Near, il brillante programmatore autore di uno dei più importanti emulatori di Super Nintendo, BSNES (ora HIGAN), si è tolto la vita.
Nella giornata di ieri, sulla sua pagina Twitter, Near avrebbe pubblicato una sua fotografia seguita da una serie di messaggi, che sembravano preannunciare il suo intento suicida. Successivamente, poi, un noto consulente di sicurezza e hacker Hector “Marcan” Martin, ha condiviso un documento di Google che si dice sia stato scritto da un amico di Near nella vita reale, che è stato ampiamente accettato come prova della sua morte.
Near, che recentemente aveva fatto outing dichiarandosi nonbinario, ha raccontato di essere stato oggetto di bullismo per tutta la vita, finendo addirittura vittima dell’hub di cyberbulli, Kiwi Farms (non vi riportiamo il loro link per evitargli anche quel minimo di pubblicità). Il network avrebbe preso di mira prima lui, per poi spostarsi sui suoi amici, la qual cosa ha turbato immensamente Near.
Cosi’ racconta Near la sua odissea:
Kiwi Farms ha portato i suoi attacchi ad una magnitudo ancora maggiore. È passato dall’attaccarmi perché sono autistico, all’attaccare e diffamare i miei amici, e al cercare di indurli al suicidio, solo per ottenere una reazione da me. Ho perso uno dei miei migliori amici per questo. Mi sento responsabile.
Internet non è un gioco. È la vita reale. Io sono una persona reale. Questa roba fa davvero male. Ho riversato tutta la mia vita in questo. Non ho amici nella vita reale, non ho altra ragione d’essere. Solo questo. E ora non ho niente.
È troppo tardi per me, ma prego che qualcuno, ad un certo punto, faccia qualcosa per quel sito web. C’è troppa gente che soffre, e nessuno sembra preoccuparsene perché siamo delle nullità relative online, e loro lo sanno. Il male trionfa quando gli uomini buoni non fanno nulla.
Con Near se ne va uno dei più brillanti programmatori della scena emulatori. Il suo “BSNES” poi diventato “Higan”, è ancora oggi il più accurato emulatore Super Nintendo in circolazione. Ma non solo, Near era anche conosciuto per la sua attività di “custode” della memoria storica dei titoli Super Nintendo; nella sua collezione di cartucce preservate, si contavano oltre 1200 titoli scannerizzati e studiati anche nelle schede di circuito con l’obiettivo di offrire una conservazione a lungo termine del patrimonio videoludico di Nintendo.
La notizia oltre ad addolorarci profondamente, ci spinge ancora una volta ad interrogarci sul come sia possibile che una piattaforma come Kiwi Farms – il cui unico scopo è aggregare individui che trovano divertente prendersi gioco della diversità, o incitare altri a commettere suicidio – sia ancora online, nella completa indifferenza delle autorità. E il fatto diventa ancora più paradossale se si pensa ai ban facili su Facebook o su Twitch per cose di così scarso valore che non meriterebbero neppure di essere prese in considerazione.
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KiwiFarms pagherà un prezzo molto salato per questo.