Un computer, il famoso attore cantante Edison Chen e alcune starlette di Hong Kong mettono a dura prova la libertà di informazione in Cina
Scandalo
Galeotto fu il Macbook. Come nella maggior parte (se non tutti ormai) i film di Hollywood e non solo, il protagonista delle scene è un prodotto della casa di Cupertino.
Questa volta però il portatile della “Mela” non veste i panni del computer di tendenza ma è stato utilizzato quale lente d’ingrandimento sui rapporti personali, un pò piccanti, tra famosi personaggi di Hong Kong. Il proprietario del Macbook in questione è l’idolo di una generazione di ragazzine e non più tali, il cantante attore Edison Chen, che sbadatamente, a seguito di un guasto al suo portatile, lo ha consegnato nelle mani di un “tecnico” (non ci è dato sapere se un centro assistenza autorizzato oppure no) con tutto il corredo di file multimediali che un personaggio della sua fama può avere.
Direte voi cosa può possedere di tanto speciale un personaggio famoso a parte qualche foto in cui non è in perfetta forma? Dipende dalla Star e dalle sue passioni. Nel caso del famoso Edison, si da il caso che nel suo Macbook fossero conservate, con ogni probabilità amorevolmente catalogate nel piacevole iPhoto, “solo” 1300 foto con contenuti esplicitamente sessuali, per non dire hard, che avevano come protagoniste alcune giovani donne dello spettacolo cinesi tra le quali Bobo Chan, Cecilia Cheung e Gillian Chung.
Non sarebbe per altro accaduto nulla se la persona che aveva il compito di riparare il portatile si fosse limitata a guardare gli scatti o riferirne verbalmente, ma così non è stato e su Internet, con il tam-tam mediatico che si può facilemente immaginare, è scattata la caccia alle foto piccanti, le quali sono state pubblicate ad arte, in maniera centellinata, al fine di spingere ancora di più gli utenti a visionarle. In pochissimo tempo la Cina e l’ex colonia Britannica si sono riscoperte particolarmente avvezze al gossip con sfondo a luci rosse e il divo Edison Chen con le sue avventure sono diventate l’argomento di conversazione nazionale.
E allora cosa cercano di più i divi nella società dell’informazione se non un pò di pubblicità? Forse in questo caso l’anonimato e la calma, primo perchè le foto sembrano essere realmente scandalose, secondo perchè il regime cinese non è proprio il paladino della libertà d’informazione e ha subito preso provvedimenti drastici per la rimozione del materiale sottratto al cantante, utilizzando anche l’accusa di diffusione di materiale pornografico con la quale sarebbero state arrestate circa 8 persone ritenute responsabili della diffusione delle fotografie.
Il problema però non sembra così semplice e soprattutto non è facilmente controllabile dalle istituzioni: dal momento della diffusione della notizia, i siti e le community cinesi hanno registrato sulle loro pagine decine di milioni di contatti e nonostante la solerte attività del governo cinese, che cerca di oscurare le pagine web, sempre più foto e indiscrezioni vengono pubblicate in rete. Su questa scia si pone anche l’attività del fantomatico Kira, l’utente o il gruppo di utenti, che sembra essere autore dell’upload dei contenuti incriminati e che avrebbe lanciato una vera e propria sfida alla polizia cinese sulla possibilità di una sua localicazzazione.
Dalle informazioni fin qui date non sembrano esserci particolari motivazioni di carattere artistico nel visionare le foto se non le normali attitudini voyeristiche, ma così non è: il problema vero è che gli artisti protagonisti delle foto hanno avuto ripercussioni gravi, sia sulla vita personale, con Cecilia Cheung che si ritrova sul punto di divorziare dal marito, il quale, ovviamente, non è stato particolarmente contento della vicenda, sia sulla carriera, con la cantante Gillian Chung che ha perso importanti sponsor. A questo punto a nulla sono valse le scuse dello sbadato Edison Chen che a voler sentire i maligni avrebbe potuto benissimo darsi una ulteriore spinta di notorietà, salvo poi, dichiararsi vittima, non appena è stata paventata la possibilità di un’incriminazione per lesione della privacy.