Nuovo giorno e, purtroppo, nuovo pessimo segnale da parte dell’industria: dopo i licenziamenti comunicati nelle scorse ore da Sony, anche il colosso dell’intrattenimento videoludico Electronic Arts ha deciso di tagliare i costi annunciando il licenziamento del 5% del suo personale.
Secondo quanto riportato da GamesIndustry.biz, Electronic Arts licenzierà intorno ai 670 lavoratori. Un dato dedotto dall’ultimo report finanziario dello scorso marzo, dal quale si evinceva un organico complessivo di circa 13.400 lavoratori.
La decisione fa eco alla necessità, sempre più sentita nel panorama videoludico, di far fronte ai crescenti costi di sviluppo a fronte dei ricavi, con spesso interi studi condannati alla chiusura anche a fronte di un singolo flop commerciale. Il piano di ristrutturazione prevede in questo senso anche la chiusura di alcuni uffici, l’abbandono di taluni live service mobile nonché, ed è la notizia più grande, e l’interruzione dello sviluppo futuro dei videogiochi su licenza.
Una scelta quest’ultima impattante ma che, a detta del CEO Andrew Wilson, trova il fondamento nell’alto rischio legato allo sviluppo di tali progetti, anche a causa degli ingenti costi di licenza. Tra i titoli cancellati troviamo infatti il rumoreggiato FPS sviluppato da Respawn ispirato a The Mandalorian. Viceversa, rappresentanti EA hanno rassicurato non solo in merito alla salute dei progetti legati a Black Panther e Iron Man, regolarmente in produzione, ma anche un terzo capitolo della saga Star Wars Jedi.