Recensione Bioshock 2

Rapture non brilla più come una volta

Il comparto grafico di Bioshock 2 sente in maniera inevitabile il peso degli anni. Gli sviluppatori (mica scemi) hanno infatti mantenuto l’Unreal Engine 3 del primo episodio, apportando solo semplicissimi miglioramenti che rendono solo maggiormente gradevole il risultato finale, seppur meno sorprendente rispetto al 2007. Questi riguardano più che altro la modellazione degli ambienti, con forme più fini e meno spigolose e quindi più piacevoli a vedersi. Il resto è piuttosto immutato: effetti grafici di fuoco, fumo ed acqua, modelli poligonali dei personaggi, animazioni ed altro ancora sono praticamente riciclati dal primo episodio. Per fortuna, è stato confermato anche il grandioso lato artistico che riesce quindi a recuperare l’obsoleto motore grafico: Rapture, inutile dirlo, è uno spettacolo di fantasia visiva, con una direzione artistica che non avrebbe nulla da invidiare alle migliori produzioni cinematografiche.

bioshock2_largeE ancora meglio fa il comparto audio. Lasciando da parte il buon doppiaggio in italiano, è la scelta delle musiche e relativo stile che la fa da padrone in Bioshock 2. Ogni situazione ludica è infatti seguita dal perfetto accompagnamento musicale, che assolutamente mai stonerà con quanto sta accadendo sui vostri monitor o televisori in alta definizione. Il genere malinconico e “anni 50’” (ricordiamo infatti che la serie è ambientata poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale) si sposano perfettamente con la situazione di Rapture, alimentando quindi la già ottima atmosfera.

Concludiamo la nostra lunga recensione su alcuni appunti riguardanti la longevità. Parlavamo prima di un eccesso di linearità rispetto al primo episodio e dobbiamo dire anche che questo ha un po’ accorciato la durata del single player, comunque ancorato alle 10 – 15 ore per il completamento. Tuttavia ai livelli di difficoltà più alta l’impresa diventa davvero ardua, necessitando di ben più di 10 ore per il completamento. Stavolta è inoltre impossibile rivisitare luoghi già esplorati in precedenza, forse una scelta voluta dagli sviluppatori per evitare momenti di noia ai giocatori meno esperti, cio’ tuttavia non grava particolarmente sull’esperienza e sulla durata del gioco.

L’introduzione, inizialmente criticata, di una modalità multi giocatore è invece riuscita perfettamente. Tramite l’utilizzo di un sistema simile alla saga di Call of Duty ed una ambientazione temporale differente rispetto alla campagna in singolo (vedrete infatti una Rapture all’alba dei primi scontri di ricombinanti) , 2k Marin offre la possibilità di aumentare sensibilmente la longevità del titolo seppur, confidiamo, molti faranno addirittura finta che non esista affatto, dato che Bioshock crediamo sia una produzione più adatta ai solitari che a chi vuole divertirsi in compagnia.

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