L’uscita del nuovo Call of Duty: Modern Warfare è ormai vicina, fissata per il 25 ottobre. Il soft reboot della storica serie di Infinity Ward, pilastro degli FPS on-line usciti negli ultimi 10 anni, ma anche della narrativa in prima persona, vuole riaccendere la fiamma nel cuore degli appassionati. Se è vero che una parte del successo passa inevitabilmente dalla buona riuscita del comparto multiplayer, è altrettanto vero che nella trilogia di Modern Warfare la campagna single player rivestiva un ruolo molto importante. Noi siamo ansiosi di mettere le mani sul nuovo sparatutto Activision e perciò ci siamo ributtati nei ricordi nostalgici legati a questa saga. Ieri abbiamo ripassato gli eventi e la trama del primo capitolo datato 2007; adesso vogliamo invece raccontarvi del secondo capitolo, Call of Duty: Modern Warfare 2, uscito nel 2009.
Questo stupendo trailer di lancio, oltre a risvegliare tantissimi ricordi nella memoria di chi lo ha giocato, fa pensare anche a quanto importante sia stato questo titolo all’epoca. Non solo Eminem in ‘Till I Collapse, ma anche e soprattutto la partecipazione del celebre Hans Zimmer, compositore cinematografico di film come Il Gladiatore, Pirati dei Caraibi e Batman: Il Cavaliere Oscuro. Activision: dacci una remastered, per favore…
Un salto avanti di 5 anni
Gli eventi di Modern Warfare 2 prendono il via nel 2016, cinque anni dopo quanto accaduto nel primo capitolo. Nel frattempo, a dispetto di quanto si potesse pensare, le guerre in Medio Oriente e in Russia non sono affatto terminate. In quest’ultima, gli ultranazionalisti hanno vinto nonostante la morte di Zakhaev. Questo è adesso considerato un eroe della patria e una sua enorme statua campeggia sulla Piazza Rossa. Inoltre gli viene dedicato un aeroporto internazionale. Nel frattempo i lealisti sono costretti alla fuga e a costituire un governo in esilio; in Medio Oriente i ribelli stanno guadagnando terreno nei territori dell’Afghanistan.
Il nuovo leader degli ultranazionalisti russi è una nostra vecchia conoscenza: Vladimir Makarov (da non confondere con il sergente dei lealisti Kamarov). L’uomo considerava Zakhaev un mentore e per lui i responsabili della sua morte sono proprio il capitano Price e Soap. Del primo non si hanno notizie da tre anni ormai ed è considerato, purtroppo, deceduto. Il secondo è diventato adesso capitano e ha messo da parte il suo nomignolo. Nel frattempo viene istituita la Task Force 141, unità di forze speciali creata da Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada con l’obiettivo di eliminare Makarov e indebolire gli ultranazionalisti russi. A capo di questo reparto speciale vi è il generale Shepherd, un’altra vecchia conoscenza, che è anche a capo dei ranger dell’esercito militare statunitense.
Niente Russo
Il gioco inizia mettendoci nei panni del soldato scelto dei Ranger Joseph Allen, che dopo una prima missione viene reclutato da Shepherd per la sua Task Force. Allen viene quindi fornito di una nuova identità e inviato sotto copertura per infiltrarsi tra gli ultranazionalisti di Makarov. Tuttavia lo stesso Modern Warfare 2 ci fa dubitare che i piani del generale siano limpidi. Pare che Shepherd stia mandando il suo soldato in una missione suicida. Quali saranno le sue intenzioni?
In ogni caso, Allen, sotto il nome fittizio di Alexei Borodin, si trova suo malgrado nel bel mezzo di un attacco terroristico all’aeroporto internazionale Zakhaev. La celebre missione “Niente russo” ha fatto tanto discutere di sé, portando il gioco a subire delle censure in vari paesi. Ad ogni modo, in questa struggente missione, nei panni di Joseph Allen e al fianco di Makarov e alcuni suoi compagni si deve sparare sulla folla dell’aeroporto, commettendo un’orribile carneficina.
Alla fine del terribile atto, Makarov uccide il soldato Allen, al corrente della sua vera identità. In questo modo la Russia intera darà la colpa dell’attacco alla stessa CIA, a cui il corpo ritrovato fa capo. A seguito di questo evento, gli ultranazionalisti dichiarano guerra agli Stati Uniti. Come ha potuto l’esercito statunitense essere così sconsiderato da mandare un suo soldato in quel caos? Solo il generale Shepherd può rispondere a questa domanda.
Conflitto inevitabile
A questo punto ci troviamo nei panni del sergente Gary “Roach” Sanderson, in compagnia del Capitano MacTavish. I due membri della Task Force 141 sono stati inviati in una missione di infiltrazione presso una base aerea russa, sulle montagne Tien Shan in Kazakistan. Su ordine di Shepherd, i due devono recuperare un modulo ACS di un satellite statunitense abbattuto.
