Puntuale come la pioggia in autunno, come il ripasso di lasagne della nonna o la cassa lenta beccata al supermercato, è arrivato nelle nostre case Far Cry 6, ennesimo episodio della celeberrima saga targata Ubisoft, grazie all’ausilio dei team di Milano e Toronto. A questo punto del brand, non più un titolo che punta a stravolgere i giocatori come può aver fatto ai tempi dell’uscita di Far Cry 3, ma di certo un videogioco dalle basi ormai salde e dall’ ottima longevità.
Versione testata: PC
Per questo ultimo capitolo sviluppato per PC, PS4, Xbox One, PS5 e Xbox Series S|X, Ubisoft come molte altre Software House stanno facendo ultimamente, ha puntato forte sulla caratterizzazione del proprio villain, figura ormai iconica nel mondo di Far Cry, attraverso l’interpretazione di Giancarlo Esposito, il mitico “Gus” Fring della leggendaria serie di Breaking Bad. Questa recente commistione tra cinema e gaming, con gli attori “prestati” ai videogiochi, segna un ulteriore crescita e sviluppo dell’industria videoludica, oramai sempre più dominante.
Scopriamo insieme in definitiva a che punto della saga si posizionerà questo sesto capitolo, se segnerà la fine di come questo brand è stato concepito finora, invitando il team ad una rivoluzione, oppure se porrà le basi per un settimo titolo in linea con i precedenti.
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Far Cry 6, come ogni altro titolo sviluppato dalla notte dei tempi, non è un prodotto privo di difetti, solamente urge fare distinzione tra i difettucci che non vanno in alcun modo a minare l’esperienza di gioco, e quelli che invece gravano come macigni sulle spalle del giocatore.
Ebbene il nuovo titolo di Ubisoft, a nostro avviso, ha un unico, enorme difetto: a prescindere dall’ambientazione diversa di volta in volta più o meno ispirata, a prescindere dal villain, diverso di volta in volta più o meno carismatico, il gioco è rimasto praticamente lo stesso in tutti gli ultimi capitoli pubblicati. Il che potrebbe non essere necessariamente un male, considerando il meritato successo di Far Cry 3, il problema è che la sensazione di già visto e già fatto, penetrerà nel giocatore che conosce la serie, e si farà strada dentro di lui sino a snervarlo.
Il giocatore nuovo alla serie che dovesse avviare Far Cry 6 senza aver mai giocato ai precedenti titoli, si troverà immerso in un open world pieno di nemici da sconfiggere liberamente in giro per la mappa, pregno di attività varie e divertenti, come la pesca, la caccia ad animali esotici, sfrenate corse con vari tipi di veicoli, persino il discusso ma esilarante combattimento tra galli, il tutto ambientato in un’isola, Yara, davvero ben realizzata, ispirata e convincente.
Tuttavia, essendo amanti della serie, tutte queste note di merito subiranno un lieve svilimento, un graduale appiattimento che a lungo andare potrebbe portare alla noia, per cui si prediligerà seguire le main quest, alternando con le secondarie solo per esigenze di level up o di fare soldi.
Ed è così che ci siamo comportati per la recensione, avendo giocato Far Cry 6 per circa 40h, completando il gioco e sviluppando superficialmente tutte le attività che fanno da contorno alla trama principale.
Sogni rivoluzionari
In questo ennesimo romanzo di rivalsa sociale in salsa Ubisoft, ci troviamo a Yara, uno splendido isolotto caraibico, considerata come piccolo stato indipendente, soggiogato dal pugno di ferro del despota Anton Castillo (Giancarlo Esposito). Dense nell’aria si possono respirare a pieni polmoni le torbide e passionali atmosfere sud americane, tra rum, sigari, cumbia ad ogni angolo della città, amore e violenza. Anton Castillo, il leone, mascherato da agnello, come cita lui stesso, stringe nella sua morsa i poveri abitanti dell’isola, costretti dal suo imponente e violentissimo esercito e da una propaganda totalitaristica a tappeto, mentre dal basso, nascosti tra le fronde delle palme, si muovono i rivoluzionari, intenti a contrastare questa inarrestabile tirannia.
