Dopo aver pubblicato Greymoor, Zenimax Online rincara la dose, regalando al pubblico The Elder Scrolls Online: Markarth, espansione conclusiva della serie de “Il Cuore Oscuro di Skyrim”.
Versione testata: PC
Quella del 2020 – ormai si sa – è un’annata assai particolare. Con ormai troppa agitazione in giro, tocca al vasto mondo dei creativi cercare di rilassare coloro i quali – purtroppo – cercano solamente di sopravvivere, chiudere gli occhi e svegliarsi sperando che tutto sia scomparso. Le Software House non son da meno, e mai come quest’anno si son sforzate per portare un barlume di luce in un’oscurità profonda. In tutto questo, Zenimax Online Studios, non esente da questo appello, ci ha donato a fine maggio Greymoor (la cui recensione potete trovarla qui) e – proprio in questo periodo – ha concluso la sua serie con The Elder Scrolls Online: Markarth, ultima fatica a conciliazione de “Il Cuore Oscuro di Skyrim”.
Premessa: da adesso in poi i nomi di tutti i pacchetti, luoghi e altri dati inerenti al gioco saranno scritti in inglese, poiché il titolo è privo di localizzazione italiana.
Innanzitutto, The Elder Scrolls Online: Markarth è gratuito per gli abbonati ESO Plus; per tutti gli altri, invece, sono presenti due bundle acquistabili direttamente all’interno del Crown Store. Il primo contiene solamente l’espansione, venduta a un prezzo base di 2000 crown, circa 20 euro; il secondo, comprendente diversi equipaggiamenti e potenziamenti, a un prezzo di 4000 crown, circa 35 euro.
Antichi ricordi che riaffiorano
Come nuovo teatro della sua espansione, Zenimax ha deciso di completare il salto nei ricordi introducendo “una nuova zona”: Markarth e il Reach. Piena di canyon, torrenti, fiumi e cascate. Ad ovest di questa si trova l’imponente Markarth, città che dona il suo nome all’espansione, e che i giocatori di Skyrim conoscono molto bene. Sotto a questa città giace la Arkthand Cavern, un dedalo di gallerie sotterranee che offrono casa al Blackreach.
Merita maggiore risalto, tra l’altro, l’attenzione che Zenimax Online Studios ha posto sulla sua narrativa. La divisione, difatti, è solo geografica. Le due zone presentano dimensioni accettabili per un’espansione, e le missioni delle quali son piene sono ben assortite e varie. La caccia al nostro nemico, sfuggito dagli eventi di Greymoor, regala al giocatore una sequela di compiti tematicamente solidi, con misteri e segreti da scoprire man mano che si procede nell’avventura.
Nel sottosuolo, infine, vivono creature notturne pronte a osteggiare il giocatore in qualsiasi modo. Inoltre, ci sono dei rapidi shortcut sotto forma di ascensore che agevolano il protagonista nello scendere e salire, sia tra i vari livelli sia con la superficie.
La conclusione di quest’annata
Per quanto concerne il filone narrativo, Markarth offre al giocatore il finale de “Il Cuore Oscuro di Skyrim”. Sebbene la storia di The Elder Scrolls Online: Markarth sia caratterizzata da una trama interessante con alcuni punti davvero eccezionali – come spiegato nel precedente paragrafo – il piatto forte sta nel finale e nell’aggancio narrativo con Greymoor. Inoltre, se entrambe le trame sono completate, il gioco ricompensa il giocatore con il titolo di Hero of Skyrim, un nuovo famiglio e qualche altro piccolo gadget.
È doveroso comunque affermare che le prime missioni sono parecchio introduttive, dedite al far conoscere al giocatore il contesto nel quale si sta muovendo. Tuttavia – citando il buon Buster Scruggs -, “la situazione […] degenera velocemente”. Quindi pronti-via e subito la storia iniziare a decollare dopo qualche decina di minuti stantii.
Insieme al nuovo DLC, Zenimax ha rilasciato l’aggiornamento 28 accessibile a tutti i giocatori che include un sacco di miglioramenti in termini di accessibilità al menù. Sicuramente il più degno di nota è il sistema di ricostruzione degli oggetti. Prima di essere smantellati, infatti, gli oggetti possono essere salvati in un apposito menù; dopo ciò, è possibile richiamarli e ricostruirli tramite l’utilizzo di Transmutation Crystals in una Transmutation Station.
Questo aggiornamento, pensato soprattutto per il Fashion Scrolls Online, libererà un sacco di spazio in inventario pur non sacrificando l’oggetto liberato. Per altre informazioni consultate comunque il log della patch.
Siete sicuri di essere bravi anche da soli?
Tra le nuove migliorie, una delle più lampanti è l’introduzione dell’arena per i lupi solitari. Prima nel suo genere, la Vateshran Hollows metterà alla prova anche i più bravi tra i giocatori PvE. La sfida presenta tre boss, ognuno dei quali premia il giocatore con oggetti unici alla sua sconfitta. È possibile anche scegliere il percorso da affrontare, ma – in fin dei conti – il boss finale è uno solo solo.
A livello di gameplay, i primi due avversari sono fattibili, presentando dei pattern leggibili e – con un po’ di attenzione – facilmente evitabili. Quello finale, invece, è una vera e propria sfida anche per i più avvezzi. Considerando l’eterogeneità dei giocatori di ESO, avere le ricompense di tale attività sarà sicuramente appagante e motivo di orgoglio nella community.
Altri piccoli tecnicismi
Cercando il pelo nell’uovo, il doppiaggio è – come sempre – stupendo. Uno dei motivi per il quale la serie di ESO è preferibile a un classico GDR è la recitazione vocale, e The Elder Scrolls Online: Markarth mette l’accento su questa peculiarità.
L’assunzione di Jonah Scott per il doppiaggio del conte Verandis Ravenwatch si è rivelata azzeccata. Il suo lavoro, a onor del vero, non è l’unico doppiaggio eccellente: sovente si sentono recitazioni e accenti differenti durante il viaggio nel Reach, il che non può che aumentar solamente l’immersione in questo magico e meraviglioso mondo.
Commento finale
The Elder Scrolls Online: Markarth non è un’espansione completa, pertanto la mole di contenuti non è nemmeno paragonabile a quella di Greymoor. Ciò nonostante, non ci sono motivi per non acquistarla e terminare la narrazione di questo 2020. La storia richiede sulle 10 ore per essere completata, completamenti degli scavi inclusi. Ad aumentare la quantità di ore sicuramente ci penserà l’arena, sfida pensata per mettere a dura prova anche il giocatore più scafato.