La Commissione Attività Produttive sarebbe in procinta di deliberare un rinvio per l’applicazione del decreto sull’eliminazione dei costi di ricarica
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A questo punto è necessario un tam-tam mediatico, quello che i più temevano si sta rivelando realtà: sembra profilarsi all’orizzonte il rinvio di una delle pochissime scelte assolutamente giuste di questo governo. Molti credevano che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui i gestori telefonici avrebbero rinunciato a quella “mancia” sulla ricarica cosicchè anche quando il governo Prodi ha inserito il provvedimento sull’eliminazione delle ricariche all’interno del Decreto sulle liberalizzazioni, i più sono rimasti scettici paventando, come nel più classico film di Fantozzi l’arrivo della nuvola persecutrice, la caduta del governo.
Niente di tutto ciò, non c’è bisogno di arrivare a tanto clamore per bloccare un provveddimento che è giusto per tutti gli italiani eccetto le compagnie telefoniche: bastano pochi voti in commissione attività produttive e il gioco è fatto, almeno questo è quanto dichiara l’Adusbef in un comunicato diramato qualche giorno fa: “Chissà perchè i signori commissari delle attività produttive, sembrano dimostrare grande sensibilità alle richieste delle società telefoniche, ma altrettanta insensibilità alle questioni delle famiglie, sempre più taglieggiate da monopoli, oligopoli e cartelli“. L’Associazione per la difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi rincara la dose denunciando come le compagnie telefoniche avrebbero cercato in tutti i modi di ostacolare l’attuazione della decreto dapprima invocando l’intervento del Commissario Europeo alla Concorrenza, Viviane Reding, per poi appellarsi ad assurde difficoltà tecniche in merito all’applicazione del decredo.
Le disposizioni riguardanti l’abolizione dei “costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, nonché la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato”, tutte facenti parte del Decreto sulle Liberalizzazioni (il famoso pacchetto Bersani), sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale il primo Febbraio e dovrebbero entrare in vigore a seguito della “vacatio legis” nei primi giorni di Marzo, ma in agguato sembrerebbe esserci la possibilità di un rinvio ad opera della commissione sulle attività produttive.
Nonostante pezzi della stessa maggioranza siano contrari al rinvio, è diffuso tra i consumatori il timore che ci vorrà ancora diverso tempo prima di vedere attuato in questo paese un vero provvedimento che va in contro alle esigenze del libero mercato. Tra i primi a fare la voce grossa contro l’eventualità del rinvio, l’Onorevole Salvatore Raiti dell’Italia dei Valori il quale ha dichiarato:
“E’ inammissibile che si debba pensare prima agli operatori del settore e in secondo ordine ai cittadini. Anche solo l’idea è paradossale: che difficoltà tecniche siano causa di un rinvio. Sarebbe un grave errore posticipare l’entrata in vigore della misura che, all’interno del decreto Bersani, prevede l’abolizione dei costi di ricarica dei telefoni cellulari (…) I tempi sono più che maturi, per eliminare un orpello medievale qual è l’assurda tassa in discussione, che danneggia tutti i cittadini, penalizzando ancora di più quelli con credito medio-basso. Credo si debba fare in modo che gli operatori adeguino i meccanismi al più presto; le loro difficoltà tecniche non possono essere messe davanti alle esigenze di chi ha già pagato fin troppo per un’anomalia tutta italiana”.
Speriamo che il tam-tam mediatico di cui vi abbiamo parlato e che si sta scatenando sui media, faccia crescere la pressione dell’opinione pubblica sul governo che in questo momento, visto l’avvicinarsi dell’insidioso appuntamento elettorale primaverile, è naturalmente più “debole e comprensivo”, disposto, cioè, ad ascoltare la voce dei molti piuttosto che dei soliti noti…