Dani Rojas sarà il nostro protagonista, il classico lupo solitario, che si presta in aiuto alle organizzazioni presenti sull’isola, in questo caso divise tra Libertad, la famiglia Montero, le Leggende del ’67,Maximas Matanzas e La Moral, tutte diverse tra loro, ma con un unico obiettivo comune, ovvero restituire Yara al suo popolo, annullando il dominio di Castillo.
A livello di carisma abbiamo indubbiamente preferito alcuni nostri comprimari, come ad esempio personaggi volutamente sopra le righe come El Tigre, piuttosto che le leader femminili Espada Montero e Clara di Libertad. Impossibile non cadere nel paragone con i precedenti Far Cry, dove più o meno si è rilevata sempre questa situazione, ovvero che negli anni rimarranno impressi nella memoria i vari villain piuttosto che i protagonisti del gioco, considerati più che altro un mezzo con cui muoversi attraverso la trama.
L’esplorazione di Yara
Indubbiamente, anche facendo un cenno al passato, uno degli aspetti meglio funzionanti di Far Cry 6 è l’esplorazione: l’isola di Yara, oltre ad essere veramente sterminata, è ricca di avamposti nemici i quali saranno un baluardo alle nostre scorribande. Come da tradizione avremo a disposizione una vasta gamma di mezzi tra cui scegliere per muoverci all’interno dell’ambientazione: dal cavallo, al quad, a vari veicoli a quattro ruote, persino customizzabili con nuove parti di carrozzeria, colore ed armi. Con elicotteri di varia forma, agili biplani o persino con una sorta di Dune Buggy volante potremo sorvolare gli splendidi panorami caraibici, mentre con gommoni, barche e moto d’acqua solcheremo le onde da una parte all’altra dell’isola.
L’esercito nemico della rivoluzione dal canto suo non rimarrà a guardare: attraverso posti di blocco con strisce chiodate, imponenti cannoni anti aerei, ronde sia in strada che per mare, cercheranno di soffocare gli intenti atti ad ostacolare il regime di El Presidente. Inoltre, non volendo muoversi attraverso le strade principali, mantenendo un basso profilo attraverso la fitta vegetazione dell’isola, non di rado potrete imbattervi in felini, coccodrilli, manguste ed altri animali piuttosto aggressivi.
L’unione di questi fattori darà vita ad un esplorazione sempre soddisfacente, varia, piena di stimoli ed avversità, la quale diverrà sin da subito la spina dorsale della produzione, permettendo al giocatore di perdersi tra le polverose ed insanguinate strade di Yara, tra un la fuga da un alligatore, la liberazione di un ostaggio o chissà quale altra impresa.
Nota a margine, ma pur sempre positiva, sarà il godere di alcuni scenari davvero evocativi e mozzafiato, i quali renderanno sempre immersivo il vostro girovagare tra baracche, fortini e mangrovie.
Arsenale e Crafting
In questo capitolo di Far Cry l’arsenale di armi a nostra a disposizione sarà veramente infinito. Oltre a poter scegliere tra armi adatte ad ogni tipo di contesto, dall’arco, al bazooka, potremo customizzarle a piacimento, così da poter impostare la nostra build di Dani in base allo stile di gioco che più preferiamo, dallo stealth all’approccio “Rambesco”.
Va da se, che la stessa arma, customizzata differentemente, avrà utilizzi tanto diversi quanto efficaci in base alle situazioni, ma non è tutto, Ubisoft ha aggiunto anche delle armi denominate “fai da te”, ovvero degli accrocchi unici, nati dalle brillanti menti di alcuni rivoluzionari, e costruiti utilizzando gli scarti di materiali raccattati in giro per l’isola, dal tipo di gunplay totalmente fantasioso e a volte esilarante, come la spara chiodi, il revolver con lo scudo ed altre ancora.