Il modulo è fondamentale per la difesa degli Stati Uniti e i due riescono a recuperarlo, ma vengono scoperti dai russi e per uscirne vivi si ritrovano in mezzo a una pericolosa sparatoria, che li vedrà fuggire infine a bordo di due motoslitte, lasciandosi una base in fiamme alle spalle. Purtroppo l’intelligence russa era già riuscita a copiare i dati contenuti nel modulo del satellite, come scopriremo in seguito. L’invasione degli Stati Uniti può cominciare.
Siamo all’inizio della terza guerra mondiale, con i russi che invadono gli USA. Grazie ai dati del modulo aeronautico, riescono a entrare in territorio statunitense inosservati, almeno finché non sarà troppo tardi. Le unità aviotrasportate russe attaccano nel nord est della Virginia, dove incontrano la resistenza dei Rangers dell’esercito americano. Nei panni del soldato semplice Ramirez, accompagnato dal caporale Dunn e dal sergente Foley, ci troveremo nel mezzo del conflitto a cercare di fermare l’invasione ed evacuare i civili dalle aree sotto attacco.
Un vecchio nemico di Makarov
Nel frattempo, gli uomini del capitano MacTavish sono sulle tracce di Makarov. L’obiettivo, oltre a catturare il leader nemico, è collegarlo all’attentato dell’aeroporto, per convincere la Russia di avere un problema interno. Soap, Roach e Ghost, insieme ad altri soldati, seguono una traccia a Rio de Janeiro. La squadra è in cerca di Alejandro Rojas, noto trafficante d’armi e fornitore di Makarov e probabile finanziatore dell’attacco terroristico.
Nei vicoli dei quartieri poveri di Rio si consumano terribili scontri a fuoco tra i miliziani brasiliani e gli uomini di MacTavish. In tanti perderanno la vita, anche tra i compagni, tra cui due soldati canadesi noti come Meat e Royce. Una volta rintracciato e catturato Rojas, Soap e gli altri lo costringono a rivelare tutto ciò che sa su Makarov. Così veniamo a sapere che il leader russo è sulle tracce di un uomo, il suo peggior nemico, e che questo è tenuto rinchiuso in un gulag sulle coste russe del Pacifico. L’uomo è noto come “prigioniero 627“.
Per riuscire a raggiungere il gulag, i membri della Task Force 141 conquistano una stazione petrolifera russa usata come base missilistica, in modo da poter neutralizzare l’antiaerea e salvare alcuni ostaggi. A questo punto la squadra si infiltra nei sotterranei del disumano gulag. Qui riescono a trovare il prigioniero 627, che a sorpresa si rivela essere il capitano Price! L’uomo era considerato morto da 3 anni, quando a seguito dell’operazione Kingfish rimase indietro per coprire la fuga dei compagni. Giusto il tempo per due vecchi compagni di riconoscersi che il gulag comincia a crollare sotto i bombardamenti navali, costringendo la squadra a una fuga rocambolesca.
La battaglia di Washington
Nel frattempo la guerra negli Stati Uniti cresce in intensità. Mentre le forze russe sono ormai quasi arrivate alla capitale, Washington, la squadra di Foley sta cercando di sostenere una difesa disperata, nel tentativo di impedire ai nemici di entrare in città. L’esercito americano è ormai quasi sconfitto, la resistenza sembra destinata alla disfatta.
Da tutt’altra parte del mondo, nello stesso momento, il capitano Price è entrato a far parte della Task Force 141 con l’obiettivo di dare la caccia a Makarov, e Soap ha ripreso il suo vecchio nomignolo. Prima di cercare il leader russo, Price ha un’idea su come aiutare le forze statunitense. Il capitano decide di andare contro gli ordini di Shepherd, secondo cui eliminare Makarov sia l’obiettivo principale, e porta la squadra a invadere un porto russo. Qui è Price in persona a prendere possesso di un sottomarino nemico e lanciare un missile nucleare verso Washington DC. La bomba esplode nello spazio, uccidendo un povero astronauta innocente, ma generando anche un impulso elettromagnetico che disattiva tutti i dispositivi elettronici dei russi, ma non solo.
In pratica viene spento tutto il nord-est degli Stati Uniti. Tuttavia in questo modo l’aviazione russa è fuori dai giochi, con gli elicotteri che si piovono dal cielo, e gli americani possono riorganizzarsi e mettere in piedi un contrattacco. L’esplosione arriva appena in tempo per Ramirez e la sua squadra, che adesso possono riprendersi la Casa Bianca e da lì fermare un gigantesco bombardamento aereo che avrebbe raso al suolo la città. Al termine della battaglia, le squadre dei rangers americano osservano Washington bruciare tra le fiamme delle guerra. Prima o poi toccherà a Mosca fare questa fine.
