Un gruppo di ricercatori dimostra una batteria alimentata con zollette di zucchero
Batterie allo zucchero
Un gruppo di ricercatori dell’università di Saint Louis ha dimostrato presso il congresso annuale della American Chemical Society una batteria allo zucchero, ovvero una batteria che produce energia elettrica alimentandosi con semplici zollette di zucchero (ma anche vodka o Whisky) e utilizzando il processo enzimatico che negli organismi animali permette di trasformare apppunto gli zuccheri in energia
Il prototipo di batteria utilizzerebbe l’enzima glucosio deidrogenasi come rivestimento protettivo degli elettrodi. Tale enzima è presente in tutti gli organismi animali in grado di assimilare gli zuccheri.
Il problema di questa tecnologia è comune a quello dell’energia ricavata da bioetanolo e in generale a tutte le bioenergie ovvero le energie ricavate dai biocombustibili: l’enorme quantità di combustibile richiesto dalle attività umane renderebbe necessario,vista la poca efficienza del processo di lavorazione, convertire enormi distese di terreno, oggi destinate all’alimentazione umana, alla produzione di biocombustibili. A meno che non si decida di trasformare zone coperte da foreste in zone coltivabili (come accade in Brasile nella foresta Amazzonica per la produzione della soia) con le conseguenze disastrose che tutti possiamo immaginare (convertire zone desertiche sarebbe troppo costoso e quindi non vantaggioso rispetto al petrolio).
Non manca però chi è di opinione diversa. Secondo alcuni infatti le potenzialità dell’agricoltura intensiva sono ancora in larga parte inutilizzate, basti pensare al fatto ad esempio che l’Unione Europea pone importanti limiti alla produzione agricola (i famosi “tetti”) al fine di mantenere stabili i prezzi.
Siamo convinti che, ancora una volta, la parola d’ordine sia diversificazione. Per potersi liberare dalla schiavitù del petrolio occorre muoversi in più direzioni: fotovoltaico, eolico, biocombustibili, idrogeno, solo così potremmo ottenere energia a basso costo e finalmente pulita.