Lanciarsi alla scoperta di una nuova proprietà intellettuale è spesso un salto nel buio, l’inizio di qualcosa di diverso, forse di innovativo. La questione è: riuscirà a conquistare un posto nei nostri cuori? Tornare a impersonare un protagonista già noto, per cui si ha un’affezione, o a muoversi per luoghi già familiari, rassicura e mette a proprio agio. D’altro canto la novità deve riuscire a far breccia. Astral Chain ci è senza dubbio riuscito, creando un immaginario che difficilmente dimenticheremo e su cui speriamo, un giorno, di tornare.
Ambientazione unica
Per realizzare un gioco che rimanga impresso e lasci il segno, uno dei pilastri necessari è il setting. Ed è forse questo l’aspetto più brillante del nuovo titolo di Platinum Games. L’abilità del team nell’immaginare prima e tratteggiare poi un mondo con un carattere nuovo e riconoscibile, come quello di Astral Chain è lodevole.
I fatti narrati nell’opera prendono il via nel 2078, un futuro prossimo tecnologicamente avanzato, dove la terra è stata contaminata da un miasma digitale proveniente da un’altra dimensione, invasa dalle creature che da questa scaturiscono, le Chimere. L’umanità, decimata e ridotta allo stremo, per sfuggire alla contaminazione costruisce un’enorme isola fluttuante, l’Arca, su cui rifugiarsi.
L’incipit narrativo di per sé è apocalittico senza ombra di dubbio, ma il connubio che gli artisti di Platinum Games hanno creato mescola elementi di varia provenienza, producendo un risultato originale. Il mondo di Astral Chain fa riferimento alla fantascienza classica, pulita e fredda, creando un contrasto con una società spaccata, le cui aree malfamate hanno evidenti rimandi al cyberpunk. Il tutto circondato da questa originale invasione: le Chimere scaturiscono dalla Dimensione Astrale e risucchiano le persone al suo interno, diffondendo la contaminazione digitale e infettando irrimediabilmente creature e luoghi del male cremisi di cui sono portatrici.
L’ambientazione è raccontata attraverso aree della città, dai centri di maggior ricchezza, pieni di luci e traffico, ai vicoli più malfamati, poveri e contaminati. Il level design non si distingue per complessità, ma non per questo è poco ispirato, anzi. I tanti modi in cui dobbiamo sfruttare i poteri derivati dalla Dimensione Astrale spingono il giocatore a ragionare e a utilizzare tutte le meccaniche a propria disposizione per superare zone sviluppate in ampiezza e spesso anche in verticalità.
Un nuovo poliziotto in città
In Astral Chain sceglieremo chi, tra i due gemelli Howard, impersonare. Sia che opteremo per il ragazzo o la ragazza, il nostro gemello avrà il nome di Akira. Il personaggio di cui vestiremo i panni è parzialmente personalizzabile: non possiamo cambiare i tratti somatici, se non per occhi e colore della pelle, ma possiamo modificare la nostra acconciatura e i nostri vestiti, restando rigorosamente in divisa.
I due gemelli sono appena stati reclutati dalla Neuron, una forza speciale di polizia dove si fa uso dei Legion, delle Chimere catturate e messe al servizio degli umani. Il nostro protagonista e il suo gemello hanno una predisposizione particolare all’utilizzo del Legion, e vengono perciò dotati di Legatus, dei dispositivi digitali che permettono di controllare la Chimera tramite una Catena Astrale. Questi speciali soldati rispondono al nome di Legionis.
Insieme a noi, in squadra ci saranno Max, nostro padre adottivo, Jin e Alicia, ognuno dotato di un diverso Legion. I membri di questa unità speciale sono gli unici a poter vedere a occhio nudo le Chimere, altrimenti invisibili, e a poterle combattere. Questo è il prologo narrativo da cui parte la trama di Astral Chain.
Trama accattivante, ritmo altalenante
Superato un inizio un po’ lento, il gioco ha saputo coinvolgerci e catturarci, con una storia che si è presto fatta misteriosa, invogliandoci ad andare avanti e scoprire la verità. Tra intrighi e qualche colpo di scena, forse un po’ troppo prevedibile, la trama si fa fitta e densa di avvenimenti. Una storia vicina agli anime giapponesi, ma contemporaneamente matura e delicata, in cui ogni scoperta svela ulteriori misteri, con alcuni momenti carichi di pathos capaci di tenervi col fiato sospeso. Peccato però per qualche basso, nella lunga avventura di Astral Chain. Non mancano, purtroppo, alcuni tratti in cui il ritmo si fa fin troppo compassato, e la trama viene portata avanti molto lentamente.
