La conferenza parigina si è aperta con la lettura sconvolgente del rapporto sul clima del Ipcc: alla fine del secolo scomparirà Venezia
Un cambiamento epocale
Il summit internazionale di Parigi si è aperto con la lettura del rapporto aggiornato dell’ IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, il rapporto che da anni monitora i cambiamenti climatici del pianeta. Il rapporto punta il dito contro l’innalzamento sempre più rapido della temperatura e contro il riscaldamento globale che viaggia ad un ritmo di 0,23 gradi centigradi per decennio contro gli 0,06 del settantennio 1905/1975.
Il riscaldamento globale determinato dall’aumento delle emissioni di Co2, determina l’aumento dell’effetto serra, i raggi del sole restano cioè intrappolati all’interno dell’atmosfera terrestre: questo fenomeno determina il riscaldamento delle acque dei mari e un aumento del vapore acqueo presente in atmosfera, anch’esso determinante per l’effetto serra, in un processo che si autoalimenta.
Acque più calde significa anche aumento della violenza dei fenomeni atmosferici; non è un caso che il 2005 verrà ricordato come l’anno con il più alto numero di uragani forza 3 e 4 che la storia ricordi: l’uragano Katrina che ha completamente distrutto New Orleans, una delle città più belle del mondo, era tra questi.
Il processo di surriscaldamento globale ha quindi assunto oramai i caratteri di una vera e propria emergenza planetaria tanto che gli scienzati stimano che per la fine del secolo si potrebbero avere temperature medie superiori di circa 4,5 / 6 gradi centigradi; temperature in grado di provocare uno scioglimento definitivo del pack artico e il conseguente innalzamento del livello di mari anche di 60 m, sufficiente quidni ad annientare per esempre non soltanto piccole isole del pacifico, ma città come Venezia, Livorno, e persino l’intera Olanda.
Ma non solo; lo scioglimento dei ghiacchiai artici determinerebbe un blocco della corrente del golfo,la corrente oceanica calda, proveniente dal golfo del messico, di vitale importanza per la mitigazione del clima nei paesi europei che si affacciano sull’Oceano Atlantico come Portogallo, Spagna, Francia,Intghilterra , Irlanda e persino Paesi Scandinavi. Lo scioglimento dei ghiacchiai infatti aumenterebbe in maniera considerevole la quantita di acqua fredda negli oceani. Quest’acqua diluisce nel tempo il sale della Corrente del Golfo, diminuendo la velocità e la consistenza della corrente calda, che arriverebbe ad arrestarsi all’altezza delle canarie.
Il fenomeno avrebbe effetti catastrofici, estati terribilmente calde e inverni glaciali con conseguenze disatrose per l’agricoltura e l’economia .
Di fronte alla catastroficità degli ultimi eventi atmosferici e ai dati presentati, persino la comunità di esperti più scettica rispetto all’influenza dell’uomo sul cambiamento climatico sembra ammutolire. Sono necessari provvedimenti rapidi, sofferti, ma decisi, o dovremmo rassegnarci al fatto che molto probabilmente i nostri figli non vedranno mai Venezia.