DREDGE ci ha letteralmente spiazzati. Avevamo provato in anteprima il gioco negli scorsi mesi, evidenziando già in quell’occasione le potenzialità dell’opera prima del team neozelandese Black Salt Games. Tuttavia l’esperienza completa che abbiamo avuto la fortuna di vivere in prima persona ci ha sorpreso ben oltre le più rosee aspettative. Ci siamo infatti ritrovati tra le mani non solo una produzione indipendente fresca ed originale, ma altresì un’opera attentamente calibrata… il tutto partendo da un binomio solo apparentemente bizzarro, ma in realtà storicamente caro ad uno specifico immaginario, che in molti potrebbero aver conosciuto dalle suggestioni di Howard Phillips Lovecraft.
Pubblicato da Team17, DREDGE è un’avventura in cui impersonerete un coraggioso pescatore che si troverà ad affrontare i misteri di un arcipelago, al cui calare del sole nasconde tra le sue nebbie qualcosa di molto strano… e pericoloso.
DREDGE è disponibile dal 30 Marzo su Steam, GOG, Nintendo Switch, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S ed Xbox One.
Versione testata: PlayStation 5
Il faro
Immaginate di svegliarvi con ricordi annebbiati. L’ultima cosa che ricordate è un tremendo naufragio ed ora il vostro peschereccio è soltanto un triste ricordo adagiato sul fondale marino. Tuttavia, la fortuna sembra girare dalla vostra. Il sindaco di Midolla Maggiore vi offre una nuova imbarcazione, a patto di restituire il debito e contribuire alle necessità alimentari della popolazione. In fondo, il primo cittadino di una piccola comunità deve fare il possibile per migliore le condizioni di vita dei propri concittadini, soprattutto considerata la scomparsa del precedente pescatore. Tuttavia ben presto scoprirete che qualcosa di molto strano accade tra le onde al tramonto del sole. L’incontro fortuito con un nebuloso personaggio, noto come il Collezionista, vi porterà sulle tracce di strani reperti dispersi nell’arcipelago al fine di risolvere un mistero. A volte però, alcune cose son fatte per essere dimenticate…
Come il sinistro canto di una sirena, la trama di DREDGE riesce ad incantare ed ammaliare il giocatore, che si troverà letteralmente perso tra i fluttui di mari inesplorati. La ricerca della verità vi spingerà ad un viaggio di oltre 10 ore per raggiungere i titoli di coda (e per svariate ore extra, per completare tutto), non senza aver vissuto nel frattempo una narrazione perfettamente calibrata. Enigmatica e frammentata, quest’ultima ha il merito di lasciar al player la possibilità di scoprire lentamente tutti i segreti che si celano dietro un cast variegato, con un character design che ci ha rievocato le pennellate ad olio di Disco Elysium. Mettere insieme i pezzi del racconto per ricostruire le vicende e gli intrecci ha reso la nostra esperienza con DREDGE un appassionante racconto del mistero, colmo di inquietudine e segreti impronunciabili.
Lo stile low poly adottato dagli sviluppatori, unito ad una paletto cromatica delicata e sfaccettata, crea colpi d’occhio di grande atmosfera. Le prime luci dell’alba illuminano e dissipano le profonde tenebre della notte, con una meravigliosa danza di colori. Trovarsi tra le ombre di canyon inesplorati genera turbamento, così come si è rincuorati dalla timida luce di un faro lontano. Un viaggio che rapisce e trasporta in un arcipelago perduto e dimenticato, grazie anche ad un comparto audio evocativo con musiche semplicemente perfette.
E il naufragar m’è dolce (?) in questo mare
La premessa narrativa alla base di DREDGE riesce a mettere insieme le due anime del titolo: la simulazione di pesca e il racconto a tinte horror. Un matrimonio caldeggiato da una comune necessità: la gestione del tempo.
Pescare, si sa, è un lavoro complesso ed irto di sacrifici, che implica seguire orari piuttosto particolari. Ogni azione, in DREDGE, avrà un esborso in termini di minuti ed ore. Il vostro peschereccio, inizialmente assai modesto, vi permetterà di coprire brevi distanze con velocità ridotte. Raggiunto un luogo di pesca, potrete tentare di catturare i pesci disponibili con un rapido e divertente quick time event. Una volta organizzato il pescato nella stiva, con un sistema di gestione degli spazi nello stile inventory Tetris di Resident Evil 4 (a proposito, ecco la nostra recensione del portentoso remake Capcom), potrete tornare in porto.