Pregevolissima la regia del titolo, che in ogni cut scene ha saputo mostrare una cura fuori dal comune. Altrettanto ammirevole è la minuziosità con cui sono stati costruiti e raccontati i personaggi secondari, più o meno importanti. Ognuno ha una storia da scoprire, e sebbene il mood generale dell’opera sia decisamente serio, non mancano alcune macchiette che spezzano piacevolmente l’atmosfera.
In generale in Astral Chain spicca la cura per i dettagli: i videogiocatori più attenti potranno saziarsi di una lore approfondita, raccontata attraverso dialoghi, descrizioni di personaggi e documenti. Tanti tasselli di un mondo che, capitolo dopo capitolo, area dopo area, si compone in un mosaico vivido e indimenticabile.
Suoni astrali
Astral Chain è un gioco dall’anima giapponese, aspetto evidente guardando ai personaggi e alla trama. Non si discosta la colonna sonora, la cui qualità è altissima, che pure è piena di riferimenti alla cultura degli anime. Evidenti le assonanze con Nier: Automata, il precedente titolo di Platinum Games, le cui soundtrack sono state apprezzate universalmente. Ma tanti sono i rimandi, a Vangelis e la merivigliosa soundtrack di Blade Runner, o anche alle sonorità tipiche dei Final Fantasy. Non manca infine qualche pezzo pop-rock con voce solista, di stampo tipicamente nipponico.
Per quanto riguarda il doppiaggio, il cast di attori è promosso in toto, senza riserve. Impeccabili le prove recitative delle varie voci, soprattutto dei protagonisti. Peccato per la scelta discutibile di lasciare il protagonista muto per (quasi) tutto il gioco. In generale il comparto sonoro è coinvolgente, sempre azzeccato e ritmato con gli avvenimenti.
Estetica portatile
L’abilità nel costruire un mondo di gioco originale necessita di un aspetto grafico che riesca a rendergli giustizia. Il fatto di essere vincolati alla console ibrida di Switch è stato da un lato un limite, ma dall’altro un’opportunità. Dovendo optare per dei compromessi tecnici, il team ha scelto di utilizzare una grafica in cel-shading che potesse pesare meno sulle performance. L’estetica di Astral Chain è molto pulita e visivamente colpisce per qualità realizzativa e stile.
Ovviamente non offre un impatto fotorealistico come titoli visti su altre piattaforme, ma il gioco riesce comunque a lasciare a bocca aperta, soprattutto in portabilità. Se è vero che il titolo presenta alcuni fenomeni fastidiosi dovuti ai compromessi tecnici, come un lieve pop up in ambienti più ampi o qualche calo di frame rate, è anche vero che controllare il proprio alter ego sul piccolo schermo di Switch sembra a tratti un piccolo miracolo tecnologico. Ovviamente i problemi si accentuano lievemente sul grande schermo, ma Astral Chain si conferma un bel vedere anche lì.
In generale ci sentiamo di promuovere l’aspetto grafico, nonostante i problemi. Forse non si può pretendere di più dalla piccola Nintendo Switch, o forse sì, ma in ogni caso il titolo è solido e convincente, seppur con qualche incertezza. Discutibile in certe ambientazione ristrette la telecamera, che per un gioco action causa più problemi di quanto sarebbe lecito.
Action di razza, ma non solo
Se l’ambientazione è un gigantesco punto di forza di Astral Chain, almeno altrettanto importante nell’economia della produzione è il gameplay. Platinum Games si è ormai affermata come un’eccellenza nel genere action, anche grazie a gente che ne ha gettato le fondamenta, come Hideki Kamiya. Da questo punto di vista, l’ultima opera del team non rinnega questo tratto distintivo, ma non si pone limiti creativi.
Astral Chain ha due anime: da un lato action frenetico, dall’altro poliziesco compassato. Impersoniamo un servo della legge in un distopico futuro, che ha a sua disposizione i potentissimi Legion, e in quanto strumento del governo siamo chiamati ad indagare e aiutare i cittadini, con ogni mezzo a nostra disposizione, così come a combattere le Chimere, nella nostra dimensione o nella loro. Il grande merito da riconoscere al titolo è la grande maestria nel farci sentire il peso del nostro ruolo, approfondendo e spiegando bene tutte le meccaniche di gioco che definiscono un agente della Neuron.
Astral Chain è un gioco per Nintendo Switch, nonostante le polemiche e la voglia degli utenti di altre piattaforme di giocarlo. E lo è non solo in termini di esclusività, ma anche per il perfetto utilizzo dei comandi della console ibrida nella gestione del gioco. L’esperienza è studiata al millimetro sui tasti e la loro disposizione, talmente ben realizzata da farci preferire i classici joy con rispetto al pro controller.
