Anteprima Zombie Cure Lab

Zombie Cure Lab è un nuovo titolo di Aerosoft sviluppato da Thera Bytes (studio di sviluppo con base a Monaco di Baviera già noto per diverse produzioni indie), presentato durante la Gamescom di Colonia durante lo scorso anno.


Versione testata: PC


Si tratta di un builder sandbox nel quale dovremo gestire un gruppo di scienziati superstiti ad un invasione zombie. A differenza di ogni altro titolo che abbia a che fare con quest’ultimi, in Zombie Cure Lab non dovremo ucciderli, ma affrontarli e sconfiggerli per poi curarli, rimettendoli in sesto per poterli così schierare al nostro fianco.

Un modo sicuramente originale e divertente di affrontare l’ennesima apocalisse zombie, proposta in salsa videoludica.

L’incipit è il classico: da non si quale tremendo virus, si sono generate orde di terribili non morti senza cervello, i quali vagando liberamente per il pianeta terra, hanno minacciato seriamente le sorti dei suoi abitanti. Gli umani, minacciati ed in pericolo si sono rifugiati per anni in bunker sotterranei, in attesa di un’opportunità.

Questa infine, è arrivata, grazie agli studi di gruppi di scienziati. L’unica speranza di eliminare l’apocalisse zombie, è di riuscire a guarirli dalla propria inquietante condizione, proprio grazie alla cura studiata negli anni.

E’ così che, vestendo i panni di questi coraggiosi scienziati, dopo esser tornati in superficie, dovremo costruire degli accampamenti nel bel mezzo della natura selvaggia, al fine di produrre la cura necessaria, e contemporaneamente fronteggiare i non morti.

Gestione dell’avamposto…

Digerita l’origine della trama, vediamo nello specifico come gestire questo manipolo di strampalati scienziati, ultimi baluardi all’apocalisse zombie. Lato gameplay Zombie Cure Lab svela la sua natura di builder gestionale: si partirà in un punto a random nella mappa, e dovremo piano piano edificare e sviluppare il nostro avamposto.

Come per ogni gestionale classico che si rispetti, dovremo partire cercando di far fronte alle necessità primarie dei nostri primi scienziati, e quindi mangiare e dormire. Garantito il minimo sindacale per sopravvivere, si passerà alla costruzione specifica vera e propria, dove uno degli elementi fondamentali è una palizzata a difesa dell’avamposto.

Sì perché, come segnalato da una barra in basso a sinistra nell’hub di gioco, dopo un tot di minuti dall’inizio della partita, inizieranno le scorribande e gli attacchi degli zombie alle nostre strutture. Va da se, che dovremo farci trovare pronti, e con le difese già alte quando questo succederà.

Il muro difensivo è abbastanza resistente, per cui, anche nel mentre gli zombi passeranno tempo a prenderlo a capocciate, noi potremo continuare l’opera di espansione, quasi indisturbati (per lo meno finché la palizzata regga, ndr).

I nostri simpatici e sciagurati scienziati dovranno essere affidati a vari compiti, anche alternativamente rispetto al ciclo giorno/notte e agli imprevisti che capiteranno durante la partita.

Per cui Tizio potrebbe occuparsi di reperire materie prime durante il giorno, ed essere affidato ad una macchina spara-ghiaccio di notte, per poi tornare alle mansioni originali il mattino seguente.

Zombie Cure Lab

…nel più classico dei modi

Attingendo dal vecchio e mai saturo calderone dei builder, in Zombie Cure Lab, avremo accesso a nuove strutture ed a tecnologie più avanzate man mano che avremo creato quelle basilari. Per cui il processo di crescita dell’avamposto procederà attraverso step sostanzialmente obbligati, verosimilmente piuttosto veloci da raggiungere, ma alla lunga forse un po’ tediosi.

Una volta che la nostra base avrà tutte le strutture di base, le prime difese, ed una buona programmazione di ciò che andremo a sviluppare più avanti, sarà tempo di affrontare le prime orde di zombie. Attraverso delle macchine del tutto simili alle spara neve tipiche degli impianti sciistici, dovremo fare in modo, letteralmente, di congelare gli zombie al fine di poterli catturare.

Una volta congelati e resi temporaneamente inoffensivi, inizierà il processo per tramutarli in Humbies, una sorta di incrocio tra zombie ed esseri umani. Il processo si concluderà positivamente quando la cura li avrà resi docili, e soprattutto cooperativi. Ma attenzione: dovremo sempre tenerli d’occhio, perché la loro natura originale potrebbe tornare a bussargli in testa, e rischiamo di ritrovarci entro le proprie mura dei nuovi nemici.

Zombie in stile cartone animato

Se a livello di gameplay, per quel che riguarda il nostro provato, non ne siamo rimasti particolarmente colpiti a livello di originalità delle meccaniche, la parte che senza dubbio ci è piaciuta di Zombie Cure Lab è l’approccio artistico.

Solitamente, a prescindere dal genere, i titoli post-apocalittici o più genericamente a tema zombie, sono contraddistinti dalle medesime tinte, atmosfere e rappresentazioni artistiche. Cupe, inquietanti, fredde, angoscianti e chi più ne ha, più ne metta.

I ragazzi del team di Thera Bytes hanno scelto questa volta un approccio molto più “rilassato”, optando per una grafica stile cartone animato. Ne risulta una realizzazione dei personaggi, zombie compresi, più scanzonata e divertente. Anche il fatto che in realtà in nemico non vada eliminato, bensì reso inoffensivo e convertito alla propria causa, conferma la coerenza stilistica scelta dagli sviluppatori.

Sinceramente ho apprezzato questa scelta: ho sempre amato, e trovato grottescamente umoristiche, le rappresentazioni degli umani senza cervello più comiche (vedi film come L’Alba dei morti dementi, Benvenuti a Zombieland ecc.).

Commento Finale

Per gli amanti di dei builder gestionali, Zombie Cure Lab potrebbe rappresentare un’alternativa valida e divertente, contraddistinta da un approccio artistico scanzonato e spassoso, nonostante le tematiche trattate. A livello di gameplay, le meccaniche potrebbero risultare piuttosto scontate, ma comunque solide, agevolandovi o annoiandovi nella relativa gestione dell’avamposto, a seconda delle vostre aspettative e gusti.

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Stefano Taccari
Stefano Taccari
Gamer dal 1987, padre di due piccoli gamers, griller, Dungeon Master e batterista hardcore. "I VG sono uno strumento che ci permette di entrare in contatto con altri universi".

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