Sulle tracce di Makarov
A questo punto la Task Force 141 viene divisa in due gruppi, inviati alla ricerca di Makarov negli unici due nascondigli identificati in cui potrebbe essersi rifugiato. Uno è una tenuta tra le montagne del Caucaso, tra la Russia e la Georgia; l’altro è un deposito di aeroplani in Aghanistan.
Nel Caucaso verrà inviata una squadra comandata da Roach e Ghost. Il gruppo, nonostante le grosse perdite, riuscirà a trovare e copiare i dati di un modulo ACS. Questo contiene importanti informazioni su Makarov, tra cui anche delle prove riguardo all’attentato dell’aeroporto. I due soldati della Task Force riescono a fuggire al punto di estrazione portando questi dati con sé.
Purtroppo qui si consumerà uno dei fatti indelebilmente impressi nella memoria di tutti i videogiocatori che hanno vissuto la serie Modern Warfare. Alla consegna dei dati, il generale Shepherd che accoglie i due militari sull’elicottero per l’estrazione, spara a entrambi, uccidendoli, per poi bruciarne i corpi. Il generale rivela quindi definitivamente il suo doppio gioco e le sue reali intenzioni. Lui è il reale nemico: ha organizzato tutto in modo che Allen venisse scoperto da Makarov e usato per scatenare le ire russe contro gli USA. Tutto affinché lui stesso potesse poi prendere il potere della nazione utilizzando il suo status di capo militare, diventando così un eroe nazionale.
A questo punto della trama, il generale assolda un gruppo di mercenari, la Shadow Company, che possa eliminare Makarov ma anche quanto resta della Task Force 141.
Il nemico del mio nemico…
Nel frattempo, Soap e Price hanno scoperto del tradimento di Shepherd. In missione presso il deposito di aeroplani in Afghanistan, i due si ritrovano in mezzo al fuoco incrociato: da una parte gli ultranazionalisti di Makarov, dall’altro la Shadow Company di Shepherd. I due compagni riescono a fuggire dall’area grazie a Nikolai, che gli consente la fuga in aereo. A questo punto il capitano Price, sapendo che Makarov stesse intercettando tutte le comunicazioni, prende una radio e chiede al leader russo di rivelare la posizione della base del generale traditore, mandandogli un messaggio chiaro: “Il nemico del mio nemico è mio amico“.
Makarov capisce che Shepherd è un nemico comune e decide di collaborare con Price. A questo punto gli rivela che la base del generale è il “Sito Hotel Bravo“, in Afghanistan. I due soldati britannici sono stati etichettati da Shepherd come criminali di guerra e sono ricercarti in tutto il mondo, ma ciò non gli impedisce di introdursi nella base afghana, nel tentativo di trovarlo ed eliminarlo, per porre fine a questa guerra. Tuttavia il sito verrà fatto saltare in aria dal generale stesso, sacrificando molti dei suoi uomini pur di uccidere Soap e Price.
Epilogo
I due tuttavia sopravvivono e l’inseguimento prosegue a bordo di un gommone, lungo un fiume. Da qui i soldati riescono ad abbattere l’elicottero su cui Shepherd sta tentando la fuga. Ma a quel punto il gommone finisce tra le rapide e i due vengono separati. Soap si ritrova ferito e con solo un coltello come arma. Si fa strada strisciando verso la carcassa dell’elicottero e qui ha una colluttazione con Shepherd. Il generale purtroppo ha la meglio, e lo pugnala al petto.
Prima di ucciderlo, come ogni cattivo che si rispetti spiega le sue ragioni. Quando era a capo della spedizione contro Al-Asad, nel 2011, perse 30.000 soldati in un’esplosione nucleare. Ma di ciò, l’opinione pubblica e i media non si sono interessati. L’unico obiettivo di Shepherd era far sì che il popolo americano tornasse a rispettare l’esercito e a considerarlo lo scudo della nazione.A questo punto spunta fuori dal nulla Price, che ingaggia un feroce corpo a corpo con il generale. Soap riesce quindi a estrarre il pugnale dal suo petto e, prendendo la mira nonostante la vista annebbiata, lo lancia verso Shepherd, centrandolo in un’occhio: morto sul colpo.
Price e Soap, feriti vincitori, vengono soccorsi da Nikolai in elicottero, che li scorta in un rifugio sicuro, in India. Shepherd è morto, ma i due soldati che sono riusciti nell’impresa sono gli uomini più ricercati al mondo. Nel frattempo, Makarov è vivo e vegeto e può portare avanti i suoi piani.
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