Recensione Alpha Protocol


Decidere del proprio destino

Il mondo è ancora una volta minacciato dai piani nascosti di forze militari sconosciute che tramano attentati per sovvertire il sistema di potere economico di alcuni paesi. Il primo sussulto avviene già ad inizio del gioco quando la scena mostra un aereo di linea venire colpito da un ordigno missilistico. Un corpo speciale di agenti creato ad hoc da organizzazioni segrete interviene per fermare questa cellula terroristica. Il protagonista si sveglia all’interno di una stanza con addosso un camice ospedaliero per pazienti. Dopo aver udito una voce femminile che ci aiuta a fuggire da quella stanza, si fa subito pratica con il sistema di gestione dei dialoghi, scegliendo il tipo di risposta che si vuole dare. Questa fase è in pratica un buon  tutorial per prendere familiarità con i comandi di gioco e termina con una sezione di tiro al bersaglio per imparare anche l’uso delle varie armi a disposizione, il sistema di copertura e le sfide corpo a corpo.

Impersonando Michael Thornton si ha come la sensazione di vivere un gioco improntato sullo stile di Mass Effect con tanto di visione in terza persona e gestione dei dialoghi, infarcito da una trama spionistica e da un gameplay assortito da buone fasi action come lo è l’ultima avventura di Sam Fisher. La storia è molto interessante, portandovi ad avanzare tra le varie missioni non solo per scoprire come andrà a finire, ma anche per vedere se prima o poi riusciremo a influire con le nostre decisioni alle azioni degli altri personaggi, come un gioco di ruolo deve fare.

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Volendo soffermarsi sullo specifico è bene dire che essa viene raccontata in modo abbastanza buono se non fosse per alcune lacune. Il giocatore deve metterci del suo per restare concentrato sui fatti che accadono e seguire i dialoghi sottotitolati in italiano (perchè il parlato è in lingua inglese) non agevola certo questo compito. Trattandosi poi di un tema come quello delle spie dove non è mai chiaro se chi incontriamo può essere un amico o un nemico, è doveroso avere sempre a mente la reputazione del protagonista e la sua relazione con gli altri personaggi. Situazioni con colpi di scena sono dietro l’angolo svelando i doppi giochi di alcuni personaggi. Sullo schermo compaiono un radar che aiuta a muoversi attraverso gli ambienti, un indicatore della vitalità, il numero di munizioni per l’arma che usiamo. Durante i colloqui compare in basso a sinistra dello schermo un indicatore che informa il giocatore della reputazione del protagonista (ad esempio se verso lo stile freddo dell’agente segreto oppure un aggressivo soldato) e il grado di affidabilità con gli altri tramite un comodo sistema di punteggi parziale (positivo e negativo) che influisce su quello generale.

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La classe di specializzazione resta la componente più importante per rendere il personaggio vicino alle vostre attitudini di videogiocatore e mescolandosi con la storia che si adatta di conseguenza. Una particolare arma o un numero diverso di nemici nei vari ambienti che si incontrano sono una delle dimostrazioni di come il gioco muti a seconda delle scelte del vostro alter ego.

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