Recensione A Vampyre Story


Punta e clicca

L’interfaccia di gioco è pratica e perfettamente in tema con la trama del gioco. Alla pressione del tasto sinistro del mouse apparirà una croce con quattro possibili scelte: una mano, un occhio, una bocca e delle ali, rispettivamente per permettere di interagire, osservare/esaminare, mangiare/parlare e volare trasformandovi in vampiro. Quest’ ultima opzione fa in modo di risolvere diversi problemi sia di spostamento che di soluzione pratica di alcuni enigmi. a-vampyre-story-screenshot-2L’inventario, a forma di bara permette di contenere tutti gli oggetti utili raccolti. Anche lo stesso fedele accompagnatore pipistrello sarà presente nell’inventario e sarà “utilizzabile” in svariate occasioni e si rivelerà indispensabile più di una volta.

Durante la seconda parte dell’avventura, Mona otterrà un utile libro intitolato “Vampiro per idioti”, una specie di versione Vampyresca dei famosi manuali “for dummies”. Solo il primo dei tre capitoli è accessibile durante il gioco. Solo un caso o un indizio per altri avventure di Mona in nuove edizioni del gioco? Anche il finale stesso dell’avventura ci lascia pensare a una evoluzione delle avventure della vampira, ma non vi sveliamo nulla.

In A Vampyre Story lo spazio di gioco è in continua evoluizione, man mano che andremo avanti nell’avventura ci troveremo in aree sempre più vaste dalla torre del castello ad altre stanze, fino al lago e ai paesini nelle vicinanze del castello.
Anche la protagonista prende sempre più coscienza del suo status di vampira nel corso dell’avventura: all’inizio rifiuta di crederci, poi si abiuta e inizia a conoscere e sfruttare al meglio le sue capacità.

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