Recensione Akimbot, it’s gonna take you back to the past

Giocando ad Akimbot abbiamo brutalmente realizzato che i prodotti “ispirati” all’epoca PlayStation 2 stanno diventando sempre di più, a sottolineare come la “nostalgia”, carburante di alcune produzioni, abbia fatto il “salto generazionale” verso i primi anni 2000 (a tal proposito, avete letto la nostra recensione di Gori: Cuddly Carnage?).

Nonostante un iniziale sentimento di angoscia misto a turbamento totalmente extra-ludico (mitigato da Sony e le sue operazioni “nostalgia” per giochi usciti 5 anni fa – grazie Sony, per fortuna che ci sei tu che alteri le percezioni spazio-temporali!) abbiamo impugnato il pad e ci siamo goduti un prodotto che richiama, come struttura, le produzioni di quegli anni. Pur cercando di smussare alcune rigidità ludiche dei pionieri (i primi Jak and Daxter ed i primi Ratchet & Clank, principale fonte di ispirazione per lo studio Evil Raptor).

Akimbot, edito da Plaion, è disponibile dallo scorso 29 agosto 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Viaggi spaziali e temporali

In Akimbot vestiremo i panni di Exe, un robot fuorilegge, mentre intraprenderemo un viaggio nello spazio-tempo per salvare la galassia, accompagnati dal logorroico Dataset. La narrativa del titolo del piccolo studio francese non si discosta mai dai cliché di genere, e va bene così. Non ci aspettavamo di certo un titolo originale.

Il problema è che la caratterizzazione dei personaggi proprio non ci è piaciuta. Ogni attore in gioco è una versione talmente parodistica della controparte Insomniac che la maggior parte delle volte i dialoghi ci hanno straniato (o come direbbero i più giovani, “cringeato”). Almeno adattamento italiano, doppiaggio (inglese) e regia sono di altissimo livello.

C’è comunque da dire che nei platform (in qualsiasi declinazione essi rientrino), il comparto narrativo è sempre stato di contorno rispetto al gameplay, che fortunatamente, pur con vistosi “scimmiottamenti”, riesce ad essere davvero godibile.

Come Ratchet & Clank, ma un pochino peggio

Akimbot è un platform d’azione ed avventura in 3D. Come anticipato, la struttura ludica è quella di inizi anni 2000 tipica dei prodotti di questo sotto-genere. Un mix di piattaforme e scontri a fuoco che rendono l’incedere davvero intenso. E non per modo di dire, ma ci torneremo tra poco.

Le fasi platform sono molto piacevoli. Salti, doppi salti, schivate, corse sui muri, burroni da superare con il rampino (e con il dash aereo se lo slancio è corto). E la stessa cosa si può dire per le fasi di shooting. Dinamiche, adrenaliniche e molto divertenti.

Il problema, su questo versante, è la gestione delle armi. Il gioco ha solo 4 armi da fuoco. Un fucile mitragliatore, che a metà avventura non userete più perché sostituito da un mitragliatore gatling che ha la stessa utilità, un fucile da cecchino ed un lanciarazzi. Queste non hanno proiettili. Si surriscaldano e richiedono piccole pause che invogliano il passaggio a una delle altre bocche da fuoco.

La situazione di “scarsezza” sarebbe dovuta essere “risolta” dalla armi speciali. Altre 4 bocche da fuoco, questa volta potenziabili, che si utilizzano con delle risorse specifiche che si ottengono dai nemici uccisi. A cui è legata, però, una sciocca limitazione che ci impone di poterne portare sul campo una alla volta. Seppure questa scelta doni un substrato tattico a tutti gli scontri (soprattutto a difficoltà Difficile), è altresì innegabile che limiti l’ulteriore esuberanza che avrebbero potuto avere tali fasi.

Akimbot
Exe e Dataset, i due protagonisti di Akimbot

Nulla di originale per quanto riguarda il core ludico, insomma, e con delle scelte di game design che auto-limitano inspiegabilmente il prodotto, soprattutto in relazione alla follia cui ci ha abituato Insomniac con Ratchet & Clank (dopotutto è impossibile non nominare il Lombax e il suo socio metallico parlando di Akimbot, come avrete capito arrivati a questo punto).

Ma Akimbot non è solo piattaforme e scontri a fuoco. Uno dei pregi della produzione è rappresentato dalla sua estrema varietà di situazioni collaterali, che a differenza di altri prodotti, sono realizzate dannatamente bene. Senza fare troppi spoiler, abbiamo guidato vari mezzi (le sezioni nello spazio sono sublimi), affrontato sezioni alla Flappy Bird, addirittura uno scontro in stile fighting game 2D. E soprattutto, le rigidità dei primi titoli a cui si ispira, anche grazie ad un sistema di controllo impeccabile, risultano smussate e il flow dell’azione è sempre impeccabile.

Azione ad alta intensità

Ma il pregio maggiore di Akimbot è la sua intensità. L’avventura di Exe e Dataset è stata praticamente un lungo ed intenso sprint finale, durato ben 10 ore, a difficoltà Difficile. Dal tutorial, fino all’ultimo livello di gioco, ogni situazione è creata per caricare di tensione positiva ed adrenalina il videogiocatore.

Parliamo, insomma, di un titolo che vi regalerà della genuina frenesia ad ogni passo. Anche grazie ad un lavoro eccellente sulla direzione artistica. In ogni livello verremo “sopraffatti” da particellari, esplosioni, meteoriti che cadono, navi aliene che sparano laser, eruzioni vulcaniche, e potremmo ancora continuare. Senza dimenticare la OST, a tratti memorabile. Akimbot è una corsa a perdi fiato dall’inizio alla fine, con pochissimi tempi morti.

A tal proposito, il comparto tecnico regge discretamente bene, con 60 fps fissi. Da segnalare, però, che ad ogni salvataggio automatico si verifica un leggero stuttering dell’immagine. Non è la prima volta che abbiamo riscontrato questo “problema” (volutamente tra virgolette), anche in produzioni molto più grosse in termini di budget, ma è giusto segnalarlo. Ed è giusto segnalare, per completezza dell’informazione, che al lancio e nella prima settimana il titolo di Evil Raptor soffriva di evidenti problemi di tearing, risolti completamente con una patch.

Commento finale

Akimbot è un titolo totalmente derivativo che riesce a smussare le rigidità dei precursori del sottogenere a cui si ispira, pur auto-limitandosi in maniera inspiegabile per quanto riguarda le meccaniche di gioco principali. Fortunatamente il titolo è pieno zeppo di varie sequenze speciali che regalano alla produzione tantissima varietà. Ed ancora di più, è un prodotto dannatamente intenso, senza tempi morti. In una parola, esplosivo.

8.0

Akimbot


Akimbot è un titolo totalmente derivativo che riesce a smussare le rigidità dei precursori del sottogenere a cui si ispira, pur auto-limitandosi in maniera inspiegabile per quanto riguarda le meccaniche di gioco principali. Fortunatamente il titolo è pieno zeppo di varie sequenze speciali che regalano alla produzione tantissima varietà. Ed ancora di più, è un prodotto dannatamente intenso, senza tempi morti. In una parola, esplosivo.

PRO

Varietà estrema | Dannatamente intenso |

CONTRO

Si auto-limita in maniera inspiegabile su alcune meccaniche ludiche centrali | Scrittura a tratti "fastidiosa" |

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