Dragon’s Dogma 2 era circondato da grandi aspettative. Non tanto quelle proprie della next big thing di una saga consolidata, bensì quelle che si riservano a chi è chiamato ad un esame di maturità.
Il capostipite infatti, al netto di un’accoglienza da parte della critica buona ma non memorabile era riuscito a conquistare un gruppo di fedeli appassionati grazie ai suoi fugaci lampi di grandezza. Un progetto probabilmente fin troppo ambizioso per le possibilità tecniche dell’epoca, strozzato a tal punto da aver dovuto rinunciare a molteplici contenuti ed idee. Persino la riedizione Dark Arisen, sebbene più completa e stuzzicante, non riuscì a realizzare pienamente la visione di Hideaki Itsuno. Nonostante questo, proprio la versione riveduta e corretta ebbe il merito di consolidare ulteriormente una fanbase che nel corso degli anni non ha mai rinunciato al sogno di vedere un vero e proprio nuovo capitolo capace di realizzare l’ideale di libertà, immersione ed imprevedibilità di un mondo fantasy di stampo action RPG. A distanza di dodici anni, Capcom concede una seconda possibilità a Dragon’s Dogma con un risultato finale di grande pregio.
Dragon’s Dogma 2 è disponibile dal 22 Marzo per PC (via Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series.
Prima di lasciarvi alla recensione, vi ricordiamo il nostro coverage per l’action RPG di Capcom:
- Dove trovare la Sfinge e come risolvere tutti gli enigmi
- Dove trovare la gorgone Medusa, come tagliarle la testa e come pietrificarla
- Come modificare l’aspetto del personaggio
- Dove trovare tutti i tipi di carne e come grigliarla (Il Maestro delle Grigliate)
- Come cambiare classe (o vocazione)
- Come sbloccare tutte le classi (o vocazioni)
- Dove trovare tutte le abilità dei Maestri
- Cos’è e come si cura la Peste Draconica
- Dove trovare tutte le caverne (Dungeon)
Versione testata: PlayStation 5
Hai la mia spada!
Dragon’s Dogma 2 non è un titolo che punta su una grande trama né narrativa, sia ben chiaro fin da subito.
La premessa di partenza è fondamentalmente la stessa del capostipite, per motivi che vi saranno presto svelati. Il giocatore vestirà nuovamente i panni dell’Arisen, una figura misteriosa destinata a comparire ciclicamente per liberare il mondo dall’oppressione di un temibile drago e per diventarne il sovrano legittimo. Stavolta però c’è qualcosa che non va: perché l’Arisen, solitamente festeggiato al pari di un eroe mitologico, si risveglia in catene? Perché nella sua memoria non c’è nulla che possa far chiarezza? Che sia tutto frutto di un intrigo di palazzo per impedirci di reclamare il trono? E che ruolo svolge il misterioso essere etereo che guida l’Arisen in ogni sua azione?
Al netto di una premessa intrigante, la storia di Dragon’s Dogma 2 non è particolarmente al centro dell’attenzione o dell’importanza dell’esperienza ludica. Certamente, è una sceneggiatura affascinante grazie ad interessanti colpi di scena (che coinvolgono anche un endgame a suo modo sorprendente). Tuttavia, l’opera di Itsuno non presenta una propensione spiccata alla narrazione di qualità, limitandosi spesso allo stretto indispensabile dispensato da NPC significativi (alcuni più di altri, quantomeno) con una regia probabilmente un po’ sorpassata.
Anche il comparto tecnico non regala una prova da primo della classe. Il RE Engine, da sempre non molto adatto a gestire ambientazioni open world, fatica a gestire Dragon’s Dogma 2. Se su PC le richieste tecniche prediligono un grande lavoro sulle CPU, su console il compromesso più lampante è dato dalla impossibilità di scegliere una configurazione tale da raggiungere i 60 fps. Il titolo infatti presenta un frame rate capace di girare a 30 fps non lockati, sebbene una fortuita patch abbia introdotto il tetto opzionale, che migliora ulteriormente le performance generali. Di contro, il codice al netto di qualche rallentamento, non ha evidenziato nella nostra prova bug o glitch.
