PlayStation 5, la retrocompatibilità potrebbe essere un rischio?

Ripercorriamo la storia delle console PlayStation che supportavano questa interessante e ricercata funzionalità.

PlayStation 5 arriverà molto presto e dovrà vedersela con Xbox Series X di Microsoft. E mentre è entusiasmante sapere che PlayStation 4 ha raggiunto record di vendita incredibili, segno che il dominio Sony potrebbe continuare anche in futuro, c’è un’area in cui Xbox One ha chiaramente superato l’ammiraglia di casa Sony, ovvero quella della retrocompatibilità.

La compatibilità con le versioni precedenti è la capacità di una console di supportare (fisicamente o digitalmente) giochi pubblicati su piattaforme passate. Dato il gran numero di giochi pubblicati in questi anni, è un compito leggermente più scoraggiante di un tempo, e mentre Sony si è in gran parte lavata le mani dal migliorare tale funzionalità, Microsoft ha assicurato che le sue console Xbox One avrebbero supportato negli anni decine e decine di titoli Xbox e Xbox 360.

Esiste un chiaro motivo finanziario a non voler supportare la compatibilità con le versioni precedenti: se un giocatore non può usare un vecchio disco su una nuova console, è probabile che compri il gioco da capo e spesso paghi più di prima per una versione rimasterizzata che è stata ottimizzata per un hardware superiore.

A quanto pare Sony, ha finalmente capito le potenzialità della retrocompatibilità, poiché sappiamo che PlayStation 5 presenterà una funzionalità di compatibilità con le versioni precedenti dei giochi PlayStation 4. La compatibilità con le versioni precedenti di PlayStation 5 sarà, almeno sulla carta, molto migliore di quanto pensiamo. Basterà inserire un disco o caricare un gioco scaricato dalla libreria PlayStation 4. La storia di compatibilità con le versioni precedenti di Sony, tuttavia, non ispira necessariamente la certezza che questa tendenza è destinata a durare, o che otterremo esattamente ciò che speriamo.

PlayStation 2: difficoltà tecniche

La PlayStation 2 rimane ancora oggi la console più venduta al mondo. Dopo essere stata lanciata nel 2000, ha avuto un successo senza precedenti e permetteva di giocare alla maggior parte dei giochi PlayStation 1 pubblicati.

Ci sono state però diverse difficoltà tecniche che hanno portato ad una transizione senza una soluzione di continuità, con bug e difetti che hanno interessato titoli come Final Fantasy Anthology, Monkey Hero e Mortal Kombat Trilogy.

Ma la filosofia era chiara: non avremmo dovuto dire addio ai nostri giochi preferiti per sempre, o non avere un modo di giocarli di nuovo se la nostra console fosse andata in fumo.

PlayStation 2 Slim, tuttavia, ha cambiato le cose.

Garantire che i vecchi giochi funzionino su console più recenti richiede un arduo lavoro. Il carico di lavoro è aumentato sempre più a causa di un’architettura della piattaforma PlayStation sempre più complessa.

La versione Slim della console, rilasciata nel 2004, aveva un elenco sempre più ampio di titoli che faticavano a girare a dovere, inclusi Worms e vari giochi NHL, e persino alcuni titoli nativi su PlayStation 2 come Tomorrow Never Dies e Tiger Woods PGA Tour.

Questi problemi hanno spinto Sony a rinunciare, anche se parzialmente, alla retrocompatibilità.

PlayStation 3: l’inizio della fine

Forse non tutti lo ricorderanno, ma PlayStation 3 aveva una compatibilità eccellente, almeno per i suoi modelli originali da 20 GB e 60 GB.

Questi modelli riproducevano la maggior parte dei dischi PlayStation 1 e PlayStation 2, collegando tre diverse generazioni di giochi, insieme all’opzione per scaricare questi titoli dal PlayStation Store, una novità per le console Sony su entrambi i fronti.

Tuttavia, questa compatibilità non era economica e aumentava il costo di produzione (e conseguentemente di vendita) della console, richiedendo parti hardware dedicate per leggere i dischi PlayStation 2, per non parlare del maggiore tempo dedicato allo sviluppo della console. Parte del motivo per cui la successiva PlayStation 3 Slim era più piccola ed economica e non incorporava tale funzionalità.

PlayStation 4: servizi in streaming

PlayStation 4 non supportava (e non supporta) i dischi PlayStation 3, o delle precedenti console.

Ciò è in parte dovuto all’interesse di Sony per lo streaming di giochi, con il suo servizio PS Now a pagamento ha consentito agli abbonati di accedere a una libreria di diverse centinaia di titoli senza dover possedere un disco o dover occupare spazio sul proprio hard drive. In teoria il servizio potrebbe essere interessante, ma non è privo di problemi e non risolve il problema dei giocatori nel dover pagare per rigiocare i giochi di cui erano già proprietari.

PlayStation 5: un futuro incerto

Cosa significa tutto questo? Sappiamo che PlayStation 5 avrà la retrocompatibilità per la maggior parte dei giochi PlayStation 4, il che sta a significare che i nostri dischi e i download non verranno consegnati alla storia.

Ma il modello precedente di Sony suggerisce che il supporto costante di titoli retrocompatibili potrebbe diventare tecnicamente più difficile nel lungo periodo, nonché finanziariamente rischioso, soprattutto se il colosso nipponico vuole davvero spingere il suo servizio in streaming PS Now negli anni a venire.

Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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