Ok, siamo sazi, è finita qui, giusto? Ma nemmeno per sogno! Un’altra novità apportata dal team di sviluppo è il Supremo, ovvero una specie di zaino armato, indossabile dal nostro protagonista, che in base al tipo che riusciremo a recuperare, avrà dei poteri, con una ricarica a tempo, devastanti, da utilizzare principalmente in situazioni particolarmente difficili o addirittura compromesse.
La cosa strana, per lo meno per quanto ci riguarda, è che nonostante tutta quest’abbondanza, per quasi tutta la run abbiamo utilizzato sempre le stesse armi, complice un grande feeling, potenziandole di volta in volta, abbandonando a se un gran numero di fucili, pistole, mitragliatrici e chi più ne ha più ne metta.
Giusto verso l’end game abbiamo fatto un restyling quasi totale grazie al ritrovamento di alcuni pezzi unici davvero performanti, che chiaramente non staremo qui a svelare, ma che potrete ritrovare nella nostra guida linkata poco sopra.
Gunplay & AI
Dopo aver armato fino ai denti il nostro prode Dani, alla stregua di Arnold Schwarzenegger in Commando, come in ogni Far Cry che si rispetti, passeremo di li a breve a sterminare centinaia se non migliaia di soldati dell’esercito nemico.
L’approccio della serie non cambia, ovvero a parte sparuti incontri lungo le strade cittadine, solitamente risolti in breve, il grosso del gameplay consisterà nell’assaltare avamposti più o meno fortificati e pieni di soldati, per i quali è sempre consigliato un primo approccio stealth, attraverso il quale individueremo il numero e la tipologia dei nostri avversari, la presenza di allarmi, trappole e telecamere.
Tre saranno le armi principali equipaggiabili, una pistola, e varie granate e molotov da lanciare ai nemici. Seguendo una progressione piuttosto equilibrata tra livello del personaggio e delle zone frequentate, al livello normale il gioco raramente risulta difficile, fatta eccezione per qualche passaggio concitato e verso l’end game. Sparare in Far Cry è sempre divertente, le fasi action che si vengono a creare sono soddisfacenti e ricche di teatralità tra effetti a video come esplosioni e molti nemici in movimento, piuttosto che tramite la colonna sonora sempre incalzante.
Ciò che toglie un po’ di credibilità al contesto è l’AI dei nemici, veramente permissiva, poco attenta, il che a volte porterà a vivere situazioni al limite del ridicolo con i soldati nemici pronti a morire come pupazzi inermi davanti alle nostre instancabili grandinate di proiettili.
Inoltre abbiamo fatto caso che anche a livello di hitbox, soprattutto nei colpi dalla lunga distanza, la % di headshot è veramente altissima, rendendoci sin dalle prime fasi dei cecchini quasi infallibili.
Nonché sia mai stato uno dei punti forti della serie, ma arrivati al 2021, ci si aspetterebbe un attenzione maggiore riguardo all’interazione dei vari npc nei nostri confronti, tarlo comunque piuttosto comune anche in altre produzioni maggiori. (qualcuno ha nominato Cyberpunk 2077?)
Come se la cava tecnicamente Far Cry 6
Premesso che il PC con il quale abbiamo giocato l’ultima fatica di Ubisoft sia piuttosto performante, va specificato che l’abbiamo fatto girare in 4K con tutti i dettagli grafici e di post processing maxati, senza lesinare su nessun aspetto, ottenendo comunque una media di circa 60 Fps, piuttosto stabili e fluidi anche grazie all’ausilio del G-Sync di Nvidia.