Il risultato dei vostri sforzi iniziali sarà una manciata di pesci, da rivendere ai commercianti per sfamare la popolazione. Un sistema economico piuttosto semplice e lineare, che terrà tuttavia conto dello stato di conservazione del pescato. Una anguilla stantia vi porterà meno introiti di un salmone fresco, ad esempio. Per non parlare del danno di ritrovarvi con un carico deteriorato a causa del troppo tempo impiegato per tornare al porto più vicino. La gestione del tempo diventa dunque essenziale per massimizzare i profitti. Un peccato tuttavia che l’infrastruttura economica non sia stata maggiormente approfondita, con qualche idea maggiormente variegata come richieste stagionali e bisogni specifici di alcuni villaggi.
Con i vostri sudati profitti, sarete portati a potenziare costantemente la vostra nave e le vostre risorse. Inizia così un loop ludico tanto semplice quanto assuefacente, in cui ogni vostra azione ed esperienza in mare si riverserà in una maggiore conoscenza, un ritrovamento di valore o semplicemente un profitto di pesca. Un senso di progressione continuo che si intreccia con l’attività lavorativa, il desiderio di esplorazione e le missioni secondarie. In breve tempo, il vostro peschereccio sgangherato potrà essere migliorato con nuove canne, motori più efficienti, luci più potenti e nuove tipologie di strumenti per pesca.
Con più di 125 specie disponibili, DREDGE vi spingerà a studiare come catturarli tutti, facendo ricorso a tecniche di pesca diverse, portandovi a preparare al meglio la nave prima di ogni avventura. Volete catturare granchi ed aragoste? Dimenticatevi le canne tradizionali ed armatevi di nasse e pazienza. Volete andare a caccia di grandi creature oceaniche? Beh, scegliete accuratamente il vostro strumento… una rete per merluzzi non sarà mai adatta per contenere diverse varietà di pescecani.
C’è solo un piccolo particolare: quando il sole tramonta, le tenebre incalzano e la nebbia si alza, DREDGE cambia radicalmente prospettiva, scivolando in un incubo.
Orrore lovecraftiano
Il calare della notte in DREDGE apre simbolicamente (e materialmente) le porte agli aspetti più survival horror della produzione.
Immaginate di trovarvi al largo, per aver inseguito una missione secondaria o semplicemente per rincorrere l’opportunità di pescare una specie sconosciuta (e remunerativa). Avete tuttavia sbagliato qualcosa e vi accorgete che il tramonto è oramai imminente. Immersi nell’oscurità più completa, anche le tenui luci del peschereccio non sono altro che un flebile bagliore nelle tenebre. In questo contesto, il primo alleato a tradirvi è la vostra stessa mente, che inizia a suggerirvi subdolamente cose che non esistono… o forse si?
In DREDGE, il calar del sole coincide con il sorgere dell’indicatore di ansia e stanchezza del protagonista. Maggiore sarà il tempo che trascorso nel buio senza occasione di riposo, maggiore sarà l’influenza della paura sulla percezione. I segni della stanchezza si manifesteranno inizialmente in una ridotta capacità visiva, che non vi permetterà di scorgere per tempo gli scogli. Andando avanti però, potreste fare incontri da incubo con inquietanti e pericolosissime presenze.
Inizia così un disturbante lato dell’esperienza ludica, in cui la curiosità dell’uomo dovrà fare i conti con le sue ancestrali paure del buio e dell’ignoto. Inseguite un grande guadagno andando alla ricerca di costosi pesci notturni? Molto bene, ma siate pronti a gestire il difficoltoso ritorno a casa. Sempre se ci riuscirete ed ammesso (e non concesso) che il carico arrivi sano e salvo a destinazione. Naturalmente, nel corso del gioco avrete la possibilità di fortificare la vostra mente e di apprendere abilità indispensabili per cavarvela nel miglior modo possibile. Ma una distrazione o un eccesso di fiducia malriposta, potrebbe risultare fatale.
Commento finale
DREDGE è un vibrante esempio di quello che si può ottenere quando un’ottima idea viene sviluppata con amore, passione e competenza al di là dei mezzi disponibili. Il team neozelandese Black Salt Games esordisce nel panorama videoludico con una perla di rara bellezza, dragata da profondità marine irte di pericoli ed insidie innominabili. A metà strada tra simulatore di pesca ed orrore lovecraftiano, DREDGE sorprende e spiazza con il magnetismo di un loop ludico in cui progressione e sense of wonder accompagnano costantemente il giocatore. Non importa se siete lupi di mare o mozzi inesperti: issate l’ancora ed avventuratevi nella nebbia.