Le rinunce in termini di framerate si traducono tuttavia in una presentazione estetica che, nonostante non raggiunga vette eccelse, resta assolutamente ragguardevole. Daigo Ikeno spinge artisticamente nel tratteggiare un mondo medievale di chiara ispirazione occidentale, per un colpo d’occhio che punta a mescolare il realismo alle creature più iconiche del fantasy. Quando vi ritroverete sperduti in un bosco, tra la luce che filtra tra i rami mentre gli orchi avanzano, vi sentirete davvero trasportati in un mondo cappa e spada.
Ma il vero traguardo tecnico e dove Dragon’s Dogma 2 sedimenta il suo successo, è nell’intelligenza artificiale e di come essa dialoga con i sistemi ludici.
E il mio arco!
Una volta creato il vostro Arisen grazie ad un editor ricco di sfaccettature, Dragon’s Dogma 2 si aprirà gradualmente ad ogni suo elemento a partire dall’importanza delle Pedine.
Per chi non conoscesse la saga, si tratta di NPC che vi aiuteranno nel corso dell’avventura, reclutabili direttamente tra tutti quelli creati da altri giocatori, ciascuno espressione del proprio diretto creatore. Ci sarà solo l’imbarazzo della scelta tra arcieri valorosi, impavidi guerrieri, affascinanti stregoni e molto altro. Ciascuno di essi sarà gestito dall’IA, che saprà letteralmente sorprendervi non solo per reattività, ma anche per autonomia decisionale, iniziativa combattiva, interazioni con l’Arisen e molto altro. Piuttosto difficile spiegarvi a parole le sensazioni che vi susciteranno, addirittura criminale anticiparvi fino a che livello possono arrivare. Vi basti sapere che il loro modello comportamentale è stato pensato per essere in costante apprendimento asincrono: le Pedine apprendono e memorizzano qualunque cosa fatta nel proprio mondo di origine. Vi troverete ad esempio Pedine che sapranno guidarvi, altre che saranno ignare tanto quanto voi. Alcune potranno commentare le vostre azioni, mentre talune addirittura potrebbero darvi indicazioni utili ai fini della trama e delle side quest. Il tutto con una dinamicità sinceramente avveniristica.
Ma non è solo la gestione delle Pedine ad essere affascinante. Ad esserlo lo sono altresì tre capisaldi della produzione, inderogabilmente connessi tra loro: l’esplorazione, il sistema di combattimento e la gestione delle quest.
Contrariamente alla stragrande maggioranza dei titoli del genere, Dragon’s Dogma 2 decide di non tenere per mano il giocatore. Non viene fornita vita semplice né nell’esplorazione (che viene incentivata a scapito delle soluzioni comode) né sul versante side quest. Non esistono infatti indicatori lampeggianti, sverniciate catarifrangenti ad indicare la via né tantomeno NPC segnalati per capire chi vi darà un incarico.
L’avventura è pressoché totale: sarete liberi di seguire la storia principale, così come ignorarla deliberatamente ed inseguire le ali dell’entusiasmo. Il mondo di gioco è ricco di punti di interesse, segreti incredibili e location interessanti da esplorare (a vostro rischio e pericolo, specie di notte). Le missioni secondarie, presenti in ottimo numero, sono il trionfo della possibilità di deciderne le sorti, portandole avanti a proprio modo o anche semplicemente facendo spallucce e fregarsene. Non senza spingervi ad usare la materia grigia, per immaginare non solo come gestirle, ma anche per immaginarne le potenziali conseguenze… comprese scorribande impreviste di alcuni enormi avversari nei centri cittadini. Anche perché Dragon’s Dogma 2 non fa sconti: esiste un solo salvataggio automatico e non potrete “barare” con slot multipli. Scelta controversa? Forse, ma è una altrettanto significativa presa di posizione in termini di game design. State attenti a quello che fate, volenti o nolenti.
Quando poi viene il momento di menare le mani, si notano palesemente la competenze di Itsuno in fatto di combat system. Se da un lato l’assenza di lock on potrebbe far storcere il naso, dall’altro lato il combattimento in Dragon’s Dogma 2 è galvanizzante, spettacoloso ed incredibilmente stratificato. Merito non solo di un feeling generale pesante e concreto, ma anche di una rielaborazione della gestione delle classi presenti. Marcando ulteriormente quanto fatto dal predecessore, il nuovo prodotto Capcom ospita dieci differenti varianti uniche che alterano significativamente playstyle ed incidenza sulla vostra esperienza globale. Il tutto si unisce ad una gestione della fisica davvero soddisfacente, al ritorno della scalabilità delle bestie (che aumenta a dismisura la grandiosità delle sequenza di lotta) e ad una flessibilità davvero invidiabile che raramente si incontra, con questa qualità, in un action RPG.
