Recensione Game of Thrones Episodio 3

I draghi, le sentinelle e l’onore

Versione testata PlayStation 4 e Playstation 3

Il secondo episodio di Game of Thrones, The Lost Lords, aveva finalmente lasciato i giocatori a desiderare di sapere quanto più presto possibile cosa sarebbe accaduto dopo. Recuperando il terreno perso in partenza a causa di un inizio di stagione moscio, il meccanismo narrativo cominciava a ingranare e vedeva una prima parziale caratterizzazione dei personaggi coinvolti. Queste cose saranno note per chi abbia già letto la nostra recensione; tutti gli altri sono comunque perdonati e potranno affrontare questa analisi del terzo capitolo, purchè considerino per il loro bene almeno due fattori. Primo, ci saranno riferimenti a quanto è già accaduto negli episodi precedenti, per forza di cose. Secondo, noi vi sconsigliamo di giocare The Sword in the Darkness se avete saltato gli episodi precedenti. I riassuntini iniziali non sono sufficienti, ci sono solo perchè devono esserci, e l’aver letto Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (l’opera letteraria da cui parte tutto) non vi verrà in aiuto se non per conoscere quei pochi personaggi troppo famosi per essere ignorati che si trovano tanto nel libro quanto nella serie televisiva. Anzi, fate anche attenzione proprio a quest’ultima, dato che la produzione TellTale le strizza particolarmente l’occhio e si situa cronologicamente dopo la sua terza stagione. Vi abbiamo avvertiti.

{media load=media,id=9925,width=853,align=center,display=inline}

Proseguono gli episodi, cresce la tensione

Impossibile valutare Games of Thrones (come tutte le altre produzioni TellTale, del resto) meramente dal punto di vista tecnico: mescolando alcune componenti action ed esplorative su una base che resta sempre e comunque visual novel, anche The Sword in the Darkness è prima di tutto il resto un racconto. Il racconto di alcuni personaggi (cinque, per l’esattezza) che per un motivo o per l’altro sono nei guai e devono cavarsela nel vasto mondo di Westeros. Tutti sono però legati alla famiglia Forrester, che risiede ad Ironrath, a nord del continente. Almeno per il momento, dato che è in declino e minacciata dagli abitanti dei territori nemici: il vostro compito sarà proprio quello di salvarla dal collasso. Non per nulla i Whitehill hanno cominciato a chiamare l’attuale reggente “Rodrik The Ruined”. Una cosa molto poco carina che fa capire benissimo da che parte tira il vento. In questo contesto avevamo lasciato Asher che doveva trovare un esercito con i suoi due compagni di viaggio, in modo da soccorrere la famiglia nei guai, mentre Mira era come sempre a King’s Landing a svolgere una funzione prettamente politica: barcamenarsi tra possibili alleati e oppositori della casa regnante, per far arrivare aiuti economici ad Ironrath. Gared nel frattempo era riuscito finalmente a diventare un ranger: il titolo di questo nuovo episodio allude proprio alle vicende che lo vedranno coinvolto, perchè “la spada nell’oscurità” sono appunto i guardiani del Wall, che proteggono il continente dai nemici esterni. Da ultimo Rodrik, che avete riscoperto vivo e vegeto (ma non tanto in salute) proprio in The Lost Lords, pronto ad accollarsi il peso degli eventi che incombono sul suo casato dopo la precoce morte del giovane Ethan.

Nel nuovo episodio gli eventi dei singoli protagonisti proseguono sui loro binari: Asher è sempre alla ricerca di un esercito, Rodrik cerca ancora di evitare la totale imposizione della presenza dei Whitehill a casa sua, Mira vorrebbe non essere uccisa dai soldati di un vecchio nemico che proprio lei ha tolto di mezzo, Gared inizia a svolgere con i suoi due nuovi migliori amici (si fa per dire) le mansioni che richiede l’essere un Guardiano. L’interesse cresce sempre più col proseguire degli eventi, tanto che si potrebbe tranquillamente definire questo episodio come il più riuscito dei tre attualmente rilasciati, dal punto di vista della storia in sè. Colpi di scena non mancano (anche se quel drago in copertina per forza di cosa ne rovina uno), e in alcuni momenti siamo spinti a immedesimarci notevolmente nei protagonisti: con Gared in primis, durante uno scontro che lo vedrà impegnato sul finire della vicenda, ma anche e soprattutto con Rodrik. Di quest’ultimo iniziamo (finalmente) ad avvertire il peso che si porta sulle spalle, quasi come se fossimo noi ad avere una famiglia minacciata, un casato in decadenza, e una popolazione che ad ogni momento potrebbe essere passata a fil di spada dal primo soldato ubriaco di parte nemica. Ma anche gli altri personaggi sono meno anonimi del solito, e contribuiscono a consolidare la tenuta organica di tutto l’insieme che non avevamo mancato di notare già nel secondo episodio. Speriamo che TellTale ripeta e migliori (perchè sì, può e deve migliorare) tutto questo nei prossimi tre capitoli: siamo esattamente a metà avventura, e si è ancora in tempo per lasciare dietro di sè un ottimo ricordo una volta che si sia conclusa.

