L’E3 2017 è stato finalmente archiviato. Finisce una delle settimane più intense (anzi, la settimana più intensa) di tutte, almeno nel mondo dei videogiochi. Finisce con un bilancio, che provano a fare più o meno tutti e che faremo anche noi, cercando di capire chi ne esce con le ossa rotte, chi invece torna a casa pieno di soddisfazioni e così via.
Facciamo una premessa: da questo E3 ne escono vincitori un po’ tutti. Chi più, chi meno. Sicuramente non tutto ha funzionato per il verso giusto, ma non possiamo lamentarci. Arrivata quasi in sordina, questa edizione ha comunque soddisfatto un po’ tutti, certamente ha soddisfatto il vero appassionato di videogiochi, colui il quale si fida dell’industria e che nei giorni delle conferenze è arrivato carico delle aspettative giuste.
Perché l’E3 2017 e così l’intera industria non si fa con i rumor. Tutti hanno creduto ai progetti cinesi comparsi online su 4Chan dando per certa la presenza di PS Vita 2, tutti hanno mal interpretato le dichiarazioni di Vicarious Visions credendo che un nuovo remaster di Crash Bandicoot fosse in lavorazione. E tutti, come al solito, hanno creduto all’ennesimo rumor su Bloodborne 2 e sulla presenza di From Software, dimenticandosi che al momento i giapponesi più odiati e amati sono al lavoro su tutt’altri progetti, probabilmente multipiattaforma (e che Bandai Namco, il souls per il 2018, già ce l’ha).
Da questo E3 2017, dicevamo, ne escono tutti vincitori. A partire da Bethesda, che ha dimostrato come si programma un interno anno. Tutti delusi dall’assenza del sesto capitolo di The Elder Scrolls (che non esiste e non esisterà almeno per un paio d’anni, stando alle parole di Hines dichiarate lo scorso anno), ma non si può dire che il publisher e sviluppatore non sia stato in grado di instaurare un grande modello di business. Tutti i prodotti annunciati nel corso dello showcase, infatti (chiacchiere a zero e solo trailer, altro punto a favore) usciranno entro l’autunno. Una stagione invernale che rischiava di essere davvero povera di giochi e invece nel giro di qualche mese i giocatori più avidi potranno mettere le mani su una espansione di Dishonored 2, il nuovo Wolfenstein, la nuova espansione di The Elder Scrolls: Legend, Doom e Fallout 4 in VR e The Evil Within 2.
Vincitrici sono anche Sony e Microsoft. La prima presenta una line-up un po’ vecchia, proponendo uno showcase simile allo scorso anno, ma basta e avanza: Spider-Man di Insomniac è decisamente in forma, il nuovo God of War sarà più riflessivo che mai e si distaccherà dalla bruta violenza a cui ci aveva abituati (anche se rimane il dubbio che la struttura possa adattarsi bene al franchise), mostrando un Kratos più evoluto. Detroit: Become Human appare sempre di più una produzione gigantesca e i nuovi giochi per PlayStation VR ci informano sullo stato di salute della periferica, che è ottimo. Il remake di Shadow of the Colossus passa quasi inosservato, mentre Days Gone si porta a casa la palma di gioco più interessante della line-up proposta dal colosso giapponese (e che chiuderà, con molta probabilità, la generazione PS4).
Dall’altra parte Microsoft si dimostra essere più attenta ai bisogni dei giocatori e lancia la nuova Xbox One X al prezzo di 499 Euro, un vero e proprio must per chi vuole il massimo ad un prezzo comunque accettabile. Presentare Assassin’s Creed Origins, Metro Exodus, Anthem (uno dei titoli più interessanti e misteriosi di questa edizione) e un sacco di indie dimostra che sì, forse a Redmond hanno smesso di puntare sui first party e di concentrarsi di più su una piattaforma adatti a tutti. Forza Motorsport 7 brilla di luce propria ed è probabilmente il racing game dell’anno, mentre il nuovo Ori and the will of the Wisps dimostra quanto Microsoft sia in grado di valorizzare anche le produzioni più “piccole”. Il resto sono una caterva di giochi indie, che passano dall’ala di Sony a quella Microsoft e sono tutti davvero bellissimi.
Per quanto riguarda invece Nintendo, beh, la casa di Kyoto ha capito gli errori di comunicazione dell’era Wii U e propone una line-up per Nintendo Switch davvero fantastica. Super Mario Odyssey è poesia per i nostri occhi, mentre l’arrivo nel 2018 di Kirby e Yoshi (titoli provvisori) dimostrano che i platform sono ancora vivi e vegeti e troveranno sicuramente spazio sulla console. Metroid Prime 4 e Pokémon sono le due sorprese della conferenza ed è anche normale che Nintendo non voglia svelare più di tanto: sono progetti che vanno curati, tenuti nascosti e mostrati solo quando sarà il momento giusto, per non deludere le aspettative. L’impressione è che la casa di Kyoto sia riuscita a regalare un fantastico primo anno per la console e anche il prossimo non sarà poi tanto male.
Passiamo ai due player singoli del mercato, ovvero Electronic Arts e Ubisoft. Il primo gioca un campionato a sé: non va più al Convention Center e si ritaglia un suo evento à la BlizzCon, mostrando giochi già visti precedentemente e svelando due piacevoli sorpresa: A Way Out e Anthem. Se il primo è un tentativo inedito di (ri)portare lo split-screen, il secondo invece sarà con molta probabilità non la risposta, ma un’ideale compagno da affiancare a Destiny. Il publisher francese, invece, gioca tutte le sue carte migliori e lo fa ufficializzando Mario + Rabbids Kingdom Battle (su cui nessuno ci avrebbe puntato una lira), svelando Starlink e soprattutto ripresentando in una nuova forma Beyond Good & Evil 2. È chiaro che questi progetti, così come il supporto a Nintendo e al lavoro di Ancel non sono altro che una facciata per difendersi da Vivendi, ma in generale l’impressione è che Guillemot abbia deciso di svegliare dal torpore in cui si era addormentata la sua creatura, per urlare al mondo “Siamo ancora indipendenti, avete visto?”. Forse la facciata non sarà delle più belle, ma i progetti sembrano molto solidi e questo alla fine è quello che conta.
L’E3 2017 va in archivio dimostrando uno stato di salute impressionante per il mondo dei videogiochi. E va in archivio lasciandovi la consapevolezza che tutti hanno ottime carte da giocare nel corso dei prossimi anni. Da questo Electronic Entertainment Expo ne escono vincitori tutti, davvero. Soprattutto i giocatori.