Un problema emergente è che i nemici tendono ad avere drasticamente la peggio una volta apprese bene le regole di gameplay e sorpassato un determinato livello di esperienza. Ma in fondo Dragon’s Dogma 2 non deve e non vuole essere un soulslike.
E la mia ascia!
Dragon’s Dogma 2 ci ha dunque decisamente convinti, anche al netto di alcune scelte che appaiono a volte anacronistiche, a volte controverse.
Se alcune le abbiamo già citate, come la presenza di un unico file di salvataggio (peraltro automatico) e la regia desueta, altre hanno fatto un gran parlare di sé non solo tra i pareri dei nostri colleghi internazionali, ma anche nel pubblico. Si tratta infatti del caso della disincentivazione marcata del fast travel.
In Dragon’s Dogma 2 non esistono infatti cavalcature e, per muoversi da un punto ad un altro della mappa, tolti alcuni carri a pagamento, si dovranno sfruttare dei rarissimi cristalli del teletrasporto (il cui costo di attivazione non è esattamente economico). Il senso di questa scelta è legata alla volontà precisa di “costringere” i giocatori a calarsi nel mondo di gioco e scoprirlo direttamente. Diversamente da altri titoli del genere, qui ad esempio non è possibile fare affidamento ad indicatori che permettono di esplorare aree sapendo già con chi fermarsi a parlare. Itsuno chiede ai giocatori dunque di vivere l’avventura e di ricorrere a determinate vie solo in caso di assoluta necessità: non per pigrizia dunque, ma per permettere di scoprire davvero il funzionamento di Dragon’s Dogma 2. Noi abbiamo amato questa scelta in controtendenza, ma possiamo comprendere come possa arrivare ad essere frustrante per parte del pubblico e rendere, di conseguenza, il prodotto Capcom non adatto ad ogni palato.
Proprio su questo punto, concedeteci una piccola ma a nostro avviso doverosa digressione.
Nei giorni del lancio si è montato un vero e proprio caso mediatico a causa della scoperta della presenza di microtransazioni attinenti alcuni oggetti e feature di Dragon’s Dogma 2. La stampa internazionale, grazie alle informazioni in proprio possesso, aveva subito chiarito che non si trattava assolutamente di cut content (o favoritismi a pagamento), bensì semplicemente di scorciatoie per elementi già presenti nel gioco e che si sbloccano dopo un paio di ore di avventura. Tuttavia, abbiamo assistito ad autentici scempi disinformativi mossi da alcuni influencer e streamer che, cavalcando l’onda del malcontento popolare, hanno amplificato e distorto la realtà dei fatti andando ad esacerbare la comprensione della situazione. Tra fantomatici complotti e grida di sdegno, Dragon’s Dogma 2 è stato fatto passare per titolo pay2win, alla stregua di un banale (e volgare) titolo cash grabber. Nel giro di un giorno tutto è rientrato alla normalità grazie ad un comunicato chiarificatore di Capcom ed agli sforzi proprio di quella stampa che spesso viene additata come causa di tutti i mali del media.
A nostro avviso, è un fatto sul quale occorrerebbe riflettere. Possibile che il settore (ed il duro lavoro di molte persone) debba essere in balia di opinioni superficiali (se non addirittura faziose) di talune figure mediatiche? Fino a che punto è lecito spingere scientemente notizie ambigue (o palesemente false) per “acchiappare” qualche click extra (e magari qualche subs…) sfruttando l’incolpevole confusione del pubblico? Il settore (il media stesso, la stampa tutta e l’intero pubblico) ne esce rafforzato o mortificato da situazioni del genere? Ai posteri la (neanche troppo) ardua sentenza.
Commento finale
Dopo oltre dieci anni di attesa, la creatura di Hideaki Itsuno vede finalmente la luce: Dragon’s Dogma 2 non è solo il ritorno di un titolo divenuto cult, ma anche il salto di livello che tutti i fan attendevano con la speranza nel cuore. Lo stesso cuore che è croce e delizia della produzione Capcom capace di regalare un’esperienza fantasy unica nel suo genere, senza compromessi e senza tendere la mano al giocatore. Tanto avveniristico in alcuni frangenti, quanto piacevolmente retrò in altri, si tratta di un action RPG da non farsi scappare!