Sull’essere il primo gioco social.
Versione testata PlayStation 4.
Diventare un’icona, il simbolo e modello da seguire in un determinato settore, dallo sport all’automobilismo, è un traguardo assai ambizioso, spesso irraggiungile. Non è mai facile intercettare i gusti e le tendenze di un momento storico, tanto meno in un’epoca come la nostra, in cui il cambiamento è all’ordine del giorno. Ma Driveclub, il nuovo titolo di corse creato da Sony ed Evolution Studios, ci sta provando con tutti i mezzi.
E’ questo il messaggio che si legge tra le righe della presentazione del gioco alla stampa italiana, avvenuta mercoledì scorso, all’interno della concessionaria Rossocorsa di Milano. Perché, se forse non sarebbe bastato aver scelto come location un autosalone che vende Ferrari, un’eccellenza, non solo in ambito automobilistico, del made in Italy e dell’innovazione tecnologica unita al design, la scelta di Scee di portare sul palco un’ospite inatteso ad una conferenza videoludica, Federica Pellegrini, chiarisce ancor meglio le intenzioni della casa nipponica. La nuotatrice italiana, infatti, prima vera diva proveniente da uno sport, il nuoto, che non gode certo la stessa popolarità di calcio o Formula 1, è intervenuta all’evento, è il caso di dirlo, come un pesce fuor d’acqua. Ma la sua presenza, da sola, ha smosso tutta l’informazione italiana generalista, dando visibilità al titolo e al messaggio lanciato da sviluppatore e publisher: Driveclub sarà il primo gioco social! D’ora in avanti tutti, da Need for Speed a Forza Motorspot, dovranno tenerne conto prima di cimentarsi con il mercato dei videogames.
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Da grandi ambizioni derivano grandi responsabilità
Una scelta coraggiosa, che accresce a dismisura l’attenzione su un gioco che doveva arrivare al lancio di PlayStation 4 e che, invece, uscirà con quasi un anno di ritardo. Una scelta che inevitabilmente, però, porta con sé anche tutta una serie di rischi direttamente collegati all’eccessivo hype che potrebbe generare da oggi fino all’8 ottobre (data del lancio sul mercato di Driveclub). Perché quando prometti innovazione, poi il pubblico pretende innovazione; se con il marketing puoi fregare il presente, portando a casa buone vendite al day-one, la storia poi sarà inflessibile nel ricordare la gloria del tuo successo oppure, nel caso opposto, il biasimo della tua “rivoluzione” mancata.
D’altra parte, però, la dimostrazione di Paul Rustchynskyj, game director di Evolution Studios, ha messo tanta carne al fuoco e mostrato che, almeno sulla carta, Driveclub ha i numeri per non deludere le attese: tanti tracciati in scenari mozzafiato, tra Cile, Canada, India, Norvegia e Regno (ancora) Unito; sfide per rendere entusiasmanti le gare anche dopo essere scivolati in fondo al gruppo a causa di un errore o un calo di concentrazione; sistema di reputazione che si basa sì sulle vittorie, ma non unicamente su quelle; evoluzione costante grazie a continui aggiornamenti che miglioreranno e amplieranno l’esperienza di gioco. Ma, soprattutto, saranno presenti i Club.
L’online è, infatti, il vero fulcro dell’esperienza Driveclub. Paul prova ogni tanto ad accennare alla possibilità di giocare in singolo, ma l’impressione è che senza l’esperienza multiplayer il gioco possa perdere totalmente la sua identità. La “socialità” è l’obiettivo e l’ispirazione di Driveclub: via il matchmaking, dentro un sistema ad eventi in cui programmare quando, dove, con chi e come giocare. Giù il piede sull’acceleratore, perchè sfidare più avversari significa ottenere ricompense più vantaggiose. Non siete dei fonomeni online? Nessun problema, qualsiasi squadra ha bisogno di un buon gregario. Sì, perché i Club servono proprio a questo: portare una componente fortemente cooperativa in un genere dove l’individualismo è stato finora l’unica strada che sembrava praticabile. Un po’ come quando una nuotatrice affermata e plurimedagliata vince la staffetta insieme a delle giovani dalle belle speranze.
Far parte di un club non è ovviamente obbligatorio, ma resta fondamentale: per sbloccare auto, tracciati e ricompense. Per vivere insieme agli altri la propria esperienza videoludica senza uscire di casa. Per fare nuove amicizie, condividere le proprie passioni e ritrovarsi, poi, fuori, nel mondo reale, con amici vecchi e nuovi a discutere di una derapata o di un grande sorpasso.
Nel mondo del sempre connesso, non poteva mancare un’app per Android e iOs (e Windows? Per ora non è prevista), il My Driveclub: direttamente dallo smartphone si possono seguire gare in streaming, controllare i progressi dei compagni, seguire gli “status” di quello che sembra configurarsi come un vero e proprio social network. Eccetto per le gare, sarà possibile fare esattamente le stesse cose che si faranno su console.
