Recensione AI LIMIT, anim… e oscuro

AI LIMIT è l’ennesimo “figlio” del China Hero Project, l’iniziativa di PlayStation che ha lo scopo di supportare le produzioni cinesi aiutandole a raggiungere il pubblico internazionale. Presentato nel lontano 2019 come un action-rpg ispirato a NieR, nel corso degli anni gli sviluppatori hanno virato verso la declinazione più “famosa” del genere di cui prima.

Come avrete intuito anche dal sottotitolo, dunque, oggi l’opera prima di SenseGames è un classico soulslike vecchia scuola con una veste grafica in cel-shading che ricorda gli anime giapponesi. Ma l’elemento distintivo fortunatamente c’è. Non vi resta che continuare la lettura per scoprirlo!

AI LIMIT, edito da CE-Asia, sarà disponibile da domani 27 marzo 2025 su PlayStation 5 e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Immersi nel fango

In AI LIMIT la civiltà è sull’orlo dell’estinzione. Una strana sostanza nota come “fango” si sta propagando, e in ogni dove compaiono mostri. Nei panni di Arrisa, una Blader, cioè un essere artificiale con le sembianze umane, dovremo esplorare l’ultimo baluardo dell’umanità, Havenswell, e i suoi dintorni, per cercare la verità che si nasconde dietro l’apocalisse.

Fin dalle prime battute, il videogioco è capace di immergerci in un universo oscuro, denso di segreti e con una forte atmosfera che non smette mai di incuriosire, dal retrogusto a tratti onirico. Pur con l’atavica questione della preponderanza della narrativa silente, la produzione riesce a tenere incollati allo schermo grazie all’alone di mistero che si respira in maniera costante. La presenza di percorsi ramificati, missioni secondarie criptiche, aree nascoste e finali multipli non fa altro che rimpolpare le quasi 25 ore necessarie a completare la prima run.

Da sottolineare, infine, la totale assenza della lingua italiana, non solo nel doppiaggio, ma anche nei sottotitoli. Tuttavia, l’inglese utilizzato non è complicato e, come avrete avuto modo di intuire, non siamo di fronte ad un titolo con narrativa tradizionale quindi avrete tutto il tempo di “assimilare” per bene le nozioni apprendibili dai documenti, dalle descrizioni degli oggetti, ed in generale, dalla narrativa ambientale.

I’m unstoppable I don’t need batteries to play

AI LIMIT, come già ribadito, pad alla mano è un soulslike di stampo classico. Dunque quali sono gli elementi portanti dell’esperienza ludica? Sistema di combattimento e level design. Ma andiamo con ordine.

Il sistema di combattimento imbastito dagli sviluppatori cinesi è davvero solido ed offre la possibilità di approcciare le varie situazioni di gioco in maniera diversa a seconda delle nostre preferenze. Oltre ad i classici attacchi leggeri e pesanti, le magie, la schivata, un enorme quantitativo di armature ed armi con abilità distintive uniche che si riveleranno più o meno adatte alla nostra build, AI LIMIT rende centrali quattro meccaniche peculiari. Non innovative, ma ricalibrate in maniera dannatamente intelligente, anche grazie all’elemento distintivo cui abbiamo accennato nell’introduzione e che vi spiegheremo a breve.

Il parry, la parata, lo scatto ed un potenziamento temporaneo sono meccaniche complementari utilizzabili con cambi di setup “al volo”. Tale scelta rende i combattimenti in perfetto equilibrio tra strategia e dinamicità. Volete un approccio più difensivo e ragionato? Potete barricarvi dietro il vostro scudo e scatenare la potenza dei colpi assorbiti. Volete un approccio più veloce? Lo scatto fulmineo farà al caso vostro. La cosa bella? Le boss fight quasi vi suggeriranno di adattarvi in tempo reale.

AI LIMIT
Le boss fight sono tutte riuscitissime

Proprio le boss fight rappresentano i punti più alti dell’esperienza. Sono tutte diverse, con nemici con pattern leggibili, impegnative ma mai scorrette. E cosa rara, ultimamente, è che i boss non sono delle spugne che vi costringeranno a delle guerre di logoramento. In AI LIMIT è tutto veloce. Impegnativo il giusto ma con “rapidità”, non per sfinimento. Di base anche i mob hanno pattern riusciti e variegati, anche se avremmo preferito che alcuni archetipi che si ripetono tra le diverse “fazioni” fossero stati almeno un po’ diversificati.

