Dopo aver parlato del Collasso e della Quarta Guerra Corporativa, siamo passati al Dopoguerra ed alla Riunificazione per giungere, ora, al terzo speciale dedicato alla lore di Cyberpunk 2077. In questo ultimo articolo ci concentreremo sulla Guerra di Unificazione, sulle Guerre Metallare e, infine, sulle minacce moderne.
Tratto dal libro “Il Mondo di Cyberpunk 2077“.
La Guerra di Unificazione e le Guerre Metallare (2069-2070)
Alla fine del 2069, la presidente neoeletta Rosalind Myers presentò un programma di unificazione per estendere il dominio federale sugli Stati Liberi, con la scusa di rafforzare la nazione. Poiché la maggior parte dei territori americani indipendenti si opponeva all’unificazione, il conflitto fu inevitabile. Il governo federale dei Nuovi Stati Uniti (NUSA), sostenuto dalle forze nazionalizzate della Militech, dichiarò guerra agli stati separatisti, tra loro alleati in modo approssimativo: Colorado, New Mexico, Wyoming, Montana, Arizona, Nevada e California del Nord. Accettando alcune concessioni imposte dal governo centrale, Washington, Oregon e Idaho riuscirono a rimanere neutrali.
Nonostante gli Stati Liberi fossero segretamente sostenuti dall’Arasaka con armi e “consiglieri per la sicurezza”, subirono le forti pressioni dei NUSA. Questi scontri, combattuti con la tecnologia militare più all’avanguardia, divennero noti come Guerre Metallare.
Night City evitò per un soffio i combattimenti. La California del Nord e quella del Sud si ritrovarono su fronti opposti e la gente di Night City tratteneva il respiro nell’attesa dell’invasione delle truppe federali. All’inizio del 2070, una divisione dei NUSA avanzò fino alla periferia della città, ma l’invasione fu impedita dall’intervento tempestivo del consigliere Lucius Rhyne. Sfruttando i contatti instaurati durante il decennio di servizio nel consiglio cittadino, Rhyne chiese la protezione dell’Arasaka, a lungo rimandata. Pochi giorni dopo, una super portaerei dell’Arasaka attraccò a Coronado Bay. Nel giro di poche ore, i NUSA si ritirarono.
In seguito all’intervento manifesto dell’Arasaka, fu firmato un Trattato di Unificazione tra i Nuovi Stati Uniti e la coalizione degli Stati Liberi, ponendo così fine alla Guerra di Unificazione. Gli Stati Liberi mantennero la loro autonomia, ma accettarono di partecipare al nuovo governo federale e di cessare le ostilità tra di loro. La presidente Myers acconsentì, per paura che un eccessivo coinvolgimento dell’Arasaka esplodesse in un conflitto, che i NUSA non potevano permettersi. Il trattato di pace – per quanto insoddisfacente per tutte le parti – era preferibile alla guerra e al rischio di un’altra crisi mondiale.
All’indomani della guerra, Night City fu reinaugurata come città libera internazionale, indipendente dalle leggi e dal governo dello Stato Libero della California del Nord e dei Nuovi Stati Uniti. Night City pagò questa libertà con un aumento dell’influenza delle megacorporazioni, che pompavano il denaro necessario alla rivitalizzazione della città solo per ottenere un punto d’appoggio sulla costa occidentale dei NUSA.
Il simbolico punto di svolta di questa situazione ci fu nel 2070, quando Night City permise all’Arasaka di costruire il nuovo quartier generale americano nel luogo in cui il loro precedente edificio era stato distrutto nel 2023. Night City continuò a prosperare, sebbene quella prosperità non fosse alla portata di tutti.
Minacce moderne
La stabilizzazione della situazione in Europa e in Asia alla fine della Quarta Guerra Corporativa e della Guerra di Unificazione non ha trasformato improvvisamente il mondo in un luogo felice. Nonostante la recessione tecnologica tra il 2020 e il 2040 abbia abbassato i livelli di inquinamento globale, l’umanità deve ancora affrontare alcune serie minacce. Ormai il cambiamento climatico è la più grande minaccia esistente, completamente imprevedibile.
Uragani e tornado di dimensioni e intensità spaventose decimano le popolazioni di tutto il mondo. Haiti è stata abbandonata ufficialmente nel 2062, dopo che una serie di feroci tempeste hanno devastato l’isola. Centinaia di migliaia di haitiani sono morti durante quegli eventi e il successivo esodo, e la devastazione delle Isole dei Caraibi è stata in seguito dichiarata una delle peggiori calamità naturali della fine del ventunesimo secolo.
La desertificazione e la siccità sono diventate ancora più pericolose in tutte le Americhe, così come in Europa, in Africa, in Asia e in Australia. L’acqua potabile ha iniziato a scarseggiare e la situazione non è migliorata negli ultimi anni. D’altra parte, anche le inondazioni sono frequenti: negli ultimi decenni interi quartieri di Los Angeles e Night City ne hanno subito le conseguenze. I Paesi Bassi hanno perso un terzo del proprio territorio, ma grazie alle più recenti tecnologie in fatto di dighe hanno evitato di finire completamente sommersi dal Mare del Nord. Le Maldive non sono state così fortunate: l’arcipelago è affondato circa una ventina di anni fa.
Questi eventi nefasti hanno portato a un significativo impoverimento del suolo, provocando carestie che hanno causato centinaia di migliaia di morti in Asia e in Africa. E’ stato solo introducendo la coltivazione idroponica e le fattorie urbane verticali che alcune regioni hanno evitato l’estinzione totale.
Lo sviluppo delle cybertecnologie ha introdotto il problema della cyberpsicosi. Coloro che ne soffrono si isolano emotivamente dalle altre persone, finché l’interazione umana alla fine diventa insopportabile. Tale difficoltà sfocia nel disprezzo e da ultimo nella violenza. Sebbene sia una malattia mentale riconosciuta ormai da mezzo secolo e diversi studi suggeriscano che sia collegata alla quantità di cybermodifiche di un individuo, non siamo ancora sicuri di cosa renda alcuni più sensibili alla malattia di altri. Tuttavia, la cyberpsicosi rimane una delle principali preoccupazione per la salute nel nostro mondo dipendente dalla tecnologia.
In cima a questo elenco di problemi, abbiamo un livello pericoloso di stratificazione sociale, uno spaventoso tasso di criminalità e disordini migratori in quasi ogni parte del pianeta. La situazione è lungi dall’essere a posto, e se vogliamo sopravvivere come specie, dobbiamo rivalutare seriamente il nostro sistema di valori. La domanda è: potrebbe essere troppo tardi per farlo?