Cosa significano i semi delle carte da gioco?

Le carte da gioco sono tra gli oggetti più comuni del settore dell’intrattenimento. Tramite i mazzi di carte è possibile infatti partecipare a numerosi giochi con svariati partecipanti. Il Poker e il Baccarat sono nati decenni fa e ancora oggi vengono praticati, persino online o a livello professionistico. Oggi inoltre internet si rivela uno strumento indispensabile ad esempio per apprendere le regole del Blackjack o di altri giochi più complessi, in questo modo avvicinando sempre più utenti a questi classici giochi da tavolo.

Le francesi, le più note

I mazzi più conosciuti al mondo sono sicuramente quelli francesi. Come tutte le carte da gioco, quelle appartenenti a questo tipo di mazzo sono di forma rettangolare e si caratterizzano per la presenza di quattro simboli diversi, noti come “semi”. I semi delle carte francesi sono i cuori, i quadri, le picche e i fiori e hanno avuto origine in Francia nel XV secolo. Si trattava di simboli facili da disegnare e che non richiedevano un grande dispendio economico per la realizzazione delle carte, che un tempo venivano disegnate a mano. Fiori e picche, in particolare, sono ispirati a delle specifiche foglie tedesche. Curiosamente, gli inglesi indicano i fiori come bastoni, le picche come spade e i quadri come diamanti, quasi come a voler valorizzare il più possibile l’importanza dei semi, che invece nacquero proprio per risultare semplici. I jolly, invece, furono un’idea degli americani.

Le carte nostrane

Le carte spagnole, portoghesi o italiane utilizzano invece semi più sofisticati: denari, coppe, spade e bastoni, oggettistica tipica dell’ambiente cavalleresco e dell’età medievale. I denari indicano i mercanti, le coppe il clero, le spade i guerrieri e i bastoni i contadini. Rispetto alle carte francesi, le altre contano qualche unità in meno nel mazzo, in quanto non ci sono dei veri e propri 8, 9 e 10, bensì le figure prendono il posto dei numeri più elevati. I mazzi italiani, comunque, presentano tantissime varianti: ci sono carte bergamasche, bolognesi, bresciane, fiorentine, genovesi, milanesi, napoletane, piemontesi, piacentine, romagnole, salisburghesi, sarde, siciliane, toscane, trentine, trevigiane e triestine.

Le più diffuse tra le carte italiane sono le napoletane, che rispecchiano lo stile spagnolo. In particolare, sono quelle che vanno per la maggiore nel Sud Italia. La struttura di queste carte risale a qualche secolo fa e a testimoniarlo sono pettinature e vestiari delle figure rappresentate. Il re di denari, detto anche “matta”, ha la caratteristica di poter assumere qualsiasi valore gli venga attribuito dai giocatori che la possiedono in mano.

Ancora oggi tra i giochi più popolari

I giochi di carte non sono mai passati di moda in quanto favoriscono uno spirito aggregante e non richiedono grandissime abilità per parteciparvi, se non quelle puramente mnemoniche. Si tratta di giochi tradizionali, che non a caso trovano spazio sulle tavole degli italiani specialmente nel periodo delle festività natalizie, insieme alla tombola o al Sinco. Il significato dei semi è diventato talmente caratteristico da influenzare anche il linguaggio popolare e il foklore: basti pensare ai modi di dire legati al 2 di picche o al 4 di bastoni. Ulteriore segno del fatto che le carte da gioco sono entrate in maniera indelebile nell’immaginario collettivo.

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