I personaggi fanno la differenza

Niente di nuovo da segnalare per quanto riguarda le modalità di gioco: se non lo avete ancora capito, nei giochi TellTale si fa poco a parte godersi il racconto in corso. Per la precisione, quel poco consiste nel premere i quattro tasti del pad a ripetizione, forsennatamente o in un certo ordine, spostare di tanto in tanto i personaggi da una parte all’altra dello scenario, esplorare quel minimo di ambiente esplorabile che l’avventura offre. Non c’è alcun tentativo di perseguire una sorta di monumentalità, se non quella della narrazione: lo capirete immediatamente osservando anche grafica e sonoro del gioco. Quel che rende interessante questo apparente pressapochismo sono proprio i personaggi, che parlano, si ingannano, mentono, hanno fiducia gli uni negli altri, perdonano, odiano e via dicendo. La cosa interessante è che (quasi) sempre voi potete scegliere se farli parlare o restare in silenzio, ingannare o essere sinceri, avere fiducia o restare titubanti e molto altro ancora. Il gioco vuole comunque andare a parare da qualche parte, verso un finale per il momento lontano noto solo agli sviluppatori: ma durante il viaggio, apparentemente siete voi a tenere le redini del gioco. E il risultato in questo terzo episodio, tutto sommato, è più appagante che in precedenza. Se qualche personaggio proprio non vi sta simpatico, semplicemente fategli accadere qualcosa di poco carino, e concentratevi sugli altri: ma fate attenzione, anche qui le scelte che farete prima o poi potrebbero ripercuotersi sul futuro. Non sappiamo bene come e quando, ma potrebbe accadere, anche se finora quelle effettuate non hanno fatto una differenza che oseremmo definire sostanziale. Come sempre, poi, nei giochi TellTale.

Impressionismo o pressapochismo?

Game of Thrones non è bello da vedere, e questo è assodato. A meno che non amiate un tratto stilistico che strizza l’occhio a uno pseudo-impressionismo che ha visto tempi migliori (sì, quello dei quadri) il colpo d’occhio non vi vedrà soddisfatti, come non ha visto soddisfatti noi. Si aggiunga a questo una povertà complessiva degli scenari, modelli poligonali tal volta grezzi e poco definiti, la sfocatura granulare negli scenari aperti, e capirete perchè evidentemente in casa TellTale non è conosciuto il detto “anche l’occhio vuole la sua parte”. Se avete giocato The Wolf Among Us e The Walking Dead (entrambi precedenti produzioni TellTale) vi chiederete per quale assurdo motivo quello stile complessivamente niente male, che costituiva un compromesso con tutti gli altri difetti tecnici, sia stato abbandonato. L’abbiamo fatto anche noi, e non lo abbiamo capito: ormai però la strada è questa, e il comparto tenico resterà quello che è fino alla fine della stagione. Buono, comunque, l’accompagnamento sonoro, che non sempre si nota ma quando lo si nota non dispiace affatto e risulta un piacevole compagno di viaggio.

Commento finale

Game of Thrones Episodio 3 è un appagante proseguo del secondo episodio e l’amarezza dell’inizio di stagione è ormai un lontano (brutto) ricordo. La storia comincia a trovare una sua strada sulla quale muoversi, i personaggi sono più convincenti, la tensione talvolta diventa palpabile e gli eventi del gioco che capitano ai nostri beniamini, eventi che non possiamo cambiare, sono a tratti frustranti. Abbiamo voglia di fargliela pagare, ai Whitehill: e speriamo che il proseguo degli eventi vada avanti su questa linea e ce ne dia la possibilità.

Pro Contro 
– la storia prosegue degnamente
– i personaggi cominciano ad essere interessanti
 
– banali le interazioni ambientali
– parlare di “comparto grafico” è quasi eccessivo
– dura il tempo di prendere tre caffè
  Voto Globale:  70
 
{vsig}games/multi/GameOfThrones/Episodio3/GalleryThrones3{/vsig}

Rispondi

Ultimi Articoli