Doctor Strange nel Multiverso della Follia – Recensione

“Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco”, così avvisava il dottor Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) nel film campione d’incassi Spider-Man: No Way Home dell’esistenza del multiverso. Il pubblico è un po’ più preparato in questi giorni, dato che la Fase 4 del MCU (Marvel Cinematic Universe) ha gettato le basi per realtà multiple che permettono di avere una visione più ampia di tutti i mondi collegati ai super eroi Marvel. La serie animata What If…? ha esplorato le possibilità dell’effetto farfalla causato da possibili scenari alternativi (il multiverso) svelando potenziali contesti diversi in cui potrebbero essere coinvolti alcuni dei più noti personaggi principali del mondo Marvel. Mentre il film “No Way Home” ha dimostrato il potenziale fan service (più Spider-Man!), seguendo le tracce di Spider-Man: Into The Spider-Verse.

Dopo gli eventi di No Way Home, la pellicola del Doctor Strange nel Multiverso della Follia ammassa in un unico film un complesso intruglio di filoni narrativi matematicamente collegati in modo perfetto (da No Way Home fino ad arrivare alla recente serie WandaVision disponibile su Disney Plus), che alla visione sembrano quasi essere un crossover. Tuttavia, per chi non è avvezzo alle serie Marvel, tutte queste citazioni potrebbero creare non pochi problemi con la prosecuzione della visione del film e la comprensione della stessa pellicola. Se invece, al contrario, siete fan, il film vi apparirà chiaro ed estremamente spettacolare. Attenzione, non che voglia rimangiarmi quello scritto precedentemente, ma chi non conosce determinate dinamiche, probabilmente, rimarrà comunque affascinato dall’alone mistico ed esoterico (a tratti anche leggermente horror) che questa pellicola porta con sé. Non a caso la regia è di Sam Raimi, maestro indiscusso di cinema e autore di numerosi film dell’orrore oltre ad aver diretto la saga iniziale dell’Uomo Ragno. Insomma, sulla qualità cinematografica di questo cinecomic (genere demonizzato e discusso recentemente da molti registi) possiamo, almeno, stare tranquilli in quanto si differenzia da alcuni prodotti, sempre della stessa casa produttrice, con quelli che, si, effettivamente erano commerciali.

Prima di iniziare la recensione, premetto, vorrei comunicare un evento particolare: noi della redazione, ed altri colleghi in sala abbiamo avuto il privilegio, stando a quanto riferito dall’addetto stampa di Disney, di vedere in anteprima un breve trailer di Avatar: The Way of Water, dalla durata di circa 3 minuti e rigorosamente con degli occhialetti 3D. Il teaser non ha mostrato granché, sintomo che nei prossimi mesi, probabilmente, verranno rivelati più dettagli. Tuttavia è stato confermato il periodo d’uscita del film previsto per il quadrante invernale.

Trama

Nel film Marvel Studios “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”, l’Universo cinematografico Marvel espande i confini del Multiverso ai massimi livelli. Attraversiamo un viaggio nell’ignoto con Doctor Strange che, con l’aiuto di mistici alleati sia vecchi che nuovi, attraversa pericolose e sconvolgenti realtà alternative del Multiverso per affrontare un nuovo misterioso avversario.

Dopo la visione del film la sensazione palpabile dalla sala è stata che la visione di questa pellicola sia adatta principalmente ad un determinato tipo di pubblico, perlopiù di età adolescenziale/adulto (anche se, onestamente, immaginiamo saranno molti i genitori che con i loro pargoletti di 5-6 anni andranno in sala inconsapevoli pensando di ritrovarsi il classico cine comic quando, in realtà, il risultato sarà leggermente diverso e, probabilmente, passeranno notti difficili viste le palesi tinte horror introdotte nella pellicola da Raimi). Già, adulti, ma non solo per via del contesto ma anche dei contenuti: sono coinvolte infatti tante storie e chi non si è formato le ossa con un “background” di serie precedenti all’universo Marvel, non capirà diverse situazioni che gli si paleseranno davanti. Tuttavia gli ottimi effetti speciali, la longevità coinvolgente della pellicola e il fascino esoterico del Dottor Strange sono tutti elementi che, se uniti, formano un mix interessante in grado di intrattenere dato che, a livello di ritmo, il film procede perfettamente tra magie e incantesimi di ogni tipo.