Incatenati per lottare
Per quanto riguarda il combat system, il titolo segue le sue premesse narrative e ci porta a utilizzare sia il nostro manganello X, che si può facilmente trasformare in pistola e spada a due mani, sia i poteri del nostro Legion. Con il grilletto destro possiamo usare l’arma personale, mentre con il sinistro, unito alla levetta analogica destra, possiamo comandare il nostro compagno chimerico, connesso a noi dalla catena astrale.
E questa stessa catena, che dà il titolo all’opera, può essere utilizzata per intrappolare i nemici o per colpirli in sequenza mentre raggiungiamo al volo il nostro Legion. Il gioco presenta poi una meccanica di sintonia, in cui durante una combo serrata possiamo premere un tasto al comparire di una luce blu per sincronizzarci con il nostro companion in potenti attacchi a due. Molto interessante anche l’idea del colpo di grazia: quando una Chimera è in fin di vita possiamo lanciare il Legion contro di essa, per assorbirne il mainframe e ricaricare i nostri HP.
Non mancano anche elementi legati al mondo ruolistico nel titolo. Seppur non possiamo sviluppare il nostro protagonista, possiamo invece far acquisire abilità al nostro Legion, sfruttando un vero e proprio skill tree. Inoltre possiamo potenziare il manganello X e il Legatus al reparto divisione del quartier generale Neuron. Nel titolo sono poi presenti tante missioni secondarie da svolgere in giro per le varie aree, feature che dona al gioco un fascino squisitamente role-play.
Forza speciale Neuron
L’altra anima di Astral Chain è il suo lato investigativo. In una routine che ci ha ricordato quella di Crisis Core, in quanto agenti della forza speciale Neuron ci muoviamo tra il quartier generale e le aree delle città.
Alla base possiamo personalizzare il nostro avatar e il Legion, potenziarci, allenarci e interagire con i tanti agenti presenti, personaggi secondari vividi che donano al titolo un ulteriore livello di profondità. Per le strade cittadine, tra lo splendore del settore 36 e lo squallore della Foresta Maison o del settore 09, possiamo aiutare gli abitanti nelle situazioni più disparate. Va detto che le missioni secondarie sono un po’ troppo invadenti e spesso noiose e ripetitive. Di alcune avremmo fatto volentieri a meno, il cui unico risultato è stato stancarci e spezzare il ritmo del racconto.
Indagini multidimensionali
Per quanto riguarda l’aspetto puramente poliziesco, a nostra disposizione abbiamo l’IRIS, uno strumento di tecnologia avanzata che giustifica la modalità detective celebre ormai dai tempi di Batman Arkham Asylum. Una riproposizione sì, ma con alcune interessanti novità, legate principalmente all’ambientazione basata su due dimensioni convergenti raccontata da Astral Chain.
Nelle fasi investigative, raccoglieremo prove e indizi in un taccuino virtuale, parlando con la gente, sfruttando l’IRIS e il Legion. Alla fine dell’indagine dovremo sempre risolvere il caso, di fatto rispondendo ad alcune questioni sulle note digitali che abbiamo raccolto.
Una meccanica molto interessante, che mette effettivamente alla prova le capacità logiche e deduttive del giocatore. Peccato che il tutto sia un po’ troppo semplice e guidato, probabilmente per paura di spingersi troppo oltre nel mettere alla prova gli utenti in un campo inusuale. Apprezzabile comunque questo aspetto del gioco, nonostante una generale facilità e un ritmo compassato.
Le sorprese, riguardo il gameplay di Astral Chain, non finiscono mai. È così che intorno alla metà del gioco viene fuori uno stealth appena accennato, giusto qualche area con delle guardie, il cono visivo di quest’ultime e i ripari. Il tutto dimostra un grande amore degli sviluppatori per la serie di Metal Gear Solid, con evidenti citazioni, e una voglia di approfondire ulteriormente un gameplay estremamente variegato, che riesce pienamente a calarci nel ruolo del poliziotto futuristico.
Esclusiva di peso
Astral Chain è senza dubbio un prodotto di qualità, che arricchisce il panorama dei titoli per Nintendo Switch con una perla splendente e importante. Un action vario, intrigante e longevo, capace di tenere occupati per ben oltre le 20 ore di gioco. Ma vi avvisiamo: se sarete insaziabili e curiosi non ne basteranno nemmeno 30 a scoprire tutti i segreti che ha da svelare.
Un gameplay stratificato e sempre nuovo è uno dei pilastri su cui si basa l’ultima opera di Platinum Games, insieme a un setting ispirato e originale. Astral Chain si aggiunge ai titoli must have su Switch, ed è un altro dei buoni motivi per possedere una ibrida Nintendo. Da non perdere!
- - Gameplay vario, stratificato e divertente
- - Ambientazione originale e ispirata
- - Trama matura e intrigante
- - Qualche tentennamento grafico
- - Ritmo del racconto un po' altalenante
- - Missioni secondarie invadenti e a volte noiose