Sotto pioggia, sole o neve, vivere per gareggiare
Le gare, appunto. Sono ancora l’unico argomento sul quale Paul non ci ha mostrato nulla di concreto. Meglio rimediare con una dimostrazione di gameplay.
Pad alla mano, lo vediamo sfrecciare su una Pagani Huayra tra montagne innevate e lande desertiche, prima al chiaro di luna, poi sotto un sole cocente, all’interno della stessa corsa. Stop, pausa, vogliamo che inizi a piovere: si aumenta l’indicatore degli effetti metereologici e in lontananza iniziano a comparire minacciosi nuvoloni neri. In breve tempo l’asfalto è praticamente allagato, con evidente aumento della difficoltà di guida. Giù dall’auto si vola in Canada: di nuovo al volante in mezzo al bianco, pausa, effetti meteo e via, una tormenta di neve notturna. Paul entra in Photo Mode, il colpo d’occhio a 1080 è notevole, ma lui ci sta mostrando un dettaglio: i fari che illuminano la neve di fronte a noi. Ogni sorgente luminosa, ci spiega, è infatti indipendente e dotata di proprietà individuali. Beh, fantastico. O almeno lo sarà con il primo aggiornamento del gioco: gli effetti meteo saranno infatti il primo della lunga serie di miglioramenti, studiati in collaborazione con la community, di cui Driveclub potrà beneficiare.
Ci sediamo al volante anche noi, letteralmente, grazie alle postazioni dotate di volante Thrustmaster, un “gingillo” in grado di restituire un force feedback che il nostro seppur buono Logitech Driving Force Gt non riesce ad immaginare nemmeno nei suoi sogni più segreti. Prove a tempo e gare di drift nella versione demo sono poco più di un allenamento, visto che senza punteggi di riferimento la sfida è solo con noi stessi. Meglio gareggiare.
Le sensazioni di guida sono l’aspetto che ci ha stupito di più. Il titolo si mostra infatti in buona forma sia come fluidità di gioco (ci vengono promessi 30fps stabili) sia, come già detto, per la qualità complessiva del comparto tecnico: gli scenari sono, davvero, mozzafiato, i dettagli sulle auto provate ottimi – cruscotti curati, possibilità di muovere la testa nell’abitacolo, danni che vanno dai finestrini incrinati a lievi ammaccature sulla scocca – e le scene introduttive ben realizzate con ottime “riprese” dall’alto. Il rombo dei motori si fa sentire anche nel caos di un buffet d’eccezione (in senso letterale, c’era tanto cibo, e tanti dolci, da sfamare un intero esercito).
Ma la guida è davvero difficile da definire. Ci aspettavamo un arcade puro: “gas a martello”, freno al centro della curva e sorpasso assicurato. Abbiamo invece trovato un ibrido molto particolare e interessante. Il punto ideale di frenata è anticipato rispetto agli standard, il punto di corda più difficile da trovare di quanto sia normalmente negli arcade. I cavalli sono più difficili da domare in accelerazione, specie con macchine molto potenti. Insomma, sia con volante che con pad, Driveclub sembra aspirare al genere simulativo senza volerlo raggiungere. Sia chiaro: non è assolutamente un simulatore, nemmeno lontanamente. Si discosta però anche dall’arcade, con un mix che sprona il giocatore a perfezionare il proprio stile di guida.
Sorpassi, collisioni, fuoripista, derapate: tutto fa poi punteggio, facendo salire o diminuire i punti reputazione guadagnati nel corso della gara. Possiamo tagliare le chicane, “appoggiarci” a un avversario per staccare più tardi, ma queste infrazioni ci porteranno penalità. Meglio guidare pulito? Bisognerà capirlo di gara in gara.
Commento finale
I dati Doxa forniti da Scee, la crescita della sharing economy e le parole di Paul Rustchynskyj sono serviti a dimostrare che il mercato e Driveclub sono pronti per un grande salto. Il primo gioco social è ormai vicino al lancio e, dopo averlo provato, possiamo dire che i germi dell’innovazione sembrano esserci tutti. E’ ancora tutta da verificare la solità degli eventi che verranno via via proposti, ma la possibilità di provare la versione Ps Plus (ridotta per numero di vetture e tracciati) darà a tutti una chance di capire quanto effettivamente ci sarà di buono nella “rivoluzione sociale”, che Sony sta cercando di calvalcare anche nei videogiochi di corse automobilistiche.
Aspettative | Perplessità |
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– Online consistente e per tutti
– Comparto tecnico next-gen
– Modello di guida interessante
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– Modalità offline da verificare
– Incidenza dei nuovi contenuti, a pagamento e non
– Un anno di ritardo ed effetti meteo aggiunti via update?
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