Press Build PC
- Asus Tuf X570- Plus Gaming
- Ryzen 5800X
- Zotac 3080 Trinity Oc Version
- Nvme 2.0
- Ballistix 3600mhz , DDR4, 16GB
- Tv Oled LG C9
Se dalle prime fasi iniziali graficamente non ci aveva molto colpito, con il proseguire e lo scoprire i vari scenari dell’isola siamo rimasti piuttosto soddisfatti dall’impatto generale ai nostri occhi: non ci troviamo di fronte a scenari spacca-mascella, a crack generazionali, ma nel suo complesso ciò che abbiamo visto ha appagato la nostra insaziabile sete di grafica. Anche se privo di Ray Tracing, il ciclo giorno/notte, i cambi atmosferici, la gestione dell’illuminazione, l’HDR, così come la resa di fuoco e fiamme, fanno sì che il gioco sia veramente godibile da questo punto di vista.
Anche le texture, per le quali è disponibile in download un HD Pack da circa 10gb, sono sempre ben realizzate, mai slavate o sfocate come a volte ci è capitato di assistere.
Mai assistito a glitch di nessun tipo, tuttavia va detto che nelle nostre 40h il gioco sia crashato 3-4 volte.
Il comparto audio è nella media, con delle buone cuffie si può udire la direzionalità dei colpi dei nostri nemici e soprattutto ascoltare a tutto volume i sempre agrodolci (a livello di tematiche trattate) brani di cumbia caraibica, i quali in alcuni frangenti hanno reso le nostre sparatorie veramente epiche.
E per quanto riguarda la versione PS5?
Far Cry 6 potrebbe non essere il gioco più sbalorditivo nella libreria di PS5, a causa del fatto che si tratta di un titolo cross-gen, ma sicuramente ha i suoi momenti significativi. Da panorami mozzafiato e foreste lussureggianti a incredibili grotte sottomarine illuminate da banchi di meduse bioluminescenti, Yara, se non fosse per la carneficina in atto, sembra essere perfetta per una vacanza turistica. Tuttavia, questa maggiore fedeltà visiva ha un costo. Per godervi queste immagini di “nuova generazione”, dovrete scaricare un pacchetto di texture HD aggiuntivo da 30GB che porta le dimensioni del file del gioco a ben 95 giga. Se disponete di ampio spazio di archiviazione, questo potrebbe non essere un grosso problema. Tuttavia, è qualcosa che vale la pena considerare se siete a corto di spazio sull’SSD.
Parlando di prestazioni, Far Cry 6 fa buon uso dell’hardware della PS5. I tempi di caricamento sono piacevoli e rapidi quando si viaggia velocemente sulla mappa. Inoltre, il gioco sfrutta il feedback aptico e i trigger adattivi del controller DualSense di PS5. Che si tratti della diversa tensione rilasciata dal grilletto delle vostre bocche da fuoco o delle onde che si infrangono sullo scafo della barca, è tutto molto coinvolgente e fa un ottimo lavoro per trascinare l’utente nell’azione sullo schermo.
Sfortunatamente, ci sono aree in cui il gioco soffre un tantino sulla nuova console di casa Sony. Durante l’azione frenetica, tutto scorre liscio. I problemi principali riguardano i filmati in-engine, dove il frame rate precipita considerevolmente. A parte ciò, null’altro da segnalare!
Commento Finale
Far Cry 6 ricalca, bisogna dire in maniera eccessiva fino ad essere quasi stucchevole, i fasti del passato, rendendo questo ultimo capitolo della serie vittima sacrificale di un more of the same molto presente, che porterà si introiti economici, ma che mal proietta il brand nel futuro. Il titolo di Ubisoft è solido, dalla trama priva di scossoni ma mossa da buoni interpreti, pieno di nemici da sconfiggere, attività da fare, bello da vedere ed esplorare. Vittima come previsto di un AI davvero poco convincente, vive di successi altalenanti e fasi alterne, passando da assalti epici a suon di cumbia, passando per missioni secondarie monotone e ripetitive. In definitiva Far Cry 6 diverte, basterà in base al vostro grado di stimoli, scegliere quanto puntare dritto verso l’end game, piuttosto che perdervi senza limiti tra le mille opportunità che l’isola di Yara offra ai giocatori.
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