Ma parliamo del regista. Sam Raimi torna all’ovile dei cine comic, dopo aver stabilito il dominio del genere sul cinema di questo secolo con i quasi intoccabili Spider-Man e Spider-Man 2. L’impronta autoriale del regista di Evil Dead è palese per quasi tutta la durata del film: i primi piani, la fotografia e la tensione (palpabile anche grazie alcuni jump scares e immagini macabre) sono tutti grandi pregi del regista statunitense, ma nonostante la sua arte sia falcilmente percepibile, l’impressione che si ha vedendo il film è di guardare una pellicola di Raimi limitata al suo reale potenziale che non si allontana mai troppo dallo stile di casa dello studio produttore – viste le probabili limitazioni imposte dalla Disney/Marvel, e tutto ciò è un peccato dato l’enorme potenziale creativo a loro disposizione.

Si può dire ben poco della trama prima di scivolare nel territorio degli spoiler, ma il titolo allude al multiverso, e se avete letto qualcosa sul film prima dell’uscita, saprete che presenta l’introduzione cruciale di America Chavez (Xochitl Gomez), una giovane donna con la capacità di saltare tra i mondi. Questo potere la rende il bersaglio di un misterioso e potente essere con intenti maligni. Fuggendo in questa linea temporale, naturalmente, si incrocia con Strange, e l’attuale Stregone Supremo Wong (Benedict Wong). Cercando di proteggere la supereroina adolescente, Strange cerca anche l’assistenza della sua collega vendicatrice Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen). Da lì, l’avventura si dirige verso dimensioni distorte.

Nonostante la potenziale complessità del multiverso, la trama è comunque abbastanza lineare: le motivazioni sono chiare fin dall’inizio e le varie linee temporali pure. Dunque non c’è bisogno di essere un genio per stare al passo con la complessività del film, anche se essere un fan aficionado Marvel (e quindi aver seguito anche prodotti spin-off come “What if…?” o “WandaVision“) aiuta certamente meglio la comprensione del film. Non ultimo, per ordine d’importanza, le sorprese presenti ed anche i richiami fan service impostati per deliziare gli ammiratori.

Ma il fatto che ci sia così tanta carne al fuoco comporta anche, conseguentemente, che alcuni personaggi e filoni vengano poco approfonditi: Chiwetel Ejiofor (che interpreta Karl Mordo), non avrà particolare rilevanza all’interno della pellicola mentre al contrario Rachel McAdams riuscirà a sorprendervi esplorando un altro lato inedito di Christine Palmer, mentre la bravissima Elizabeth Olsen saprà ammaliarvi continuando il suo viaggio nel MCU iniziato in WandaVision.

Impossibile non soffermarsi sulla scelta fatta da Raimi per quanto concerne il lato inerente alla colonna sonora: a dirigere le musiche, un pò come accadde per i primi due capitoli di Spider-Man, troviamo il maestro Danny Elfman: particolarmente ispirato ed in grado, proprio grazie alla scelta musicale, di saper imprimere la tensione palpabile fin dall’inizio della pellicola.

Doctor Strange: nel multiverso della Follia è uno dei cinecomic che inaugura ufficialmente il quarto ciclo del mastodontico MCU (Marvel Cinematic Universe). Nonostante la tensione, la trama tutto sommato coinvolgente e degli ottimi interpreti, la sensazione è che questa pellicola possieda sicuramente del potenziale (il multiverso è affascinante) ma che lo stesso sia stato sfruttato malamente in vista, forse, di potenziali film successivi. Insomma un film di “mezzo” se potete passarmi il termine. Inoltre, purtroppo, mi sento di dirvi che questa pellicola è sicuramente una delle peggiori interpretazioni di Benedict (caso più unico che raro) nel ruolo del Doctor Strange il quale personaggio, pare più vittima degli eventi che gli capiteranno che risolvitore di problemi come visionato nei film in cui lui è stato coinvolto precedentemente.

Doctor Strange: Nel Multiverso della Follia sarà disponibile nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 4 maggio.

Andrea D’amely
Andrea D’amely
Il giovane Andrea scopre la sua grande passione per i videogiochi alla tenera età di 4 anni grazie ad un meraviglioso Game Boy ricevuto in dono. Con il passare degli anni ho vissuto gran parte delle varie generazioni videoludiche ad osservare (e giocare) numerosi titoli per svariati dispositivi: rimanendo, però, sempre affascinato dal magico alone proveniente dalla Grande N essendo cresciuto principalmente a giochi pane e Nintendo. Grande appassionato di Cinema e sport, talvolta mi diletto ad osservare anche l'universo WWE e simili.

Rispondi

Ultimi Articoli