A distanza di circa 7 anni dall’uscita del primo Hitman del nuovo corso, IO Interactive ha realizzato il suo sogno.
Hitman e IO Interactive, diciamocelo, in questi anni sono stati letteralmente al centro di un vortice di situazioni destabilizzanti. Iniziale distribuzione episodica (con più stagioni previste), successiva ritrattazione di tale previsione, cambio di publisher, ed addirittura l’indipendenza dello studio.
Oggi il proverbiale “cerchio” può dirsi chiuso. IO Interactive ha potuto finalmente offrirci un prodotto che rispecchia in tutto e per tutto la visione originale. Ha potuto regalarci quell’Hitman così come era stato pensato nel 2016.
Come? Unificando i tre capitoli in Hitman: World of Assassination. Niente più machiavelliche ricerche per capire cosa comprare sugli store digitali per non perdersi nessun contenuto, niente più macchinose installazioni a ritroso. Oggi entrare nel mondo dell’assassinio è semplice, intuitivo, veloce… persino gratuito, se siete già possessori di Hitman 3.
Ma non è tutto, IO Interactive ci ha regalato una nuova modalità chiamata Freelancer, oggetto della recensione odierna, che di fatto rappresenta la forma più pura dell’essenza del franchise. Non perdiamoci in altre chiacchiere e cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta!
Versione testata: PlayStation 5
Libero professionista
Hitman: Freelancer è una modalità roguelike che esaspera all’ennesima potenza l’idea dietro il franchise di IO Interactive.
Il nostro obiettivo sarà quello di eliminare dei bersagli che ricoprono un ruolo chiave all’interno di diverse organizzazioni, invischiate in lotte di potere. Da libero professionista non avremo accesso a tutte le informazioni e agli strumenti della ICA e la nostra fedele Diana potrà fornirci solo supporto limitato.
Dovremo quindi decidere in autonomia il nostro percorso, scegliendo l’ordine delle varie organizzazioni da sgominare, sulla base di scarse informazioni. Le missioni si svolgeranno nelle mappe dei tre giochi. Gli obiettivi saranno randomici, così come il remix delle situazioni in cui incapperemo.
Ogni run comincerà nel nostro nuovo e scintillante rifugio, nel quale svolgeremo le operazioni preliminari. Qui, dunque, potremo scegliere le armi e gli strumenti da portarci in missione, nonché alcuni obiettivi speciali che potrebbero fruttarci ricompense migliori.
Man mano che giocheremo, aumenteremo il grado di professionalità e di conseguenza le stanze tematiche del rifugio. Potremo ad esempio sbloccare un poligono dove allenarci con le armi da fuoco.
Per trionfare, dovremo sabotare ben più di un’organizzazione. Per farlo dovremo completare un numero sempre maggiore di missioni. Ad esempio, per far sparire la prima organizzazione sono necessarie 3 missioni, per la seconda 4 missioni, e così via.
Il primo fallimento non comporterà il game over definitivo, che arriverà solo al secondo, tuttavia l’allerta delle organizzazioni aumenterà, con la conseguenza che nella missione successiva sarà molto più difficile raggiungere i nostri obiettivi. Questa difficoltà può essere ulteriormente innalzata attivando una speciale modalità “estrema”.
Alla luce di quanto spiegato, il paradigma ludico dietro Freelancer non stravolge per nulla le carte in tavola (a tal proposito, per una panoramica completa del gameplay vi invitiamo a leggere la nostra recensione di Hitman 3).
Mission (almost) Impossible
Ciò che cambia, e che da un sapore completamente diverso all’esperienza, è la percezione del videogiocatore sottesa alla natura da roguelike. L’impossibilità di salvare, il timore di lasciarci fuggire un obiettivo, addirittura la paura di finire in uno scontro a fuoco regalano al videogiocatore un nuovo ventaglio di sensazioni che spostano l’ago della bilancia verso quella che crediamo sia la vera essenza del franchise Hitman.
L’applicazione della struttura roguelike a Hitman è stata “la morte sua”. Tale ibridazione, così riuscita (e forse scontata) ha donato nuova verve ad un prodotto già di suo molto intraprendente. Il risultato, senza girarci intorno, è stato geniale.
Tuttavia, dall’altro lato, tale impostazione ha reso il gioco estremamente punitivo, non adatto a tutti. Oltre ad una difficoltà di base tarata verso l’alto, causata soprattutto da una progressione molto lenta e avara di ricompense permanenti, la mancanza di situazioni di gioco costruite artigianalmente (ora generate randomicamente) fa emergere più di una volta diverse “scelleratezze” a cui il videogiocatore difficilmente può far fronte.
Commento finale
Un intero gioco strutturato in questa maniera, seppur rappresenti la forma più pura del franchise con protagonista l’iconico 47, non funzionerebbe. Ma Hitman: Freelancer è appunto una modalità aggiuntiva, per giunta completamente gratuita. Non possiamo che definirla la proverbiale ciliegina sulla torta.
Codice review gentilmente fornito da https://keymailer.co