei controlli sul rispetto della normativa (art. 7, comma 9) ed una “progressiva ricollocazione” dei punti della rete fisica di raccolta dei punti gioco per tener conto della presenza nel territorio di scuole, strutture sanitarie e ospedaliere, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi (art. 7, comma 10).
Insomma il nostro paese è risultato attento al problema predisponendo una normativa completa ed organica che, anziché vietare a prescindere il gioco, lo regolamenta tentando di intervenire lì dove questo potrebbe creare problemi di dipendenza. Il gioco online, soprattutto quello delle slot machine e il poker, è infatti uno dei passatempi più amati dagli italiani secondo le ultime statistiche e vietarlo senza un reale motivo non farebbe altro che consegnare questa importante fetta di intrattenimento alla malavita organizzata, così come negli anni ‘20 e ‘30 il proibizionismo americano fece con la vendita di alcolici. Quando si gioca online, oltre alla moderazione che dovrebbe impregnare tutti i nostri comportamenti, occorre vigilare sull’attendibilità dei siti, cercando di utilizzare soltanto i siti di casinò certificati e affidabili che abbiano ottenuto il benestare dell’AAMS e che riportino chiaramente le probabilità di vincita come la normativa italiana prescrive.
Buon senso e rispetto delle norme sono insomma i due criteri che dovrebbero guidare l’analisi della problematica, nella consapevolezza che è soltanto attraverso la corretta informazione che si può evitare che quello che è un passatempo divertente come gli altri si trasformi in qualcosa d’altro.