Recensione Dead Island


Viaggio a Banoi

Ricordate il favoloso trailer interamente in (rewind), che tutti noi abbiamo potuto ammirare tra Marzo ed Aprile 2011? Il team con quel trailer ha infatti voluto lanciare la sua sfida: uno zombie action-rpg completamente open world, ambientato in una fantastica isola tropicale, tutti elementi apparentemente molto invitanti che avrà portato molti giocatori ad attendere questo titolo con molta emozione. Beh dimenticate quell’emozionante trailer dalla vostra testa perché il gioco che vi ritroverete tra le mani è abbastanza “diverso” da come lo si poteva aspettare.
Iniziamo subito nel dire che l’incipt di Dead Island non è certamente tra il più brillanti, originali della recente storia videoludica.

Nel corso di una nottata di festa a base di alcool, sulla pista da ballo dell’affascinante resort facente parte dell’isola di Banoi che ci ospita (Papua Nuova Guinea), i maldestri tentativi di conquistare una ragazza ci porterà ad essere prima stesi dall’alcool e successivamente portati via dagli addetti alla sicurezza che saranno assaliti in maniera animalesca da alcune creature.

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Lo shock ci farà successivamente svegliare in una camera, facendo credere al protagonista che tutto quello che aveva visto fosse frutto di alcool e droga che faceva uso.
Ma subito dopo, il nostro protagonista si renderà conto che quello che lui ha visto non era un semplice sogno ma una triste realtà.

Nonostante l’incipt presenti una buona dose di “Pathos“, l’intreccio narrativo di Dead Island si dimostra sin dall’inizio povero notando in modo evidente che i ragazzi di Techland avevano bensi altre priorità che regalare al giocatore una storia raccontata allo stesso livello di una profonda trama.

Senza svelare molto tra main quest e sub quest, il giocatore si ritroverà per la maggior parte del tempo in qualche maniera sopravvivere “prima” e poi scappare cercando di chiamare in qualche modo i soccorsi. Le missioni principali sono discretamente varie, stesso discorso non può essere fatto per le sub-quest che risulteranno tutti ripetitive tra loro (un pò come accadeva nei primi due capitoli di Assassin’s Creed).

Una nota negativa va fatta nella scelta del personaggio in quanto qualunque personaggio voi scegliate tra i quattro disponibili, la storia vissuta non cambierà una virgola. Seppur accompagnati da differenti biografie la storia dei quattro personaggi sarà uguale, differenziando soltanto le abilità di combattimento, quindi dite addio alla possibilità di avere finali multipli.

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