Ma ritorniamo al clou del discorso. L’elemento distintivo di AI LIMIT è la barra di sincronizzazione, una sorta di “batteria” del nostro androide che sostituisce la stamina e tutte le alternative viste in questi anni. E funziona in maniera eccellente. Essa influisce su quasi tutte le azioni della protagonista: utilizzare le abilità delle armi, lanciare magie, ma anche tentare di parare il colpo di un nemico con lo scudo od usare lo scatto fulmineo. Questa si riempie gradualmente attaccando e si consuma quando veniamo colpiti. Più è piena, inoltre, e più danno faremo ai nemici con gli attacchi standard. Parimenti, se la barra scende a 0% andremo in blocco e resteremo alla mercé degli attacchi avversari. Tutto quanto detto va a sottolineare ulteriormente quanto il sistema di combattimento di AI LIMIT sia bilanciato in maniera certosina tra strategia e dinamicità.

Proprio il bilanciamento merita una piccola precisazione, soprattutto se avete provato la demo che venne rilasciata ad ottobre. Nelle prime 5/6 ore di gioco, AI LIMIT è molto più facile della versione di prova ed in generale potrebbe sembrare relativamente più semplice, anche per alcune scelte comunque “facilitanti”, degli altri esponenti del genere. Ad esempio, con la morte solo una certa percentuale di valuta viene sottratta. Tuttavia, man mano che l’avventura prosegue, la difficoltà si assesterà su livelli “standard”, con l’introduzione di nemici con armi elementali e che infliggono status alterati. A tal proposito, la disposizione dei nemici nelle mappe di gioco è ottima, anche in relazione ai “rami” (i falò) e le shortcut. Ed eccoci arrivati a parlare del level design…

Peccato per quel piccolo ultimo passo

… ed anche in questo caso non possiamo che spendere belle parole.

Il mondo di gioco di AI LIMIT è diviso in macro-aree più o meno grandi. All’interno di una stessa area il level design è brillante, a tratti geniale. Tutta la zona è interconnessa alla perfezione nei limiti del suo perimetro. Purtroppo, però, le varie macro-aree sono collegate tra loro in maniera totalmente approssimativa. E non stiamo parlando dei caricamenti tra le stesse che spezzano l’immersione della continuità, quanto dal punto di vista della costruzione del mondo che a causa di questi collegamenti totalmente senza senso e spesso decontestualizzati perde qualche punto. Nella migliore delle ipotesi il passaggio tra aree avviene con ascensori che salgono verso l’alto o scendono verso il basso. L’esperienza a livello pratico non viene pregiudicata, ma la suspension of disbelief ne risente.

AI LIMIT
Peccato per i collegamenti tra le varie macro-aree…

Dal punto di vista tecnico, AI LIMIT ha fatto un grande salto rispetto alla demo di ottobre. La modalità a 60 fps è l’unica disponibile e finalmente funziona senza intoppi, riuscendo a garantire un’esperienza fluida e piacevole. Dal punto di vista artistico, invece, il cel-shading ha fatto perdere un po’ di carisma alla produzione a causa di alcuni ambienti che risultano troppo generici. Discorso diverso per il chara design, più riuscito. Fermo restando che anche in questo caso non parliamo di nulla di originale.

Il sistema di illuminazione non ci ha convinto perché la fonte di illuminazione principale delle ambientazioni è… la nostra Arrisa. Se da un lato, esso riesce ad enfatizzare il lato oscuro della produzione, andando a rimarcare i “neri” dello stile visivo scelto, è altresì vero che rende l’esplorazione non sempre piacevole poiché l’impatto visivo generale è più “piatto” di come dovrebbe.

Commento finale

AI LIMIT ci ha convinto. Nonostante qualche difetto, in primis la gestione delle connessioni tra le macro-aree di gioco e la ripetitività di alcuni nemici, resta una produzione solida e davvero interessante. Con un sistema di combattimento riuscitissimo, una progressione ben equilibrata e boss spettacolari, il titolo riuscirà ad intrattenere ed appassionare tutti i videogiocatori. Anche chi non è un habitué dei soulslike, grazie ad un impatto iniziale più morbido del solito.

8.3

AI LIMIT


AI LIMIT ci ha convinto. Nonostante qualche difetto, in primis la gestione delle connessioni tra le macro-aree di gioco e la ripetitività di alcuni nemici, resta una produzione solida e davvero interessante. Con un sistema di combattimento riuscitissimo, una progressione ben equilibrata e boss spettacolari, il titolo riuscirà ad intrattenere ed appassionare tutti i videogiocatori. Anche chi non è un habitué dei soulslike, grazie ad un impatto iniziale più morbido del solito.

PRO

Sistema di combattimento interessante | Narrativa intrigante | Level design ottimo all'interno delle macro-aree... |

CONTRO

... peccato che le stesse siano connesse in maniera raffazzonata | Una maggiore varietà per alcuni archetipi di nemici non avrebbe guastato |

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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